La scena techno di Berlino, al contrario di come spesso si possa pensare, non si riduce solamente alle varie Klubnacht proposte da Berghain e Tresor, avvolte dall’hype e frequentate da un pubblico sempre meno educato che si trova nel club più per la localizzazione sui social che per la musica proposta.
All’ombra del Reichstag, infatti, ogni settimana vengono offerti una serie di eventi musicali di ogni genere, basta sapersi informare al di là dei canali di comunicazione maggiormente conosciuti. In fin dei conti poi è quasi sempre così: il passaparola (ma spesso anche Facebook) rimane ancora il modo migliore per scoprire se a distanza di qualche giorno ci sarà nei dintorni un evento interessante organizzato in location meno conosciute al quale non poter assolutamente mancare.
Proprio due di questi eventi meno “mainstream” sono protagonisti del nostro report: durante l’ultima settimana di aprile, infatti, abbiamo partecipato a due esibizioni artistiche molto interessanti che distano anni luce da quello che possiamo trovare un normale sabato sera nei club più famosi della capitale tedesca. Mercoledì 20 aprile all’Ohm (piccolo club situato nella stesso edificio di Tresor e Kraftwerk) ha avuto luogo Avian Five Year Anniversary, la celebrazione dei cinque anni di vita della label del dj/produttore inglese Shifted e il mercoledì seguente, nella maestosa e suggestiva Halle am Berghain, siamo stati testimoni dell’installazione visual audio “White Circle” in collaborazione con Raster-Noton, label tedesca nata nel 1995 dal genio di Brett Schneider.
Avian Five Year Anniversary
Come detto, nella capitale tedesca – cosa che accade poi in tutte le realtà – esiste anche un tipo di clubbing più di nicchia, che si rivolge principalmente ad un pubblico esigente e difficile da accontentare. Quello che viene offerto in queste circostanze è una situazione esclusiva dove facce conosciute si incontrano per assistere ad un evento musicale di qualità elevata. Questo è il caso dello showcase organizzato all’Ohm per festeggiare i cinque anni di Avian.
È un mercoledì sera di fine aprile, addosso sciarpa e cappotto e per strada poche persone. Raggiungere il Tresor è semplice, trovare l’Ohm anche: stesso stabile, una porta più in là. Ci presentiamo alle dieci e mezzo nonostante le porte fossero già aperte da mezz’ora. Una ragazza ci domanda se il nostro nome figura sulla lista: Five Year Avian Anniversary è un party al quale si entra quasi solamente su invito, fatta eccezione per il ristretto numero di prevendite, andate a ruba quasi immediatamente. L’atmosfera è molto suggestiva: ad ogni angolo del piccolo locale troviamo grandi candele le cui fiamme tremolanti illuminano il bancone del bar e muri scrostati di piastrelle e cemento che conferiscono al club quel tocco decadente che tanto piace a chi frequenta questo tipo di ambienti. “Abbiamo cercato di ricreare quello che Avian vuole trasmettere con la propria musica” ci viene spiegato mentre ci guardiamo attorno curiosi.
Sulle pareti sono appesi qua e là fogli A4 con stampato il running order: si parte con un warm-up dove si alternano Shifted, Sigha e Pris, per poi continuare – attorno a mezzanotte e a locale già pieno – con il tanto atteso debut live di Sigha. Una volta finita la performance, Shifted ci intrattiene con il suo ipnotico dj set fino alle due e mezzo quando, con un disco house cantato, consegna il testimone prima al live di 400PPM e poi a Pris, che chiude in bellezza la serata con un set dalle sonorità dark e meditabonde.
Musica di qualità quindi: la techno violenta, impulsiva e decadente di Sigha, si mescola a quella comunque più circolare e ipnotica di Shifted. È una situazione interessante quella che si trova al locale di Kopenickerstrasse, un pubblico scelto e ben amalgamato: addetti ai lavori e amanti del genere si trovano fianco a fianco non solo per assistere alle performance dei due produttori inglesi, ma anche per conoscersi e scambiare opinioni su ciò a cui stanno assistendo. È un mercoledì sera piacevole, la gente è tanta fino alle due di notte e chi organizza è contento: c’è ancora una buona risposta quando la musica e chi la produce sono i protagonisti assoluti. Niente infiocchettamenti, niente tag su Facebook per far vedere ai propri seguaci che siamo riusciti a entrare qua piuttosto che là, niente abiti neri e capelli leccati, solo la piacevolezza di vivere il momento facendo quello che tutti noi amiamo di più: ascoltare.
