Un “ritorno alle origini”, come recita la presentazione ufficiale di questa edizione 2016 di Audiovisiva (che ora inizia, l’8 settembre) nel comunicato stampa che ci è arrivato? Per certi versi, sì: ovvero un ritorno a quando Audiovisiva era davvero un appuntamento significativo, forte, inaspettato, che smuoveva le acque lì a Milano, nei giorni del Milano Film Festival. Era una Milano diversa: meno vitale dal punto di vista del clubbing di qualità e dei live di elettronica, più legata a vecchie formule molto anni ’90 (anche quelle più stantie). Ecco: in quel contesto Audiovisiva era una presa di posizione, un atto di coraggio, una sfida anche dal punto della scelta delle location (i live nel fossato del Castello Sforzesco, beh, se li ricordano ancora in molti) ma anche nello scegliere nomi affermati all’estero che però in Italia non passavano spesso.
Oggi, invece, i nomi affermati da noi passano. Eccome. E a Milano ancora di più. Più o meno partire dal 2010/2011, la metropoli lombarda è riuscita infatti a liberarsi di un po’ di vecchi automatismi e vecchi difetti per liberare un sacco di energie creative ed organizzative diventando in modo assolutamente indiscutibile LA capitale del clubbing italiano di questi ultimi anni. Non significa che altrove non ci siano realtà belle, o addirittura bellissime: ma solo a Milano (e nemmeno a Parigi, per citare una realtà molto più grande demograficamente e storicamente; al massimo a Berlino e Londra) potete trovare un connubio simile di qualità e quantità. Ogni weekend, mediamente, offre tra le sei, sette, otto realtà che meritano di essere visitate, anche tenendo alta l’asticella del gusto.
Ai tempi “eroici” dei primi anni di Audiovisiva, credeteci, avremmo sognato una situazione del genere. Anzi, forse nemmeno quello – manca l’avremmo sognata, da quanto ci sarebbe sembrata impossibile e troppo ottimistica. Però se siamo arrivati a questo, a un oggi roseo&abbondante che speriamo duri il più a lungo possibile, è merito anche della semina che Audiovisiva ha fatto nei suoi primi anni. In cui tempi in cui, appunto, era tutto più difficile.
E oggi? Oggi quello che succede è interessante. Molto interessante. Ci è molto piaciuto vedere come l’edizione 2016 Audiovisiva abbia scelto di non essere una mera raccolta di nomi collaudati ed affidabili, preferibilmente stranieri – quelle cose insomma che danno lustro sicuro ad una rassegna e ti fanno fare bella figura nelle chart di RA. Quelle cose che quando fai, insomma, non sbagli. Leggetelo bene, il programma: è “italiano” come mai in passato. Ma lo è in maniera intenzionale, rivendicata. L’unico momento “normale” (nel senso di: chiamiamo dei nomi di qualità e stranieri) è quello che nasce dall’interazione con Linecheck, il 16 settembre, con Chassol e Rival Consoles. Che va benissimo. E’ assolutamente da vedere e da sentire.
Ma vorremmo davvero che premiaste con la vostra presenza le molte serate con act italiani protagonisti. Meritano eccome, seguendo una diagonale che sfiora spesso le direttrici techno ed industrial ma non ha paura di abbandonarsi in sperimentazioni ancora più oblique. In una, quella del 15 settembre, noi come Soundwall (nella persona del sottoscritto) faremo qualcosa in più, guidando in apertura di serata un talk, una “tavola rotonda” aperta a tutti, dove confrontarsi con la crew di Hormonal Sequenze (per certi versi uno spin off del Dude Club, per altri molto di più: venite a scoprire perché, date un occhio all’e-flyer in questa pagina per le coordinate); ma è proprio in generale che è bello vedere come gente di casa nostra che si spacca il culo per produrre – e spacca il culo, in moltissimi casi – viene trattata in tutto e per tutto come headliner in un festival che con questa scelta dimostra personalità, voglia di (ri)mettersi lì dove i fenomeni si anticipano e si presentano in anteprima, non dove vengono cavalcati per minimizzare il rischio.
AV2016 chiama insomma persone curiose, attente. Persone con gusto musicale. Persone che ci tengono ad una crescita reale del network legato alla musica elettronica in Italia, una crescita che non è legata solo ai fatturati dei promoter (che, a sua volta, è necessaria ed assolutamente non da demonizzare: ma non può essere l’unica sponda su cui ridurre il gioco della cultura musicale elettronica oggigiorno). Voi lo siete? Siete di Milano, o non troppo lontani da essa?
In questi anni abbiamo finalmente dimostrato di saper fare festival di respiro europeo (Club To Club in primis, poi roBOt nonostante la botta dell’ultima edizione, Spring Attitude, Dancity, Movement, MiF – Music inside Festival, Nextech, Jazz:Re:Found… e l’elenco potrebbe continuare). Non era facile: partivamo da poco, da operazioni super ma insomma caotiche e un po’ abborracciate (vedi Distorsonie), con in realtà un’unica stupenda eccezione (Dissonanze). Era molto poco, era quasi nulla. Ora siamo messi piuttosto bene. Quindi fidatevi: la prossima sfida diventa (ri)dare dignità al prodotto e alla ricerca di casa nostra. In questo Audiovisiva 2016 segna la via in modo molto deciso, molto convincente. Merita insomma la vostra attenzione, merita il vostro supporto. E, per chi vuole e può, ci si vede in carne ed ossa il 15 settembre al “nostro” talk con la cricca di Hormonal Sequenze.