Quando ascolti la prima volta Jeremy Guindo, meglio noto come Bambounou, avverti che c’è qualcosa di diverso, elementi tipici dell’house music e della techno sono reinterpretati con un’anima “dura” che conferisce ad ogni suo disco qualcosa di unico, qualcosa che va scoperto ascoltando e riascoltando, qualcosa che è valsa a Jeremy la stima di artisti del calibro dei Modeselektor che han pubblicato sulla loro 50Weapons il primo vero capolavoro firmato Bambounou. Ora la parola va a lui che ci ha tolto qualche curiosità sul suo percorso artistico e sulla sua anima raw.
Ascoltando la tua musica ci si rende immediatamente conto che c’è qualcosa in “più”, qualcosa che sin dalla tua prima “Hugz” (singolo che vede la collaborazione del tuo amico French Fries) ci ha fatto capire di essere davanti a musica che ha dentro ancora “un’anima” vogliosa di esprimersi e di raccontare nuovi orizzonti, vuoi parlarci di questo singolo e di come è stato il tuo approccio nella scena “underground”?
Ciao, ho lavorato con Valentino (French Fries) per anni, “Hugz” è stata la prima uscita ufficiale in vinile per entrambi ed è stato veramente emozionante vedere tutto ciò. Abbiamo lavorato un sacco per ottenere sonorità del tutto particolari per la nostra prima uscita ed “Hugz” racconta tutto questo! Non posso veramente ricordare il mio primo contatto con la scena underground, in un certo senso sento di averne sempre fatto parte e sono sempre curioso di vedere cosa accade lì fuori.
Nel 2012 è arrivata la tua consacrazione come dj e produttore grazie ad “Orbiting” album uscito su Monkeytown Records, la label dei Modeselektor, senti il peso di un’uscita cosi importante?
E’ stato molto divertente, i Modeselektor mi hanno invitato a Berlino per il party di presentazione del nuovo album di Addison Groove e durante la cena prima del party Gernot mi chiese di fare un album per 50Weapons, non mi aspettavo tutto questo e dopo il party inviai un email a loro per declinare l’offerta, ero confuso per questa richiesta ma hanno insistito al punto che due giorni dopo presi coscienza e colsi questa fantastica opportunità!
Ascoltando “Orbiting” emergono diverse attitudini musicali, un album non per tutti, vuoi confessarci cosa principalmente ha ispirato questo capolavoro un pò “pastiche”?
Ovviamente ci sono diversi artisti e diversi generi che mi influenzano. Dal mio punto di vista non è un “pastiche”, non ho mai provato a fare lo stesso genere di traccia come artista.
Jeremy stiamo attraversando un periodo in cui la musica elettronica ha scavalcato ogni confine, il web ha permesso una diffusione “mainstream”, permettendo anche ad orecchie poco “raffinate” di cimentarsi in produzioni “improvvisate”, cosa pensi della scena attuale e come pensi possa evolversi?
Oggi ognuno può accedere a qualsiasi genere musicale dalla propria stanza da letto, pur senza appartenere alla cultura di quel genere. Sebbene questo contribuisca a creare maggiore accessibilità, permettendo maggiore audience, tutto ciò fa si che chi ascolta non ha cultura completa dello “scenario” che c’è dietro ogni genere, poiché questo pubblico vuole questa musica per andare in un club e non piuttosto per ascoltarla di fronte al computer nella propria camera da letto. Di fronte a questo scenario si sviluppano più generi, talvolta eclettici e che possono creare musica interessante, allo stesso modo questo può essere carenza di autenticità. In termini di evoluzione della musica elettronica penso che le persone vorranno rompere l’abitudine di usare il web e tornare indietro, tornare allo stile duro della techno che trasmette un suono di maggiore qualità, tornare ad ascoltare la “cera” del vinile, questa è una speranza che inseguirò in futuro, dovremmo essere capaci di collegare direttamente la mente e fare musica, solo così saremo capaci di creare qualcosa di nuovo.
Bene Jeremy, cosa pensi possa essere necessario per potersi “distinguere” e creare un “proprio” suono in questo panorama underground “mainstream”?
Dal mio punto di vista bisogna prendere tutti gli elementi di qualità della musica House e Techno e aggiungere qualcosa di diverso, sonorità che difficilmente si presterebbero ad essere inserite in certi contesti, questa può essere la giusta strada per creare un “proprio” suono.
Dici di essere influenzato da diversi generi musicali, sia del passato che del presente, vuoi dirci cinque dischi cha hanno segnato il tuo percorso?
