Secondo appuntamento con le interviste ai personaggi chiave che si celano “dietro” le etichette musicali (potete leggere la puntata precedente sulla Get Physical) per scoprire le scelte artistiche che muovono alcune tra le migliori realtà internazionali in ambito elettronico. In questa puntata abbiamo intervistato Joel Leoschke il fondatore insieme a Bruce Adams label manager – della Kranky, storica etichetta americana che si è imposta come punto di riferimento di certo fare “sperimentale” in musica, con un’attenzione particolare verso le emozioni che le sonorità di volta in volta acustiche, elettriche ed elettronico-ambientali suscitano nell’ascoltatore.
Ci è piaciuta molto una descrizione che avete dato dell’etichetta sulla pagina Facebook, vale a dire “going nowhere slow”. Musica intesa come viaggio atmosferico dell’anima… o perlomeno per noi di questo si tratta. Chi l’ha scelta e perché?
L’ho pensata io stesso, il vecchio adagio dice “going nowhere fast” così ho invertito il suo significato. E’ una considerazione sulla società moderna dove tutto scorre in fretta e non si compie più nulla che abbia un valore durevole. Vale anche per la mancanza di concentrazione di molti nei confronti della musica; non hanno il tempo di rallentare ed immergersi nelle profondità di un album e di farlo più volte, diventa solo un rumore di sottofondo per loro. Ognuno dovrebbe rasserenarsi e fare un bilancio su ciò che gli accade intorno, ascoltare alcuni suoni che lo possano aiutare a decelerare.
Da cosa siete partiti? Avevate un’idea di fondo chiara oppure avete semplicemente proposto quello che vi piaceva a titolo personale… il primo lavoro è l’indimenticabile (quanto seminale) “Prazision EP” dei Labradford.
Per la prima pubblicazione ci siamo impegnati anima e corpo per favorire il debutto dei Labradford. Inizialmente non c’era una modello particolare di estetica sonora da seguire, piuttosto un vago sentore che ha preso corpo abbastanza velocemente. Questa attitudine si è poi sviluppata con un ritmo lento ma costante.
Cosa vuol dire lavorare e svilupparsi nell’ambiente americano? Alcune vostre sonorità potrebbero rimandare alla scena ambientale/IDM inglese o forse questo è solo un preconcetto…
Non so quanto possa influire la nostra posizione geografica su ciò che facciamo, lavoriamo con artisti provenienti da molti paesi. Le persone potranno sempre trovare dei punti di contatto riguardo gli artisti e le scene musicali. Si tratta di qualcosa di personale. Io tendo ad ignorare quasi tutto quello che succede, musicalmente parlando, al di fuori della Kranky, è l’unico modo per mantenere la mia sanità mentale in questo business.
Come si fa a rapportarsi con talenti enormi quali Labradford, Low, Pan-American, Godspeed You! Black Emperor, Deerhunter, Loscil, Tim Hecker (solo per nominare i primi che ci vengono in mente) senza montarsi la testa?
Se ci fossimo montati la testa non avremmo collaborato con nessuno degli artisti sopra citati.
Quali sono le principali difficoltà nel mantenere un alto profilo nel tempo? Immaginiamo che esprimere qualità porti ad altra qualità ma non sarà solo questo.
E’ un business volubile nel quale non puoi assolutamente prevedere quello che la gente apprezzerà. L’artista sul quale riponi maggiormente la tua fiducia potrebbe essere ignorato mentre l’album che dai alle stampe pensando che nessuno capirà potrebbe sfondare e raggiungere un vasto pubblico.
Nella vostra esperienza com’è cambiata l’industria discografica? Le sfide dell’oggi saranno molto diverse da quelle del vostro esordio.
E’ un ambiente in continua evoluzione ed insito di sfide, noi teniamo la testa bassa ed andiamo avanti.
Come scoprite i nuovi artisti da mettere sotto contratto, avete una sorta di osservatorio dove tenete d’occhio i nuovi talenti?
Utilizziamo ogni modo possibile, non esiste un metodo più efficace dell’altro. Comunque abbiamo un osservatorio, solitamente è un breve un elenco di artisti con i quali siamo in contatto e dai quali attendiamo nuovi suoni che ci spingano a collaborare con loro.
Quali sono state le tappe più importanti di crescita per la Kranky?
Direi ogni avvenimento accaduto, ce ne sono sempre di nuovi. Nel momento in cui ti soffermi su una qualunque idea avuta in passato rischi l’inerzia, e l’inerzia è la morte.
Programmi per il prossimo futuro?
Teniamo nascoste le nostre carte fino al momento in cui è opportuno svelarle.
English Version:
Second round of the interviews with key people that act “beyond” the music labels (you can read the previous date here) to discover the artistic choices that move some of the best international brands in the field of electronics. In this episode we interviewed Joel Leoschke the founder together with Bruce Adams label manager – of Kranky, the American label that has established as a reference point to certain “experimental” music, with particular attention to the emotions that acoustic, electric and electronic-ambient sounds evoke in the listener.
We love the description you gave about the label on the Facebook page “going nowhere slow”. Music like an emotional soul journey… or at least for us this is all about. Who chose it and wherefore?
That was coined by myself, the old adage is “going nowhere fast” so i just flipped it. it’s a comment on modern society wherein everyone scurries about in such a hurry and doesn’t accomplish anything much of lasting value. it also applies to the lack of commitment most people have to listening to music; they don’t have time to slow down and truly listen to an album in depth and to do so repeatedly, it’s mostly background noise for them. everyone should just slow down a little and take stock of what is happening around them, and listen to some sounds that can help you to decelerate.
In the beginning you had a background idea of what to do or you just proposed the sound you liked most? The first work was the memorable “Prazision LP” of Labradford.
For the first release we were compelled to act by being confronted with the debut single by Labradford. initially there was no particular “sound” aesthetic being pursued but a vague one did coalesce pretty quickly. this aesthetic has since expanded at a slow but steady pace.
What does it mean to work and evolve in the U.S.? Some of your sounds may refer to the English ambient/IDM scene or maybe this is just a misconception…
I don’t know that our location has had much affect on what we do, we have worked with artists from many countries. people can make what references they like to any other artist or scene. again, that is entirely subjective. i pretty much ignore almost everything else that is going on musically that is not affiliated with Kranky, it’s the only way i can keep my sanity in this business.
How do you handle such great artists like Labradford, Low, Pan-American, Godspeed You! Black Emperor, Deerhunter, Loscil, Tim Hecker (just to name the first that come to mind) without become a poseur?
If we were “poseurs” we would not have worked with any of the above mentioned artists.
Which are the main difficulties in maintaining a high profile in time? We imagine that present quality leads to other quality but it will not be just that.
It’s a fickle business in that you never know what people will latch onto in a bigger sense. the new artist you might think can make something happen will be ignored, and the album you release and think that no one will understand it can break through to a larger audience.
In your experience how has changed the music industry? Today’s challenges are probably very different from those of your debut.
It’s always changing and always challenging, we just keep our heads down and move forward.
How do you find new artists to put under contract, you have a kind of observatory where you keep an eye out for new talents?
However and wherever we can, there is no single method. and yes, there is usually a very short list of artists that we are in contact with and from whom we are awaiting new sounds that may lead us to work with them.
Which were the most important growing stages for Kranky?
All of them, it does not stop. the moment you rest on any idea of past accomplishments you risk inertia, and inertia is death.
Plans for the near future?
We hold our cards tight until it is time to reveal them.