Sapete, chi vi parla ha sempre avuto qualche remora nemmeno troppo nascosta riguardo Four Tet. Deriva da piccole cose constatate nel tempo. Da interviste dove afferma di non amare le nuove uscite, di non cambiare mai le strumentazioni usate, di scostarsi raramente dagli ascolti del passato. Dal notare come nessuno dei suoi dischi abbia mai provato a fare vera ricerca sonora, ma si sia limitato a introdurre un (facile?) sentimentalismo ad architetture elettroniche spesso vecchie di parecchi anni. E dal leggero fastidio nel verificare che album come “There Is Love In You” abbiano riscosso un favore di critica e pubblico strepitoso pur ricalcando 3/4 delle intuizioni dei Plaid di un decennio prima. Son piccole cose, tutte ampiamente entro la sfera del soggettivo, ma che tornano sempre in superficie quando l’hype si scatena intorno all’ennesima nuova uscita del producer inglese (altresì detto “il grande bluff”, almeno tra le mura di casa mia).
Perché vi racconto tutto questo? Perché questa è la prima volta che un pezzo di Four Tet mi sorprende sul serio. “Parallel Jalebi”, il nuovo estratto dall’album in uscita “Beautiful Rewind”, è una curva di fantasia e coraggio di quelle che raramente s’erano viste nella discografia dell’artista britannico: una ritmica cattiva e pungente, ben diversa dai suoi soliti riferimenti, e quell’aria oscura che si ambienta benissimo in contrapposizione al campione vocale angelico in rilievo. Perché l’emotività in elettronica è una cosa estremamente difficile, perché funzioni ci vuole prima di tutto uno stile personale e peculiare, e magari la voglia di mettersi in gioco rispetto ad ascolti consolidati e stile personale. Ecco, il pezzo qui sotto tutto questo ce l’ha. E, detto fra noi, con Four Tet non era accaduto spesso. Poi voi mi direte che l’80% dei brani di Four Tet è sempre uno spettacolo: a me viene un principio d’orticaria, ma se è così, stavolta va a finire che vi esce pure il gridolino di piacere.