Circondata dagli ulivi, tra colline e paesaggi bucolici a nord di Firenze vive una realtà del panorama elettronico che molti ci invidiano e che quest’anno festeggia l’ottavo anno di attività. Figlio di un ideale ma anche e soprattutto della grande passione di Fabio Della Torre, DJ, produttore e label owner, il progetto Bosconi Records è cresciuto fino a diventare punto di partenza e d’arrivo per artisti italiani e internazionali, tutti indipendentemente consci del potenziale teso alla cura e all’eccellenza dell’etichetta toscana. Aperta alle sperimentazioni ma con solide radici nel terroir house e techno, Bosconi inizia la carriera come piattaforma indipendente e di sperimentazione che oggi arriva ad abbracciare tutto il mondo della musica dance anche e soprattutto grazie alle successive emanazioni nelle sub-label Bosconi Extra Virgin e Bosconi Squirts. Genuino come la terra che lo accoglie, Fabio Della Torre ci ha guidato attraverso la scoperta di un presidio italiano che merita tutta l’attenzione che negli anni si è guadagnato.
Nata nel 2008 siete una realtà ormai consolidata che ha saputo crescere ed evolvere in un mercato frammentato e poco coeso, secondo te qual è stato l’elemento chiave del vostro successo e com’è cambiata Bosconi Records durante questi 8 anni di attività?
Siamo molto felici del buon momento che sta attraversando la label e sono convinto che solo la musica sia la chiave per la longevità di un’etichetta, siamo a circa sessanta release su supporto fisico (vinile al 99% e qualche cd) e notiamo con soddisfazione un rinnovato interesse rispetto al catalogo anche su dischi usciti ormai diversi anni fa. Non so come sia cambiata la label, a livello di sound la ritengo un’etichetta abbastanza aperta quindi non saprei dire se si è sviluppata in una direzione piuttosto che un’altra… Cerchiamo una maturazione personale costante dal punto di vista di quello che ascoltiamo, delle produzioni e delle scelte che facciamo per quanto riguarda le uscite, credo che la maturazione dell’etichetta avvenga di pari passo alla nostra.
Bosconi vive di un lavoro a 360° tra voi soci fondatori che siete al contempo amici, collaboratori ma anche artisti della label, come fate a gestire i vari ruoli in maniera efficace e come avviene il processo più delicato, quello di selezione dei brani e degli artisti?
La label è stata fondata da un’idea comune che era quella di far uscire tracce nostre e dei nostri amici, per avere una piattaforma che ci potesse identificare. La selezione dei brani e degli artisti da far uscire avviene in modo naturale, ascoltando le tracce nostre e dei nostri amici, i demo che arrivano, talvolta cercando artisti anche internazionali che ci piacciono o con cui entriamo in contatto, ma resta comunque un processo il più possibile naturale in cui la componente empatica è molto importante.
Dopo anni di calma statica in Italia l’house music sembra rinata, da dietro le quinte come vedi il panorama e quali sono secondo te gli elementi che l’hanno riportata in primo piano?
Credo che l’estro e la musicalità che abbiamo noi italiani siano assolutamente il nostro valore aggiunto, anche se per altri versi rimaniamo meno organizzati e coesi rispetto ad altri paesi in Europa. Purtroppo non credo che Inghilterra, Francia o Germania ci vedano come una realtà di primo piano, se non per gli artisti che vengono a lavorare qui. Ora che siamo consci di avere un buon livello creativo in patria dobbiamo strutturarci in modo tale da valorizzare noi stessi, ripartendo ad esempio dal far suonare ai nostri festival gli artisti che abbiamo in casa.
Due anni fa è arrivato lo showcase al Panorama Bar, uno degli spazi culto della scena elettronica mondiale, col senno di poi come valuti quell’esperienza?
E’ stata un’esperienza indimenticabile soprattutto perché la lineup era composta di soli artisti italiani usciti su Bosconi, quindi oltre alla soddisfazione è stata una serata irripetibile a livello energetico e musicale!
Sin dall’inizio la label è legata al vinile e al digitale come supporto solo secondario, una scelta apparentemente controcorrente che però sembra dar ragione a chi, come voi, ha saputo ritagliarsi una fetta di mercato, quali sono le ragioni dietro a questa impostazione commerciale e cosa ne pensi dell’hype intorno alla rinascita del vinile?
Non è stata, infatti, un’impostazione commerciale ma piuttosto legata alla passione per questo formato… In termini di mercato non so se ci sia hype o meno o quali siano le ragioni, ma se è così ne sono felice. Forse si è capito che il fatto di investire su un prodotto o su un supporto che non è gratis richiede lavoro e impegno economico che ne dovrebbero garantire una qualità superiore… Comunque sia, si crea un’alchimia tra il supporto vinile e la musica incisa che per quanto mi riguarda ad oggi, non ha eguali!
