Prendi Berlino, una label indipendente e musica sperimentale. Prendi un batterista tedesco che guarda caso è anche un produttore ambizioso e tre nomi che fanno la differenza: Ricardo Villalobos, Margaret Dygas e Thomas Fehlman. Metti nelle loro mani musica elettronica da ascolto e digli che vuoi fare sì che più gente possibile la balli nei club. Di questo e di molto di più si parla nel Beyond The Label di oggi che ci porta direttamente all’ombra del Reichstag per scambiare quattro chiacchiere con il fondatore di arjunamusic records: Samuel Rohrer. Con il chitarrista e produttore tedesco, abbiamo provato ad andare a fondo per capire al meglio quale spirito e quali ambizioni si nascondono dietro a questa interessantissima label, conoscendone i progetti passati e facendoci dare qualche anticipazione su quelli futuri: un viaggio lungo sette domande che vale la pena di essere intrapreso.
In che modo nasce l’idea di arjunamusic records, quando hai capito che bisognava dare vita a questo ambizioso progetto?
Ad un certo punto ho capito che ogni volta che dovevo cercare una label per una nuova uscita era solo un gran dispendio di tempo ed energie che avrei potuto investire in un’etichetta di mia proprietà. Anche se all’inizio un’uscita su una label nuova non ha lo stesso impatto di una release su un’etichetta già affermata, nel lungo periodo, lavorando con impegno e dedizione, ha molto più senso ed è in grado di dare soddisfazioni. Mi sono sentito pronto ad essere indipendente, a non dover più aspettare e a non dover più tenere conto dell’opinione del prossimo ripetendomi in continuazione. Sapevo comunque che non sarebbe stato facile costruire una piattaforma come questa e che comunque la cosa avrebbe richiesto tempo, ma adesso, dopo tre anni, posso dire di aver preso la migliore decisione possibile che mi ha anche aiutato a chiarirmi le idee su che cosa fosse importante per me. Non c’è un progetto che prende il sopravvento su un altro: tutti fanno parte di un grande insieme e tutti sono coinvolti e connessi allo stesso modo, anche quando il contenuto musicale non è simile. Ognuno di questi progetti trova il suo spazio all’interno della label, includendo non solo la musica ma anche il lavoro dei designer – come ad esempio TDR o The Designers Republic -, dei video maker che producono le clip e altro ancora…
In che modo ti identifichi con la tua creatura? Quale lato del tuo carattere musicale esprime arjunamusic records?
Sicuramente ho iniziato a pensare più come un produttore, il che diventa un limite nel processo musicale perché comunque non sei più libero di dare sfogo al tuo estro. Allo stesso tempo però, questa cosa ti obbliga a pensare oltre e ad essere più focalizzato su quello che bisogna fare. Come ho detto, mi aiuta a modellare ciò che preferisco inserendolo in un unico grande progetto e attraverso questo processo tutto viene racchiuso in un’unica grande cornice.
Uno dei nomi di spicco che compare tra le collaborazioni di arjunamusic è Ricardo Villalobos. In che modo l’artista cileno è entrato in contatto con voi?
Ovviamente tramite Max Loderbauer. Loro lavorano insieme da un sacco di tempo e nel 2014 Max gli ha chiesto se gli sarebbe piaciuto remixare le nostre tracce. Pochi mesi fa abbiamo registrato del nuovo materiale con lui e AMBIQ: l’idea è quella di farne uscire una parte il prossimo anno. Con Ricardo e Nils Petter Molvaer poi, stiamo anche lavorando ad un EP che dovrebbe uscire a breve.
Ambiq 2, il secondo album del trio Loderbauer, Rohrer e Puntin, è stato seguito da un EP che raccoglie i remix di Thomas Fehlman e Margaret Dygas. Quanto sono stati importanti questi remix nella riuscita del disco?
Fin dall’inizio l’idea principale era quella di portare la musica calma e astratta di AMBIQ in una dimensione più da club e questo sarebbe successo invitando producer come Margaret, Thomas, Ricardo e Tobias a remixare alcune tracce e ovviamente questo ha fatto sì che l’interesse e le vendite dell’album aumentassero un pochino. Al giorno d’oggi è così difficile costruirsi un nome e una fama all’interno dell’ambiente musicale che diventa quindi importante ricevere l’aiuto di altre persone, soprattutto se si conta la quantità di nuova musica che viene fatta uscire ogni giorno. La presenza di nomi come i loro ha fatto sì che AMBIQ venisse apprezzato da tanti, perché non tutti riescono a capire la qualità di ciò che sta fuori dai canoni comuni. Attraverso i remix quindi ritengo si possa raggiungere un pubblico maggiore avvicinandolo al tipo di musica astratta e non convenzionale che rappresenta AMBIQ e accompagnandolo oltre i confini di ciò che si conosce. Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti con lo sviluppo della serie di remix perché rappresentano il punto cardine al quale gira attorno la label: portare la musica elettroacustica improvvisata all’interno dei club, combinando assieme il mondo della notte e quello della musica da ascolto. Credo che ci sia molto di più da esplorare, un sacco di spazio per ricercare e migliorare.
Se ti chiedessero di descrivere la label in tre parole, quali useresti?
Sorprendente. Qualitativamente unica. Diversamente omogenea.
L’Ambiq tour ha visto protagonista Ricardo Villalobos nella data berlinese di aprile. Che cos’altro bolle in pentola? Hai in riserbo altri progetti con grandi artisti?
