[tabgroup layout=”horizontal”]
[tab title=”Italiano”]L’ormai consolidata label berlinese Fachwerk è giunta quest’anno al suo ottavo anniversario. Per festeggiarlo, il fondatore e proprietario Mike Dehnert insieme agli amici e colleghi Roman Lindau e Sascha Rydell, hanno iniziato un label tour che li vedrà impegnati fino all’inizio del prossimo anno. Ovviamente per questa occasione non poteva mancare una release speciale che è la compilation “8 Years Fachwerk”. Uscita lo scorso 4 Settembre questa raccolta è stata curata da Roman, Sacha e Mike che ha inserito all’interno una traccia anch’essa chiamata “8 Years Fachwerk” di cui possiamo goderci il video di presentazione.
Quest’anno festeggiate otto anni di attività. Innanzitutto, com’è nata la label? Quali sono stati i bisogni primari che hanno dato vita a Fachwerk?
Mike: Ero annoiato dal suono di quel periodo e volevo rilasciare la musica nella mia comprensione in modo che non sarei dovuto scendere a compromessi per fare musica. Questo è stato il motivo principale per cui ho creato la mia etichetta.
Come sono stati questi otto anni e quali sono stati gli eventi e le cose che ricordate in particolare?
Roman: Oh, ne sono successe molte in 8 anni. Il culmine per me è stata una richiesta di licenza su Fachwerk da Ostgut Ton. Dopo aver rilasciato la mia prima traccia “Raumgestaltung”, Ostgut Ton mi ha chiesto una licenza per il Berghain Mix 02 di Len Faki. Ero veramente felice ma anche molto sorpreso perché era il primo disco che avevo rilasciato. Questo è stato il biglietto da visita per suonare al Berghain. Era il 2009. Un anno dopo Ben Klock mi ha chiesto di fare un brano esclusivo per la Serie Berghain Mix. L’ho fatto e lo mise nel suo Berghain Mix 03. Accanto a miei obiettivi personali, abbiamo ottenuto più e più volte l’attenzione con le release precedenti su Fachwerk. Aiuta il fatto che noi siamo amici di lunga data e ci incontriamo ogni settimana per cenare insieme, ascoltare musica, parlare e analizzare lo sviluppo della scena. Tutti quelli che producono musica sanno quanto può essere difficile a volte essere costantemente creativi, ma noi ci spingiamo e ci motiviamo ancora e ancora l’un l’altro. Il risultato è che abbiamo fatto uscire costantemente roba interessante nel corso degli anni. Siamo davvero orgogliosi che la gente parla del “Fachwerk Sound”. E siamo orgogliosi del fatto che fino ad oggi non abbiamo avuto bisogno di grandi nomi come remixer per avere successo.
Mike: Abbiamo avuto molti grandi momenti negli ultimi anni, non è facile selezionarne soltanto alcuni. Sono davvero orgoglioso che questo lavoro costante è onorato da label night in tutto il mondo. Puoi viaggiare e diffondere la tua passione per la musica con persone di tutto il globo e avere la possibilità di fare grandi esperienze all’interno di molte culture diverse. E tutti condividono la stessa passione per la musica. Inoltre ogni release su Fachwerk era una bomba a causa del suo suono unico e della passione che mettiamo in ogni traccia come nelle release di ogni singolo artista o in un progetto come l’album degli 8 anni di Fachwerk.
Dal 2007 ad oggi l’industria discografica è cambiata molto soprattutto a causa dell’avvento del digitale, ma nonostante questo avete mantenuto la vostra personalità come etichetta e, cosa molto importante, continuate a stampare anche in vinile. Quali sono le scelte strategiche che avete adottato in questi anni che vi hanno permesso di arrivare fino a qui?
Mike: Principalmente sta sviluppando un suono unico! Non era proprio una strategia pianificata, ma è capitato che la gente ha iniziato a chiamarlo “Fachwerk Sound”. Questa è una cosa importante che ci rende diversi dagli altri, un fattore di successo. Penso che un sacco di etichette si concentrino troppo sul lato commerciale delle cose come l’immagine e la promozione. In questi modi, la musica diventa secondaria. Diventa più come una società che come un’etichetta e in questo modo non hanno alcuna identità musicale. Dall’altro lato ci sono le etichette che si concentrano troppo sulla musica e spesso non durano più di un anno. Io non so come Fachwerk sia durata otto anni. Immagino che abbiamo trovato un equilibrio, ma ho solamente fatto quello che sentivo che era giusto fare. In tutto questo tempo non c’è stata alcuna disputa con me stesso sul digitale e sul vinile. Entrambi i formati sono importanti per le uscite, ma il mio obiettivo principale è sempre il vinile, perché mi piace questo formato e mi piace preparare la selezione delle tracce, qual è il lato A, il lato B. A mio parere un vinile viene preparato in modo diverso solo a causa dei propri limiti. Questo spinge solo ad essere più creativi alla fine.