Qual è stato il momento più importante di Bosconi Record fino ad oggi e qual è la release di cui andate più orgogliosi? E il momento peggiore?
Forse il momento più importante è stato per l’uscita di “Bosconi Stallions”, una compilation in un box di 4 vinili e 1cd mixato che ha coronato i 5 anni di attività della label, per cui siamo stati recensiti come label of the month su Resident Advisor e in seguito chiamati per lo showcase al Panorama bar. Il momento peggiore è quando un disco va male, devi fare i conti con le vendite e far capire all’autore che il fatto che non abbia venduto non dipende né dalla qualità della sua musica né dalla label, ma spesso e volentieri dal mercato che ha delle dinamiche tutte sue, che a volte non premiano neppure chi le segue, tantomeno chi non lo fa! Quindi diciamo che è sempre importante essere umili e credere in quello che si fa, è giusto avere aspettativa ma è bene ricordarsi che si fa per passione!
Oltre ad alcune star internazionali come A Guy Called Gerald, Paul Johnson, Dez Andrès, DJ Sneak, DJ Nature, 100hz la label da moltissimo spazio agli artisti italiani, come Herva, Rufus, Riccio, Nas1, Life’s Track, Dukwa, The Clover fungendo anche da piattaforma per sviluppare la loro carriera. Quanto è importante per voi questo fattore?
Direi che è fondamentale per una label scoprire e far crescere nuovi artisti, un po’ come per una squadra di calcio avere un buon vivaio… A parte il paragone sono sempre il gruppo, l’affiatamento e lo scambio d’idee che fanno crescere una label… E’ chiaro che avere un paio di “Bombers” in squadra come Paul Johnson o A Guy Called Gerald a volte aiuta.
Fabio Della Torre ed Ennio Colaci, oltre al lavoro in Bosconi siete anche il duo artistico Minimono e a settembre arriverà sull’etichetta il nuovo album intitolato “Theory Of Strings”, ci raccontate com’è nato il disco e come si è evoluto il vostro progetto dalle origini più minimal fino ad oggi?
“Theory Of Strings” è un album in due 12″ in cui abbiamo raccolto takes fatte dal vivo qui a Bosconi nel corso dell’ultimo anno. Siamo contenti del suono che abbiamo tirato fuori e anche dell’uso delle strings in versione samples. Agli albori di Minimono i nostri idoli erano Akufen, Pepe Bradock, ma anche elettronica alla Mouse on Mars o vero e proprio funk in stile George Clinton. Il nostro suono credo si sia sempre evoluto attorno a queste influenze, magari più minimal inizialmente con influenze un po’ french touch, funky e talvolta anche più deephouse, come avrete modo di sentire nel prossimo Ep che abbiamo in uscita su Vibraphone anch’esso a Settembre.
Bosconi, Bosconi Extra Virgin, Bosconi Squirts, cosa lega l’etichetta alle sub-label e quali sono le peculiarità?
Bosconi nasce come un’etichetta di musica elettronica dance, sia house sia techno ma sempre e comunque con elementi musicali e soulful. Extra Virgin è più dedicata a sonorità house, disco, downtempo e anche con strumenti suonati dal vivo. Squirts è più techno, sperimentale e compressa!
Oggi molti si buttano nel mondo della discografia più che altro per l’opportunità a costo zero, salvo poi rendersi conto solo in corso d’opera di cosa vuol dire davvero gestire una label. Cosa ne pensi, è davvero tutto oro quel che luccica? Vestendo i panni dell’A&R, qual è la demo policy di Bosconi? Quale consiglio dareste a un produttore che vuole farvi ascoltare la sua musica?
Se si parla di vinile, ammesso che tu non sia un artista già affermato e trovi qualcuno che s’incarichi economicamente della produzione, il costo zero non esiste. Mandare i demo è una cosa che dovrebbe richiedere attenzione pari a quella con cui si produce una track. Le motivazioni che portano a mandare un brano a una label piuttosto che a un altra sono importanti quindi conviene spiegarle, ed è altrettanto importante dare il tempo a chi deve ascoltare di farlo. Purtroppo per mancanza di tempo è difficile rispondere e dare un feedback a tutti, ma state sicuri che tutto quello che arriva viene ascoltato. Per rimanere in tema, in inverno usciranno dei VA con selezioni di alcune delle migliori tracks ricevute negli ultimi due anni con tutti artisti che non sono mai usciti su Bosconi alcuni dei quali alla loro prima uscita, si chiameranno “The Sweetest”, ovviamente su Bosconi Extra Virgin. In questo set per NTS con tracklist c’è un anteprima di alcune delle tracce che usciranno.