Quella che vi presentiamo oggi è una carrellata di dieci nomi in grado di segnare in modo indelebile l’anno che sta per concludersi. Dieci artisti molto diversi tra loro che hanno avuto il merito di interpretare al meglio l’umore e il gusto del proprio pubblico di riferimento, basti pensare alla coreana Peggy Gou o ai partenopei Nu Guinea, giusto per citare due degli esempi più eclatanti; oppure che si sono resi protagonisti di passaggi a vuoto che, come nel caso delle Discwoman, ci hanno fornito l’assist per importanti spunti di riflessione.
Dieci, dicevamo: siamo consapevolissimi che la lista sarebbe potuta essere più corposa e ben più ricca di volti su cui spendere le nostre parole, ma al momento della scelta non abbiamo avuto dubbi su chi, questo 2018, l’ha davvero marchiato a fuoco.
PEGGY GOU
“Prima o poi ce la ritroveremo pure nei pacchetti delle patatine”. C’è capitato di leggere anche questo, tra le migliaia di battute spese, tra magazine di varia natura e social network (il campo di gioco preferito dalla coreana), e a conti fatti è più che probabile che accada, perché la scalata che ha visto come protagonista Peggy Gou negli ultimi due anni – con un importantissimo e decisivo strappo in questo 2018 – è qualcosa da far invidia a chiunque abbia delle velleità nel mondo della musica elettronica. Se a tutte le sue doti extra-musicali aggiungiamo che in consolle ci sa pure fare, allora capite bene che non può non essere lei la dj dell’anno.
APHEX TWIN
Abbiamo avuto modo di tastare il polso di Aphex Twin a inizio novembre quando, grazie a un uno-due degno del miglior Mike Tyson, ci siamo goduti prima il suo live al Funkhaus di Berlino e poi a Club To Club. Il responso è stato unanime: il buon Richard è in forma e, che piaccia o meno la sua musica, che ci vadano a genio o meno i suoi ultras, non può non essere considerato uno dei nomi a cui guardare per tastare lo stato di salute della musica elettronica. Diventare uno dei personaggi dell’anno con un pugno di show: ecco la grandezza di Aphex Twin.
NU GUINEA
In un anno Massimo Di Lena e Lucio Aquilina sono riusciti prima a pubblicare un album avvincente e appassionante, poi a consolidare il live/dj set che ci avevano fatto assaggiare nei mesi precedenti ed infine a mettere in piedi un live solidissimo, divertente e ricco di guizzi, uno show che poi hanno avuto il merito di presentare a Dancity, Spring Attitude e in un’altra manciata di date giustissime. Ecco perché i Nu Guinea non possono non essere considerati il progetto italiano più improntante e interessante dell’anno – sì, anche più del concittadino Liberato. Negarlo vuol dire una sola cosa: aver dei serissimi problemi di udito.
ADIEL
Per darvi una misura della crescita di Alessia Di Livio, in arte Adiel, basta prendere il calendario delle sue date e focalizzarsi su quanto in programma negli ultimi due mesi del 2018: tolto un buon numero di date “minori” e quelle al Goa Club, di cui è resident da anni e dove ha diviso e dividerà la consolle con Tema Sumo, DJ Stingray, Onur Özer e Francesco Del Garda, restano il Dude Club con Jeff Mills, il party Circoloco al Printworks di Londra e la Klubnacht del 29 dicembre al Berghain di Berlino. Noi ve l’avevamo detto a inizio 2017, praticamente due anni fa, che avrebbe spaccato.
DISCWOMAN
L’abbiamo detto fermamente e non abbiamo paura di ripeterci: quanto fatto dalle Discwoman prima e durante l’Amsterdam Dance Festival non c’è piaciuto. Non ci ha infastiditi quanto le cazzate dette da Konstantin in merito al talento delle ladies della consolle, ma la loro presa di posizione autoritaria non è stato un bell’esempio per nessuno. Se la scena vuole crescere, i suoi protagonisti non possono non fare di più: non chiediamo di porgere l’altra guancia, nonostante il periodo dell’anno si presti a meraviglia ai propositi di cristiana natura, ma almeno di dialogare.
YOUNG SIGNORINO
Basterebbe andare a ripescare quanto scritto dal nostro Mattia Tommasone lo scorso aprile, polemiche sterili annesse, per metterlo a pieno titolo tra i primi tre personaggi dell’anno. Se a tutto questo aggiungete che con “Mmh Ha Ha Ha” Young Signorino ha davvero fatto il botto (oltre venticinque milioni di riproduzioni su Youtube non sono bruscolini), allora può esservi finalmente chiaro il potenziale di questo giovanissimo romagnolo. Non sarà Aphex Twin, pensate un po’, ma anche nella musica i numeri contano.
SOPHIE
Nonostante si sia abbattuto sulla scena elettronica già lo scorso anno, insieme a tutto il carrozzone della PC Music, il personaggio SOPHIE sembra aver trovato la quadra definitiva durante il corso di quest’anno: c’ha messo finalmente la faccia (nel senso letterale) e il suo “Oil Of Every Pearl’s Un-Insides” è un album che, con ogni probabilità, molti di noi capiranno solo al termine del 2019. Quando SOPHIE sarà un fenomeno mainstream, è chiaro, e non perché avrà prodotto Madonna e Charli XCX. Quello l’ha già fatto.
AMELIE LENS
Una volta Amelie Lens mi è stata descritta così: “hai presente la musica di Len Faki che in tutto ha due suoni e un diavolo di effetto-fruscio con cui carica i drop? Lei riesce addirittura a sintetizzarlo, portando il numero dei suoni a uno, più ovviamente l’immancabile fruscio”. Non so se sia possibile che un artista così descritta possa scalare le vette dell’Olimpo della techno con tanta velocità, ma ad Amelie Lens va dato atto di una cosa: negli ultimi anni pochi artisti si sono presentati al grande pubblico con la sua determinazione, lasciando da parte ogni chiacchiera superflua. Se a tutto questo aggiungete un bel portamento e una sana dose di faccia tosta ecco, ora il suo successo non può che esservi più chiaro.
SKEE MASK
In un periodo in cui la rave music si è impossessata nuovamente dei palcoscenici techno più ambiti del mondo, basti pensare a quanto il pubblico sia tornato ad apprezzare i dischi prodotti a cavallo degli anni Novanta, è stato chiaro sin da subito che fosse necessaria la figura di qualcuno in grado di incanalare certi input dentro a soluzioni in qualche modo “innovative”. E così è spuntato il ragazzo con la maschera da sci, per la verità già autore di lavori succosissimi su Ilian Tape, che a fine maggio di regala “Compro”, un lavoro dove è stato in grado di far convivere e coesistere, in modo intelligente e avvincente, Boards Of Canada, Authecre, Basic Channel e (ovviamente) l’immancabile Richard D. James. Lo aspettiamo su Warp nell’immediato futuro.
SALVATORE GANACCI
L’obiettivo di Salvatore Ganacci era quello di far parlare di sé, è evidente, e non si può dire che non sia riuscito nel suo intento, certo è che il suo show al Tomorrowland ha ben poco di qualificante. Anzi, volendo provare a riassumere il nostro pensiero su di uno show di questo tipo, potremmo provare a chiuderla lì con un “imbarazzante”. Poi sì, ci sarebbe pure la musica, ma vorremmo evitare di aggravare la sua posizione.