L’atmosfera è calma, nessuno è mai sopra le righe neanche a tarda notte, quando chi fa un lavoro d’ufficio è ormai andato a casa da un pezzo e sul dancefloor c’è più gente che al bar. Avian Five Year Anniversary è un evento studiato in ogni minimo dettaglio e perfettamente riuscito, grazie all’ottimo lavoro organizzativo, la techno di qualità ed un pubblico col quale poter non solo scambiare quattro chiacchiere, ma anche scatenarsi in pista.
Raster-Noton: “White Circle Installation”
Il pomeriggio di mercoledì 27 aprile mi preparo ad assistere all’evento in collaborazione con Raster-Noton: un’installazione, denominata White Circle, che promette un’esperienza visio-sensoriale intensa, abbinata con i toni drone ed experimental dell’etichetta discografica di Frank Bretschenider. La location, l’antro buio, imponente e madornale della Halle am Berghain. Per chi non ci fosse mai stato, questa sala si trova nell’ala sinistra dell’immensa struttura di un dei club più frequentati d’Europa ma viene utilizzata in ben poche occasioni se si pensa all’affluenza di clubber che settimanalmente frequentano il posto. Infatti viene principalmente usata per eventi al di fuori del mondo musicale in sé, come sfilate o appunto installazioni artistiche, ed è aperta nelle notti delle Klubnacht solo per date davvero speciali, come lo sono state i dieci anni del Berghain o Capodanno. Il motivo è che questo spazio è grande probabilmente il doppio del Berghain stesso: immediatamente entrati, l’atmosfera è sia cupa che eterea, quasi a rispecchiare perfettamente le sonorità post-apocalittiche e decadenti della label Raster-Noton. Dai soffitti scendono coni di cemento che ricordano dei camini appesi al contrario, probabilmente residuo mai rimosso della composizione della ex centrale elettrica. Mi colpisce un occhio, enorme, disegnato su uno di essi che guarda fisso verso il basso, immobile nel tempo e nello spazio come a sottolineare come quanto il passato e il presente si fondano in una sospensione temporale inafferrabile.
Non sapendo bene cosa trovarmi di fronte salgo le scale che portano al centro della sala: lì mi imbatto nella White Circle Installation, un grande cerchio composto da neon bianchi distanti una decina di centimetri gli uni dagli altri. Non appena mi posiziono al centro del cerchio, la luce dei neon si accende emanando anche il suono di una nota. Da lontano, vedo uno schermo posizionato a terra che mostra una playlist: quelle saranno le tracce musicali, ovviamente tutte firmate Raster-Noton, sulle quali è stata costruita l’installazione visiva del cerchio bianco.
Frank Bretschenider, Bytone, Kanding Ray e Alva Noto mi accompagneranno in questa esperienza multisensoriale per la durata di circa mezz’ora. L’intro “Circle In The Round” di Frank Bretschenider: sei altoparlanti posizionati in maniera circolare all’esterno del cerchio, la luce tra il pubblico e la musica rimbombano nella Halle. I neon si accendo e spengono a gruppi di due, sei, dodici, perfettamente coordinati con i toni schizofrenici del brano, come se provenissero da uno xilofono scordato e inarrestabile. La musica continua e i neon si intervallano veloci, tra luce bianca e buio, come una sorta di video-game ultraterreno fino ad una corsa finale che diventa sempre più fragile e labile che si conclude con l’esaurimento della luce di un singolo neon in corrispondenza dell’ultima nota.
Dopo questo suggestivo spettacolo, è il turno del brano di Byetone “Argon Array” che continua un viaggio paradossale dove il noise, incontra la luce abbagliante. E poi ancora, i toni tribali di Kanding Ray con la sua “Systemic Deconstructions in D” avvolgono il cerchio in un’atmosfera cupa, gutturale e intensa. Infine, è Alva Noto a chiudere il tutto con due tracce, “White Circle Sequence” e “White Circle Dual” della durata complessiva di quattordici minuti: toni che richiamano onde marine sintetizzate, un tripudio di noise e drone, i neon sembrano quasi ondeggiare nella calma apparente delle note dell’artista e compositore tedesco.
La White Circle Installation è un’esperienza pluridimensionale del tutto singolare, che dà l’accento ad una realtà artistica sperimentale, industriale, postmoderna e altamente suggestiva.
Dopo aver assistito a due spettacoli così suggestivi e diversi tra loro, non possiamo che concludere dicendo che gli amanti dell’arte e della musica techno, possono ancora fare affidamento sulle possibilità che una città come Berlino offre, non limitandosi unicamente all’alienazione da club aperto twentyfour-seven che si ha in mente non appena si appoggia un piede giù dalla scaletta dell’aereo. È chiaro, bisogna sempre “stare sul pezzo” tenendo le orecchie ben aperte, ma come tutte le grandi città che si rispettino, anche la capitale tedesca è in grado di soddisfare la sete di novità di un pubblico della notte sempre più esigente e curioso.