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[tab title=”Italiano”]Durante la codifica e lo sviluppo del Movimento Futurista, il pittore e musicista Luigi Russolo scrisse nel marzo del 1913 il manifesto “Arte dei Rumori”. Perfettamente in linea con la poetica e la filosofia del Movimento, il manifesto di Russolo si presentava critico del passato nella propria dirompente audacia:
L’arte musicale ricercò di ottener dapprima la purezza, la limpidezza e la dolcezza del suono, indi amalgamò suoni diversi, preoccupandosi però di accarezzare l’orecchio con soavi armonie. Oggi l’arte musicale, complicandosi sempre più, ricerca gli amalgami di suoni più dissonanti, più strani e più aspri per l’orecchio. Ci avviciniamo così sempre più al suono del rumore.
La modernità esigeva una nuova musica, non prodotta da note o di strumenti classici, bensì dai rumori della quotidianità cittadina, delle macchine, dei tram e delle fabbriche. Per ricreare questa tipologia di suoni, Russolo inventò una famiglia strumenti musicali, chiamata Intonarumori:
…ci avvicianiamo sempre più al suono-rumore. Questa evoluzione della musica è parallela al moltiplicarsi delle macchine, che collaborano dunque coll’uomo. Non soltanto nelle atmosfere fragorose della grande città, ma anche nelle campagne, che furono fino a ieri normalmente silenziose, la macchina ha oggi creato tanta variertà di concorrenza e rumori…
Tra il 1913 e il 1921, Russolo presentò tra Modena, Milano, Genova, Parigi e Londra il progetto degli Intonarumori, suscitando (a Milano) una rivolta da parte del pubblico, tanto questi strumenti erano desueti. Secondo l’associazione culturale anglosassone Noise of Art, tra gli strumenti di Russolo e nel Manifesto del pittore futurista, è possibile trovare una definizione di musica elettronica contemporanea. Non solo, Russolo sarebbe il capostipite di una linea nella storia della musica che condurrebbe, passando per Schaffer, Henry, Stockhausen, Cage, e i Kraftwerk, all’attuale scena del clubbing internazionale. Durante i mesi di Marzo e Aprile 2014 si svolgeranno per i club e i musei di Londra spettacoli con nomi quali The Reflex, Booka Shade, Generic People per celebrare il centenario dei primi pioneristici concerti di Russolo. Abbiamo incontrato Ben Osborne, per una chiacchierata su Russolo, la techno e il clubbing.
Cos’è Noise of Art?
Sostanzialmente è un collettivo creato per celebrare l’unione tra musica ed arti visive nell’era del digitale. Abbiamo organizzato eventi in posti prestigiosi ed inusuali, quali la Tate, BFI Southbank, il Latitude Festival, The Great Escape, Ether Festival, Royal Festival Hall, Brighton Dome, il Social Club Paris e numerosi club per l’Europa. In collaborazione con gli archivi e l’ufficio della distribuzione della British Film Industries, con la Noise of Art abbiamo musicato diversi film Europei, trai quali la colonna sonora di ‘Inferno’ ad opera dei Booka Shade. Il film è una pellicola italiana del 1918 recentemente riscoperta, tra l’altro.
Noise of Art ha in progetto una serie di eventi per celebrare il centenario de “Il Manifesto per l’Arte dei Rumori” di Luigi Russolo. Chi era costui? Ce ne parli brevemente?
Luigi Russolo era un pittore appartenente al movimento Futurista Italiano con una forte passione per la musica. Nel marzo del 1913, Russolo ha cercato di definire un nuovo concetto di “concerto futurista”. Pensava che la musica futurista dovesse riflettere il mondo del XX secolo, che dovesse riprodurre i suoni del mondo contemporaneo: lo scoppio di una marmitta, lo stridio di una ruota di metallo sulla strada di porfido, il ronzio della corrente elettrica tra i cavi, il sibilio dei binari del tram, dei macchinari industriali e il gorgoglio dato dei congegni nelle fabbriche. Mosso da un motto d’animo contro la canonica musica orchestrale, Russolo scrive: “…non riusciamo più a contenere il nostro desiderio di creare una nuova realtà musicale, senza violini, pianoforti, bassi e noiosi organi… [per] il generoso, solenne, bianco respiro della città notturna…” [Manifesto per l’Arte dei Rumori]. Il 2014 è il centenario della creazione di alcuni strumenti da lui progettati, come alcuni prototipi di sintetizzatori, a del primo concerto di musica elettronica della storia. Non solo ha descritto il nuovo suono della musica moderna, ma l’ha addirittura creato. Addirittura prima di chiunque altro, prima delle moderne tecniche di registrazione o dei primi amplificatori. È stato davvero un precursore, ed il suono da lui inventato e prodotto ci sta bene con I moderno concetto di musica elettronica. La sua pionieristica ricerca ha fatto sì che Russolo diventasse nel corso del XX secolo un’importante influenza tra i teorici della musica ed artisti, dando vita ad una tradizione musicale tra le due guerre perseguita tra gli altro da Schaffer, Henry, Stockhausen, Cage, Kraftwerk e magari anche dall’attuale scena del clubbing.