Dobbiamo prima di tutto suonare di più come trio. Stiamo ancora cercando di costruire qualcosa che possa funzionare continuamente sia in tour che ai festival. Il prossimo anno intanto saremo impegnati in un tour in Sudamerica, in più abbiamo piani per il Giappone, l’Australia e altro ancora. In più, nel 2017, speriamo di riuscire a fare uscire del nuovo materiale, ma prima di tutto devo pubblicare il mio album da solista che sarà in distribuzione da febbraio 2017.
Ciò che emerge ascoltando i lavori della label è la forte introspettvità dei brani proposti e la capacità di far andare perfettamente d’accordo strumenti veri con suoni digitali. Che tipo di atmosfera vuole creare la vostra musica? A quale tipo di pubblico ti rivolgi?
Ovviamente a me piacerebbe raggiungere tutti i tipi di persone, giovani e meno giovani amanti della musica che hanno una profonda capacità nel capire la musica di qualità. Sono molto affascinato dal lato misterioso della musica, mi piace quando si sente che si tratta di una combinazione tra cuore e intelletto. Mi piace la capacità di analizzarla, quanto quella di non sapere dove viene e dove va, il modo che ha di lasciar andare tutto ciò che sappiamo e tutto quello che vogliamo. Se la musica ha queste qualità, sono felice.
English
Think about Berlin, one independent label and experimental music. Now take a german/swiss drummer which is also an ambitious producer and three names that did the difference: Ricardo Villalobos, Margaret Dygas and Thomas Fehlman. Put into their hands electronic music for listening and tell them you want to make people dance as much as you can in a club. About this and much more we talk about in this Beyond the Label that today brings us under the Reichstag shadow to spend few words with the founder of arjunamusic records: Samuel Rohrer. We tried, with the swiss drummer and producer, to go deep in order to understand at our best the spirit and the ambitions hiding beyond this interesting label, knowing his past projects and giving us a preview about the next ones: a seven questions journey that worths to be done.
How is born arjunamusic records? When you understand that you were ready to start this new ambitious project?
At some point I realized that i only lose time and energy each time I have to look for a new label to release new music and I understood that i can invest this energy into my own label, which would probably not have the same effect from the very beginning than an established one, but if you continuously put your energy and work into it, much more will last in the end. I felt ready to not wait any longer and be dependent any longer on other people’s opinions and repeating the same patterns again and again. I knew it needs time to build a platform like this and that it would not be easy. But already after three years i saw it was the absolute right decision. It helps me so much to be clear about what is really important to me and it forces me to be very clear and focused. Today I don’t think so much of one project after the other, it becomes all one big project, all the different work I am involved in is connected, even when the musical content is quite diverse, it is all connected, finding its home in the label, including not only the music but also working with designers (like TDR, The Designers Republic) or video artists producing clips and so on…
How the drummer and producer Samuel Rohrer identifies himself in his label? Which side of his musical character expresses arjunamusic records?
Of course I start to think more as a producer, which can be limiting in a musical process because you are not so free anymore. But in the same time it forces you to think further and be more clear about what you do and why. As I said, it helps me to shape my diverse preferences into one big project and through that the output is formed more clearly towards a frame that makes it more easy to bring everything together.
Ricardo Villalobos is one of the prominent names that appears in the label collaborations. How the Chilean artist has come into contact with you?
Of course through Max Loderbauer. They work since a long time together and Max asked him if he would like to produce a remix of our tracks in 2014. A few months ago, we recorded some new material with AMBIQ and him. The idea is to release some of this material next year. With Ricardo and Nils Petter Molvaer we are working on an EP which should come out soon.
Ambiq 2, the second album of the trio Loderbauer, Rohrer and Puntin, was followed by an EP that collects remixes of Thomas and Margaret Fehlman Dygas. How important were these remixes in the success of the album?
From the very beginning the idea was to bring the quite abstract music of AMBIQ into a club environment through the work of producers like Margaret, Thomas, Ricardo and Tobias to do remixes. Of course this also helps to raise the interest and the sales a little bit of the album. It is so difficult to build a name as a new band in the music business today. The market is so filled up with music and new releases that it is important to get some help through other people. This makes things a little more easy. And AMBIQ is hard to place. Not many people understand the quality of something that is not easy to put in a frame. And through the remixes you can reach a bigger audience for this kind of music, go a step further and cross boundaries, I believe. I am very happy with the results of how the series of remixes develops. They represent the larger idea of the label, to bring electro-acoustic improvised music in a club environment, to have both worlds, electronic/acoustic, not only on one platform, but to combine them and bring them together. And I believe there is much more to explore, a lot of room for research and improvement.
If I ask you to describe arjunamusic records in three words?
Surprising. Uniquequality. Diversehomogeneity.
Ricardo Villalobos was the protagonist of the April’s Ambiq tour party in Berlin. What are your plans for the future? Do you think about other collaborations and parties with big artists like the Chilean one?
We first of all need to play more as a trio. We are still on the way building up a structure which works to play continuous tours and festivals. We will go to a South America tour next year. There are plans for Japan and Australia and so on… Hopefully we can release some new material some time next year. But first i will release my solo album. It will be out in February 2017.
What we can notice during the listening of the label’s works, is the deep introspection of the tracks and the ability to perfectly mix real instruments and digital sounds. Which kind of atmosphere wants to create your music? What kind of public you want to embrace?
Of course I would like to reach all kinds of people, young and old music lovers who have a deep understanding for quality, honest and creative music. I am very much interested in the mystery within music, I love the combination of intellect and heart. I love the ability to analyze as much as to not know where its coming from and where it goes. And to let go of all we know and all we want. If the music has these qualities, I am happy.