Fachwerk è sempre stata legata principalmente alle sonorità techno, avete mai pensato di esplorare generi diversi da quello? Credi che questa scelta possa snaturare l’etichetta?
Mike: Fachwerk è focalizzata nella techno e nell’house. Ma penso che tra la techno e l’house ci sia un sacco di spazio. In questo modo l’etichetta è aperta per le esplorazioni. La musica elettronica e in particolare i generi techno e house hanno una vasta gamma per le interpretazioni e lasciano un sacco di spazio per la sperimentazione. Limo per esempio ha rilasciato su Fachwerk un EP più mirato per ambient ed electro pop ed era veramente buono. Quindi il concetto dell’etichetta è aperto per i diversi generi e lo sono anche i fans in giro per il mondo.
Quali sono i criteri con cui scegliete le nuove release e i nuovi artisti per Fachwerk?
Mike: Oh, è facile rispondere a questa domanda: un suono unico e originale!
Molti non sono a conoscenza della quantità di lavoro che c’è dietro un’etichetta e di tutte le figure professionali che hanno un ruolo chiave. Qual è l’iter che seguite per offrire tutte le volte una nuova release di qualità? Per fare un lavoro di questo tipo quanto è importante anche l’istinto, soprattutto per un A&R?
Mike: Certo, c’è un sacco di lavoro quotidiano. Penso che sia importante essere chiari con ciò che si vuole fare. E fare quello che vuoi nel modo giusto significa non essere influenzato da altri ed essere sicuri di sé. All’inizio è un istinto intuitivo e poi alla fine tutto diventa professionale.
Per festeggiare gli otto anni della label stai facendo un tour che ti vedrà impegnato insieme a Mike Dehnert e Sascha Rydell. Una delle date si è svolta lo scorso 31 Luglio qui in Italia al Transition Lab. Com’è stato il party e come vi siete trovati a suonare in Italia?
Roman: E’ stato davvero bello suonare di nuovo alla Torre Regina per il Transition Lab e la festa è stata incredibile. Una location impressionante e un pubblico pazzesco. Cosa c’è di meglio? Grande rispetto e un grande grazie al nostro Fachwerk-amico Limo perché ha organizzato gli eventi lì per alcuni anni e ci ha invitato ogni volta per portare il suono Fachwerk nel Sud Italia. Mi piace molto suonare in Italia, le persone sono di mentalità aperta, calorose e naturalmente c’è una folla di persone stupefacente. Ad essere onesti mi piace anche la cucina italiana.
Si parla molto spesso di Berlino come capitale del clubbing europeo, nel corso degli anni sempre più artisti decidono di trasferirsi li. Quanto pensi possa aver influito per Fachwerk avere una “base” a Berlino? Mi riferisco anche alle label night che avete fatto al Berghain in tutti questi anni.
Roman: Berlino è un grande centro di cultura oggi, ovviamente, anche per la musica elettronica. Un grande vantaggio è che si possono incontrare un sacco di persone dalla scena solo per una birra. Mi piace molto andare a Berghain di Domenica, perché tanti dj incontrano lì per un drink e per fare due chiacchiere. Naturalmente può aiutare a stare qui, ma penso che non sia una ricetta per il successo. Si può stare dove si vuole, si può avere successo se la musica è bella. Per il nostro sviluppo è stato molto più importante crescere a Berlino, con il suono di Berlino. Abbiamo iniziato a uscire agli inizi degli anni 90 nei club come E-Werk, Tresor, WMF. Oh, mi rendo conto che ora siamo così vecchi! Mike ed io amavamo ascoltare Dj Dixon al WMF. Questo è uno dei motivi per cui Fachwerk non è techno pura e forse è anche influenzata dall’house.