Questo non te lo posso dire, è un segreto!
Veniamo al pratico, cosa utilizzi maggiormente in studio, spazi dall’analogico al digitale o sei più “attaccato” ad uno di essi?
Ho un pc con fruity loops ed un mac con logic pro, non uso macchine analogiche. Un giorno proverò ad usare anche macchine analogiche ma non sono sicuro di essere ancora pronto.
Guardando alla tua agenda, direi che sei parecchio impegnato, troviamo una data all’Electro Snow Andorra 2013, ti piace più esibirti in festival o in club?
E’ lo stesso, ma mi piace suonare in club dove riesco maggiormente a sentire l’energia del pubblico che balla e si emoziona mentre suono.
In conclusione, confessaci qualche “news” sul tuo futuro artistico…
Sto giusto andando a fare musica, continuo a fare qualsiasi cosa mi piace e senza fermarmi ad un genere in particolare.
English Version:
When you listen for the first time Jeremy Guindo, as know as Bambounou, you feel something different, typical house and techno elements are reinterpret with a raw soul,every song is a very single piece of art. You have to discover Bambounou song after song, Modeselektor release on 50Weapons his first masterpiece. Now he talk about his artistic way and his raw soul.
Hi Jeremy, listening to your music we immediately notice that there’s something “more”, something that since from your first “Hugz” (single that show the collaboration of your friend French Fries) let us know of being in front of a music which still has a “soul” inside which want to express itself and tell about new “frontiers”, tell us about this single and how was your first contact with the underground scene.
Hi, I’ve worked with Valentino (French fries) for years, Hugz was the first official release on vinyl for both of us, which was really cool to see happen. We worked a lot on the particular sound we wanted for our first release, and Hugz says it all. I can’t really remember my first contact with the underground scene, I feel like I’ve always been into it, and im still curious as to whats still out there.
In 2012 was your consecration as a dj and producer thanks to “Orbiting”, album released for Monkeytown Records, the Modeselektor’s label, do you feel the pressure for a so important release?
It was kinda funny, Modeselektor invited me to the Addisson Groove album release party in Berlin, and during the dinner before, Gernot casually asked me to do an album for 50Weapons, which I wasnt expecting at all, later that night I sent them an email declining their offer because at the time I was overwhelmed by them asking me, but two days later I came to my senses and jumped at the chance.
Listening to “Orbiting” come out several music attitudes, an album not for everyone, do you want to confess us what inspired this masterpiece a bit “pastiche”?
There’s several artist that obviously inspired me, several era and different genres in my point of view it’s not a pastiche, I wasn’t trying to do the same kind of track as one artist.
Jeremy, we are in a period where the electronic music crossed every border, the web permitted a mainstream diffusion, even people with less music attitude can try to make this music, what do you think about the current scene and how do you think it could evolve?
Now anyone can access all kinds of music from their own bedroom, despite not being part of the social scene. Although this does provide a greater accessibility, allowing a larger audience, they may not experience the culture behind the music fully, which they would get from going to night clubs (associated with the music) rather than sitting in their bedroom listening from a laptop. With this current scene, there is a more eclectic style, which sometimes creates interesting music, however there can be a lack of authenticity. In terms of evolving within electronic music I think people will want to break the habit of using the web, and go back to using raw techno for its sound quality, and go back to hearing the wax on a vinyl, which alot of artists do use, but i hope alot more will follow. In the future when we will be able to plug wire directly to the brain and do music by moving or thinking then I think we gonna invent something new.
Ok Jeremy, what do you think could be necessary for a producer to distinguish and to create an own sound in this so wide underground view?
My point of view is to use all the elements that make a quality House and techno tracks, but adding something different, a sound that woudn’t usually fit in a track to make it mine.
You are influenced by several music genres, both past and present, do you want to tell us five records that marked your music walk?
I can’t tell you, it’s a secret!
Let’s talk concretely, what do you usually use in studio? Do you use both anagogic and digital devices or you prefer one of them?
I have a pc with fruity loops and a macbook with logic, I don’t use analogic devices. One day i’m gonna use analog but I don’t know if i’m ready yet.
Looking to your agenda, it seems you are quite busy, we see a gig at Electro Snow Andorra 2013, do you prefer to play in festivals or clubs?
I don’t mind, but I kinda enjoy playing in a club when you can feel the energy much more, it’s all about pleasing the crowd and be happy with what you play.
In the end, tell us something about your artistic future.
I’m just gonna keep on doing music that I like and do whatever I feel like doing and not stop to only one genre.