Sulle classifiche di vendita di Beatport si è sempre discusso, visto che tengono conto esclusivamente delle vendite sullo store e per questo sono facilmente influenzabili: noi stessi, in un post di qualche tempo fa, prendevamo atto della situazione e auspicavamo un mondo in cui non sarebbero state le classifiche di vendita, poco affidabili per natura, a influenzare i booking e i gusti degli ascoltatori.
Di recente sembra che anche Beatport stessa si sia espressa sul fenomeno, a ulteriore conferma della sua portata. In un comunicato ufficiale pubblicato sul proprio sito, infatti, si dice chiaramente che “when we spot a boosted record or track, we remove it from the store, and we’ll continue to do so. Our next step is to permanently ban the offending artists and labels. And we’re not bluffing.”
A parte che speriamo ardentemente che sia un bluff (ban permanente di artista ed etichetta? Vado subito a comprarmi centomila copie di una traccia di un artista che mi sta antipatico), la posizione di Beatport ci sembra di quelle falsamente moraliste, soprattutto quando la buttano sul sentimentale.
“You’re doing more than cheating. You’re stealing. You’re lying. You’re taking false credit for something you didn’t earn, and you’re hurting someone else by doing so.”
Innanzitutto, quel qualcun altro che si sta ferendo non è certo Beatport stessa, che i soldi degli acquisti fake li prende eccome, ma qualcuno che non è in grado di scegliere la musica che acquista con le proprie orecchie; secondariamente, sappiamo di essere utopisti e che nel mondo reale questa era l’unica posizione possibile per Beatport, ma ce ne sarebbe piaciuta una diversa.
Ci sarebbe piaciuto che Beatport, con onestà e sincerità, ci dicesse “il nostro mestiere è vendere musica, se qualcuno la compra siamo contenti, indipendentemente dal motivo per cui la comprano. Se volete che qualcuno vi dica cosa dovete ascoltare, rivolgetevi altrove, o meglio ancora *ascoltate* la musica e scegliete col vostro gusto”, ma forse sarebbe stata una posizione troppo dirompente e, in fondo, a Beatport conviene mostrarsi intransigente senza davvero fare alcunché per cambiare questa situazione che è win-win per tutti tranne per gli ascoltatori distratti.