Mike: Noi siamo di Berlino, siamo nati qui e cresciuti in questo spazio liberi di fare le cose in modo diverso, lo sviluppo dei club, la musica elettronica e l’atmosfera intorno a queste cose, tutte basate in un momento particolare della storia di questa città, quindi per noi è normale, è la nostra città natale. Non so esattamente se vi è un’influenza diretta e consapevole all’etichetta comunque. Ma certamente è cambiata anche negli ultimi anni. Tutto ha una struttura, molti artisti si uniscono in questa città per uno scambio creativo, in questo modo hai sicuramente la possibilità di sviluppare ed esprimere la tua passione. Certo, il Berghain di Berlino è un luogo ideale per noi per esprimere la nostra passione da anni nelle nostre label night. Abbiamo la possibilità di creare una notte intensa in un modo diverso con tutti gli artisti dell’etichetta in un lasso di tempo di 20 ore, solo il Berghain può farlo.
Lo scorso 4 Settembre è uscita la nuova compilation “8 Years Fachwerk” che hai fatto insieme a Mike e Sascha. Vi siete riuniti in studio tutti insieme dopo tre anni dall’ultima volta, com’è stato lavorare a questa compilation? Ma soprattutto qual è il messaggio che volete dare con questo ultimo lavoro?
Ci siamo incontrati spesso nel mio studio per ascoltare alcuni brani realizzati da ciascuno di noi. Soprattutto per questo progetto abbiamo speso un sacco di tempo per pensarci. Era più un processo di quello che si adattava meglio insieme per mostrare contemporaneamente la nostra varietà e il concetto di techno. Si tratta di una compilation con il carattere di un album: c’è un intro, ci sono interludi e un outro. Il messaggio è: “Noi facciamo quello che amiamo e che non è basato sull’accettazione di massa. Questo è ciò he ci rende unici”.
Che programmi avete per il futuro? Quali sono i vostri nuovi obiettivi?
Ci vedremo presto in Italia per un bello e intenso viaggio sonoro con Fachwerk. Oltre a questo, molte idee e progetti sono in arrivo, ma vi lasciamo perché vogliamo sorprendervi![/tab]
[tab title=”English”]The long-established Berlin label Fachwerk, this year reached its eighth anniversary. To celebrate, the founder and owner Mike Dehnert with friends and colleagues Roman Lindau and Sascha Rydell, started a label tour that will see them engaged until early next year. Obviously for this occasion, could not miss a special release which is the compilation “8 Years Fachwerk”. Released last September 4 this collection was curated by Roman, Sacha and Mike who has entered into a track which is also called “8 Years Fachwerk” that we can enjoy the video presentation.
This year you are going to celebrate 8 years of activity. First, how is born the label? What were basic needs that have created Fachwerk?
Mike: I was bored from the actual sound in this period and want to release music in my own understanding so I was not interested in to make any compromises in making music. That was mainly a reason for me to make my own label.
How were these eight years, and what are events and things that you remember in particular?
Roman: Oh, there are happened a lot in 8 years. The highlight for me was to get a license request on Fachwerk from Ostgut Ton. After releasing my first track “Raumgestaltung”, Ostgut Ton asked me for a license for Len Faki’s Berghain Mix 02. I was so happy, but also so surprised, because it was my first track I released. That was the entry for me to play at Berghain. That was in 2009. One year later Ben Klock asked me to do a exclusive track for the Berghain Mix Series. I did it and he put it in his Berghain Mix 03. Next to my personal goals, we got attention again and again with our releases on Fachwerk. It helps that we are longtime friends and we meet every week for dinner, listen to music, talk and analyze the scene’s development. Everyone who’s producing music knows how difficult it can be sometimes to be constantly creative, but we push and motivate each other again and again. The result is that we have constantly released interesting stuff over the years. We are really proud that people speak of the “Fachwerk Sound”. And we are proud about the fact that till today we didn’t have need any big names as a remixer to be successful.
Mike: We had many great moments in the last years, it’s not easy to select just a few. I am really proud that this constant work is honoured by label nights around the world. You could travel around the world and spread your passion in music with people around the globe and you have the chance to make great experiences within many different cultures. And they all share the same passion for music. Also every release on Fachwerk was a highlight because of its unique sound and the passion we put on each track like in single artist release or a project like the album 8 Years Fachwerk.
Since 2007 the music industry has changed a lot, especially due to the advent of digital, but despite this you kept your personality as label and, most importantly, continue to print on vinyl. Which are the strategic choices that you have adopted in recent years that have enabled you to get this far?