Dunque, nel manifesto di Russolo potremmo trovare un’ipotetica definizione di techno…
Esiste una connessione diretta tra la musica di Russolo e lo sviluppo della musica considerata elettronica in seguito. Karl Bartos mi ha detto una volta che i Kraftwerk hanno sempre conosciuto Russolo, tanto da considerarlo come un tassello importante nella storia dell’evoluzione della musica elettronica. E se me lo dice uno dei Kraftwerk… be’ insomma… ci credo abbastanza. Durante le due guerre, Russolo di sposta a Parigi, da dove prosegue il proprio lavoro fino alla Seconda Guerra Mondiale. Tra il 1939 e il 1945 gli vengono distrutti tutti gli strumenti durante un raid aereo. Russolo morirà in seguito nel 1947 sempre a Parigi. I concetti e le idee da lui studiati verranno assimilati dalla Musique Concrete a Parigi, esattamente dove Karlhienz Stockhausem avrebbe in seguito studiato. Stockhausen è stata una grande influenza su Luciano Berio, fondatore dello studio di Fonologia e di musica elettronica a Milano nel 1955. Se Berio conoscesse Russolo non ne ho idea, ma Stockhausem ha un certamente un contatto diretto tra Russolo e Kraftwerk.
In che modo l’elettronica è passata da un’arte concettuale al fenomeno di massa attuale, di così smaccatamente pop?
Agli albori, la musica elettronica era solo per pochi, per lo più artisti ed ingegneri, ma si è trasformata ben presto in un fenomeno culturale. Il movimento psichedelico della fine degli anni ’60 è stato sicuramente importante, cito giusto Wendy Carlos con il suo “Switched on Beethoven” nel 1968. Già nel 1967 i Beatles usarono alcuni strumenti elettronici per il loro Sergent Pepper’s, per il singolo “Strowberry Field” e la tecnica del Loop propria della musica concreta in ‘Tomorrow Never Knows’. Sempre lo stesso anno, Paul McCartney scrisse una piece per il festival di musica elettronica alla Roundhouse a Londra. È chiaro quanto i Beatles siano stati fondamentali per lo sviluppo della musica elettronica nella cultura pop. Appartiene alla Moog il primo synth di dimensioni ridotte ad essere usato in tour da Hebie Hancock, cosa che ha creato un hype intorno alla Moog da parte delle band Prog rock (le quali erano già interessate al jazz) e da parte della comunità nera – in generi come il funk e la disco. Questo dunque unisce sia la disco che il prog rock alla storia della musica elettronica.
Da Russolo ad Ableton il passo è stato lungo. Come consideri l’attuale scena elettronica?
Esistono parecchi artisti che ancora fanno musica solo per il piacere di farla e non per i soldi, i quali, come Russolo, stanno facendo musica per perseguire la propria visione artistica. Ma certamente, c’è parecchia gente collegata al business della musica: la vulgata pop della musica elettronica è spesso solo una facciata per racimolare dei guadagni. Ma molti musicisti elettronici contemporanei sono davvero interessati allo sviluppo delle proprie idee, giusto per il piacere di farlo. Purtroppo questo non basta a guadagnarsi da vivere, la gente deve pur sempre mangiare, per cui insieme alla creatività esiste anche una componente economico pratica. Di Russolo ci rimane oggi l’idea di creatività collegata alla ricerca nel campo della musica elettronica e l’idea di musica intesa come progresso e novità.
La musica elettronica ha da sempre due facce: da una parte è sempre stata connessa ad un’idea di futuro, ma dall’altra è sempre stata legata ad un’idea di rabbia, ad un’urgenza quasi esplosiva. Se non sbaglio, la storia di Russolo è legata ad una rivolta, vero?