Mike: Mainly is developing a unique sound! It was not really a planned strategy but just happened that people started to call it “Fachwerk Sound”. That’s a important thing that make us different from other, a success factor. I think that a lot of labels concentrate too much on the business side of things like the image and promotion. In many ways, the music then becomes just secondary. It becomes more like a company than a music label and so they don’t have any musical identity. On the other hand, there are certainly labels that focus too much on the music and then they sometimes don’t last more than a year. I don’t know how Fachwerk has lasted eight years. I guess we have found a balance, but I’ve just done what I felt was right to do. In all this time there was no discussion with myself about digital vs vinyl. Both formats are important for releasing but my main focus is always vinyl, because I like this format and I like preparing the selection of tracks what’s the side A, the side B. In my opinion you prepare a vinyl in a different way just because of its own limitations. This just push you to be more creative in the end.
Fachwerk has always been linked mostly to techno sounds, have you ever thought of exploring different genres from that? Do you believe that this choice can distort the label?
Mike: Fachwerk is focused in techno and house. But I think that between techno and house there is a lot of space. So the label is free for explorations. Electronic music and especially the Techno and House genre has a wide range for interpretations and leaves you a lot of space for experimentation. Limo for example released on Fachwerk a EP more focused to ambient, electro pop and it was just really good. So the label concept is open for different genres and the fans over the world are open too.
What are the criteria with which you select new releases and new artists for Fachwerk?
Mike: Oh, this question is simple to answer: an unique and original sound!
Many people are not aware about the amount of work behind a label and about all the professionals who have a key role. What is the procedure to follow in order to offer every time a new release of quality? To do a job like this, do you think is it also important the instinct, specially for an A&R?
Mike: Sure its a lot of daily work. I think it’s important to be clear with what you want to do. And do what you want in the right way means like be not so much influenced by others and be self-confident. At first it is an intuitive instinct and in the end all become professional.
To celebrate eight years of the label you are doing a tour that will see you involved with Mike Dehnert and Sascha Rydell. One of the dates was held last July 31 here in Italy for the Transition Lab. How was the party and how was for you to play in Italy?
Roman: It was really cool again to play at Torre Regina for Transition Lab and the party was amazing. Awesome venue, dance, mad party people. What can be better? Big respect and thanks to our Fachwerk-buddie Limo because he organized the events there for some years and invited us every year to bring the Fachwerk sound to the South of Italy. I really like to play in Italy, people are open minded, are warm hearted and of course there is always an amazing party crowd. To be honest I love also the Italian kitchen.
We talk very often in Berlin as the capital of the European clubbing, over the years more and more artists decide to move them. How much do you think might have affected for Fachwerk, to have a “base” in Berlin? I am also referring to the label nights at Berghain that you hosted in these years.
Roman: Berlin is a big culture center today and of course also for electronic music. A great advantage is that you can meet a lot of people from the scene just for a beer. I really like to go to Berghain on Sunday, because a lot of djs meet there for a drink and small talk. Of course it can help to stay here, but I think that’s not a recipe for success. You can stay wherever you want, if the music is great you can be successful, too. For our development it was much more important to grow up in Berlin, with the sound of Berlin. We started to go out in the beginning of the 90s in clubs like E-Werk, Tresor, WMF. Oh, I realize now we are so old! Mike and me loved to listen to Dj Dixon at WMF. That´s one of the reasons that Fachwerk is not pure techno and also influenced by house music maybe.
Mike: We are from Berlin, we were born here and grew up in this free space doing things in a different way, the development of clubs, electronic music and the vibe around these things all based in a special moment of the history of this city, so for us it’s normal, it’s our hometown. I don’t know exactly if there is a direct and conscious influence to the label anyway. But right it changed also in the last years. All got a structure, many artist joined this city for a creative exchange and so for sure you have possibilities here to develop and express your passion. Sure, Berghain in Berlin is a great place for us to express our passion since years by our label nights. There we have the possibility to create a intense long night in a different way with all artists from the label within a time lapse of 20 hours, only Berghain can do it.
The last September 4th was released the new compilation “8 Years Fachwerk” you’ve done with Mike and Sascha. You have gathered in studio together after three years since last work, how was working on this compilation? But mostly, what is the message you want give with this latest job?
Roman: We met often meet at my studio to listen to some tracks each of us made. Especially for this project we spent a lot of time to think about it together. It was more a process of what fits together at the best and show our variety and concept of Techno at the same time. It’s a compilation with the character of an album: there’s an intro, there are interludes and an outro. The message is: “We do what we love and that’s not based on mass acceptance. That makes us unique.”
What are your plans for the future and what are your new goals?
See you soon in Italy to a nice and intense Fachwerk sound journey. Apart from that, many ideas and projects are coming up, but leave us to make you surprised![/tab]
[/tabgroup]