La prima apparizione di Russolo ha generato una rivolta, perché la gente non era pronta per quello a cui stava assistendo. Ma nella sua mente stava creando una nuova forma di musica che sarebbe dovuta essere per le masse, la colonna sonora della vita quotidiana di queste masse. Penso che cercasse di scrivere una forma di musica moderna, senza però essere elitario. Tutt’altro cercava di essere inclusivo, cosa che credo sia il modo in cui la gente ora intende la musica elettronica. Credo che si tenda a considerare questo genere come qualcosa che possa essere ad appannaggio di tutti, anche se magari non propriamente commerciale. Dopo tutto siamo abituati ad ascoltare la musica della televisione e del cinema.
Qual è dunque secondo te, alla luce di quanto Russolo aveva predetto, il futuro della musica elettronica.
Questo è proprio il tema che analizzeremo durante la serie di eventi in programma durante quest’anno. I tempi sono cambiati così tanto da quanto Russolo scrisse il proprio manifesto. Viviamo in una società post industriale, mentre la società di Russolo era industriale. È per questo che credo che troverebbe la musica di oggi fuori tempo.[/tab]
[tab title=”English”]During the composition and the development of the Futurist Movement, the painter and musician Luigi Russolo wrote in the March of 1913, the Manifesto ‘The Art of Noises’. Perfectly allined with the philosophy and the poetic of the Futuris Movement, the Manifest is critic about the current notion of music:
First of all, musical art looked for the soft and limpid purity of sound. Then it amalgamated different sounds, intent upon caressing the ear with suave harmonies. Nowadays musical art aims at the shrilliest, strangest and most dissonant amalgams of sound. Thus we are approaching noise-sound.
The modernity needed a more sofisticated notion of music, not made up with notes and classical musical instruments, but with noises of the city everyday life, from the noises of the cars, the machinaries, and from the sounds of the industries. In order to re-create these noises, Russolo built a set of instruments called Intonarumori:
Each sound carries with it a nucleus of foreknown and foregone sensations predisposing the auditor to boredom, in spite of all the efforts of innovating com- posers. All of us have liked and enjoyed the harmonies of the great masters. For years, Beethoven and Wagner have deliciously shaken our hearts. Now we are fed up with them. This is why we get infinitely more pleasure imagining combina- tions of the sounds of trolleys, autos and other vehicles, and loud crowds, than listening once more, for instance, to the heroic or pastoral symphonies.
Between the 1913 and the 1921, towards Europe (Modena, Milan, Genoa, Paris and London) Russolo offered a show where he played the Intonarumori, and in a case (Milan) causing a riot between the audience, defenitely not ready for this modern concept of music. For the English independent collective Noise of Art, the Russolo’s Manifest and Intonarumori can be seen as prototypes and forerunners of the current electronic music. Russolo would be the founder of a long musical tradition whom – moving from Schaffer, Henry, Stockhausen, Cage, and the Kraftwerk – would link him to the actual clubbing scene. We met the leader of this collective, Ben Osborne to discuss with him about Russolo and the Noise of Art project.
What is Noise of Art? Which kind of events do you organize as Noise of Art?
Noise of Art is an independent collective that celebrates the convergence of musical and visual disciplines brought about by the digital age. Our events have been staged at prestigious and unusual venues such as The Tate, BFI Southbank, Latitude Festival, The Great Escape, Ether Festival, Royal Festival Hall, Brighton Dome, Edinburgh Corn Exchange, Glasgow Art School, Institute Francais, Social Club Paris and in numerous night clubs. In collaboration with the archive and distribution departments of the BFI, Noise of Art has put new music to a range of early European cinema, including Booka Shade sound tracking Helios’ ‘Inferno’, a recently re-discovered pioneering Italian film from 1918.
Noise of Art is doing events celebrating 100 years since Luigi Russolo wrote “A Manifesto for An Art of Noises”. Who was Luigi Russolo, and why so important?
Luigi Russolo was an Italian Futurist painter who was always fascinated by music. In March 1913 Russolo stormed out of a supposedly futurist concert saying it hadn’t been futurist at all because it used a conventional orchestra. He thought futurist music should reflect the mechanical world of the 20th century. He wanted to hear music made from the sounds of the modern world; the backfiring of motor engines, the clatter of metal rimmed wheels on cobbled streets, the buzz of electricity cables, screaming of tram rails, hissing of steam engines and the rhythmic timpani of the factory floor. Driven to put his rage against outdated orchestral music to paper, he wrote: “We cannot much longer restrain our desire to create a new musical reality, discarding violins, pianos, double-basses and plainitive organs…[for] the generous, solemn, white breathing of a nocturnal city.” (Manifesto for an Art of Noises). 2014 marks 100 years since the Italian futurist painter, Luigi Russolo, created instruments to play the music he imagined, the first prototype synthesisers, and gave the first electronic music concert. He not only described a new music that sounds very like modern electronic music, but also tried to create it! This was before anything like modern recording techniques or even electric amplifiers existed. So he was starting at the very beginning. But the sound he was trying to make would fit very comfortably inside the electronic music genres we know today. Russolo became an influential amongst forward thinking musicians and artists, giving rise to a musical story that connects to the the early electronic music between the wars, then to musique concrete, Schaffer, Henry, Stockhausen, Cage, Kraftwerk and, eventually, contemporary electronic club scene.
So for you, in Russolo’s manifesto we could find an hypotethic definition of techno music. Can you explain this? (Do you know about the research in music made by Luciano Berio as well?)
There is a direct connect between Russolo’s music and all electronic music that followed. Karl Bartos, from Kratfwerk, told me that Kraftwerk always knew about Russolo and he said that Russolo was the first link in the chain of electronic music. If someone from Kraftwerk says he was first, I am inclined to believe him! After the first world war Russolo moved to Paris, where he continued to work on his vision of music up until the second world war (1939-45). During the 1939-45 war his instruments were destroyed in an air raid and he died soon after. But his electronic ideas were taken up by Musique Concrete in Paris, which is where Karlhienz Stockhausen studied electronic music. Stockhausen was then an influence on Luciano Berio, who took the music back to Italy and founded the Studio di Fonologia electronic music centre in Milan in 1955. Whether Berio was aware of the connection with Russolo I have no idea. But Stockhausen has a direct link to Kraftwerk (they were all influenced by him and Bartos was a student of Stockhausen) – and Kraftwerk influenced everyone that followed.
In your opinion, how electronic music moved from Conceptual art to pop culture? At the very beginnig, electronic music was only for few people, mostly artists or engeneers, but then it has became a cultural phenomenon.
The Psychedlic movements of the late 1960s were very important. It created a search for new music that coincided with advances in synthesisers. So we see Wendy Carlos’ “Switched on Beethoven” LP using an early Moog designed synthesiser becoming a hit record in 1968. In 1967 The Beatles used early electronic instruments for the “Sargent Pepper’s…” LP and “Strawberry Fields” single, as well adapting the loop techniques of Musique Concrete on “Tomorrow Never Knows” in 1966. In 1967 Paul McCartney had written an electronic piece for an electronic festival at the Roundhouse in London. So The Beatles were very important in moving electronic music into the popular music world. In 1970 the first synthesiser that’s small enough to be used by a touring rock band had been made by Moog. Herbie Hancock was the first musician to tour with it. This brought the Moog to the attention of both prog rock bands ( who were always interested in jazz) and to the developing trends in black music – such as funk and disco. This links both disco and prog rock into the story of electronic music as we know it today.
Form Russolo to Ableton: is there still a noble meaning behind electronic music or is it now just a business?
There are many artists making electronic music that don’t care about the business side of it. Like Russolo they’re making music because they have an artistic vision. But of course there’s also people in it because it’s popular now and they can make money out of it. The “pop music” version of electronic music is often just about making money. But lot of electronic music is driven by something else. It has its own set of rules and evolves for it own reasons. Usually that isn’t just about making money. People still have to eat, so there is still a need to make money, but that’s not the only driving force. It’s more about creativity. And electronic music that seeks to innovate is carrying on Russolo’s work to a certain extent. That idea of progress and newness in electronic music is one of his legacies.
Electronic music have always had a double face: from a point of view has always been related to a scientific/futuristic vision of the world, but from another point of view, it has always been related to anger, because of its explosive power. If I’m not wrong Russolo’s story is linked to a riot, is him?
Russolo’s first gig caused a riot because people weren’t ready for the sounds he wanted to make. But in his mind he was creating a form of music that was designed for the masses and would speak to the masses about their everyday lives. I think he was describing an advanced form of music, but it was not elitist. It was inclusive. And I think that tends to be the way people think about electronic music today. There was a phase when it was considered high art and distant. But I think people want it to be enjoyed by everybody today, even if it isn’t designed to be commercial music. After all we are all used to hearing it on television and in films (the work of the BBC’s Radiophonic Workshop was very important in that). So it’s no longer an alien or distant form of music. In fact most of the music you hear today is in some sense electronic.
In your opinion, which is the future of the electronic music?
We’ll be looking at electronic music’s future during the course of events this year with some conference events on the future music. Times have changed so much since Russolo wrote his manifesto. We live in a post-industrial society, where as Russolo wrote his Manifesto in an industrialising society. So I suspect he’d think the electronic music we’re making today is very out of date.[/tab]
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