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[tab title=”Italiano”]Dieci anni di attività possono sembrare molti o pochi, ma per giudicarli è giusto domandarsi come sono stati vissuti. Nel caso di Lessizmore, che quest’anno festeggia il suo decimo compleanno, questi anni sono sicuramente tanti considerando le scommesse e il percorso tortuoso di questa etichetta dalla sua nascita ad oggi. In questo appuntamento di Beyond The Label abbiamo incontrato il label manager e proprietario di Lessizmore, Pierre Noisiez nonché dj resident del Fuse di Bruxelles e della responsabile dei party e dell’agenzia, Jessica Bossuyt. Dalle loro parole sono venute fuori le paure, i rischi, il lavoro e soprattutto l’amore per la musica che c’è dietro un’etichetta, un amore che va oltre a tutto e che riesce a far superare tutti gli ostacoli. Protagonisti e ideatori dei party della loro label in alcuni dei migliori club d’Europa, Pierre e Jessica ci hanno raccontato passato, presente e futuro di Lessizmore di cui sentiremo parlare anche per i prossimi 10 anni.
Quest’anno festeggiate 10 anni di attività. Come è nata la label e quali erano gli obiettivi primari? Nel corso degli anni sono stati soddisfatti?
Pierre: L’etichetta è nata nell’utopia delle etichette digitali. Per iniziare abbiamo voluto sbarazzarci dei vincoli economici, era l’inizio del periodo della dematerializzazione. Abbiamo pensato che fosse la cosa giusta da fare, perché ciò permetteva a più persone di far uscire musica. Ma successivamente internet si è trasformato in una giungla, e ci siamo subito resi conto che alla gente non gli importava di quello che gli avevi dato gratuitamente. Le vendite in vinile stavano ancora facendo bene, quindi ci siamo trasformati in un’etichetta fisica.
Come si è evoluto in tutto questo tempo il vostro metodo di lavoro? Voglio dire, seguite sempre il solito percorso per produrre un disco o a volte cambia?
Pierre: All’inizio facevamo uscire solamente tracce digitali libere sotto le licenze creative commons. Poi abbiamo iniziato a prendere tutto più sul serio e per la produzione di vinili le vendite erano ancora buone al momento, ma rapidamente i numeri cominciarono a diminuire e il nostro distributore andò in bancarotta, lasciando un sacco di etichette a piedi. C’era una specie di effetto domino nel mercato. Abbiamo perso un sacco di soldi ed eravamo un po’ stufi perché abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo. Successe durante il nostro primo progetto più grande che era l’uscita della nostra prima compilation e non furono mai distribuiti un sacco di vinili. Così iniziammo a chiederci perché dovevamo continuare a far uscire musica su un supporto che era totalmente in declino (è stato nel 2007, e la maggior parte degli impianti di pressatura stavano andando in bancarotta) quindi siamo tornati al solo digitale, attraverso le piattaforme ufficiali (più non gratis). Le vendite digitali stavano facendo bene, ma ci mancava qualcosa. Ci mancava il vinile come un oggetto, come un qualcosa che si può lavorare sui materiali, qualcosa che si può toccare, qualcosa come un mezzo per fare una bella grafica e un qualcosa che avesse suono più caldo. Qualcosa che rappresenti un vero e proprio sforzo. Così siamo tornati ad esso. Le nostre ultime 2 uscite (Louis Mc Guire e San Proper) sono state prodotte solamente in vinile. Ma alla fine, la cosa più importante è sempre la musica e non il mezzo. Per la compilation abbiamo dovuto scegliere una dozzina di brani che sarebbero poi stati stampati in vinile, ed è stata una decisione difficile da prendere. Ma siamo veramente felici perché sia il vinile e che il digitale hanno tracce di qualità.
In questi anni anche le distribuzioni e i supporti sono cambiati, voi come vi siete organizzati per rimanere al passo con i tempi?
Pierre: Come ho già detto nell’ultima domanda, la storia della label è stata molto influenzata da quello che è successo nel mercato della musica. Siamo un’etichetta piccola, e non è mai stato un obiettivo smettere di fare vinili, ma molte aziende di pressatura e distributori andarono in bancarotta e semplicemente il vinile non stava affatto vendendo bene.
Se dovreste raccogliere in punti i momenti chiave di Lessizmore, quali sarebbero? Quali sono stati alcuni momenti o fatti che hanno contribuito al successo della label?
Pierre: Non saprei dirti…
Jessica: Il fatto che abbiamo esportato il nostro concetto in diverse parti del globo con alcune residenze all’Arma17 a Mosca, presso l’Arena Club di Berlino e al Rex Club di Parigi, al giorno d’oggi ha sicuramente contribuito a costruire il nostro marchio. Lessizmore ha sempre la stessa vocazione: un mix di scoperte e gli artisti più affermati in cui crediamo e che seguiamo da tempo e che sono parte della famiglia LIZM. E’ il caso della nostra etichetta e anche dei nostri eventi. Quando abbiamo organizzato le nostre feste abbiamo sempre cercato di fare scoprire nuovi talenti che non avessero mai suonato in città prima di allora. Questo è quello per cui siamo conosciuti in qualche modo immagino.
Quali sono invece i dischi che riassumono l’essenza di Lessizmore e che secondo voi fanno ancora la differenza dopo anni dalla loro uscita?
Pierre: Se guardi il nostro catalogo puoi vedere molte persone con diverse personalità. Non siamo alla ricerca di suoni stereotipati. Per me, quello che avrà ancora un senso tra 10 anni non saranno specialmente le nostre “vendite migliori”, ma alcune tracce più avventurose. Come la traccia di San Proper su LIZM10, “Octo” un’odissea jazz funk di 12 minuti con Tom Trago sul Rhodes senza alcuna cassa in 4/4, qualcosa che non si può ascoltare in un club. Oppure le tracce di Katzo che abbiamo fatto uscire nel 2006, solamente in digitale. Totalmente all’avanguardia e minimaliste per quel periodo, e che ancora oggi hanno un senso. La traccia che ho suonato di più come dj è stata “Question” di James Unk, che uscì esattamente quando il nostro distributore fallì e la traccia non ha mai avuto l’esposizione prevista. Potrei citare i nomi più grandi dell’etichetta, ma questi sono veramente speciali per me.
Nel 2016 fare uscire buona musica non basta per avere successo. Oltre a far uscire buona musica, per la vostra esperienza quali sono oggigiorno le caratteristiche che deve avere una buona etichetta per essere tale?
Pierre: Oggi gira tutto intorno agli obiettivi che hai. Alcune etichette stanno diventando un mito, mentre non fanno uscire così tanta musica, non spingono sulla promozione e mantengono un sacco di mistero attorno a loro. Per essere a questo punto, è necessario disporre di un approccio artistico molto consistente. Per il momento, tutto è un po’ uniforme. Oggi, per essere al di là della massa è necessario portare qualcosa di fresco, coerente e molto ben curato. In caso contrario, tutta la comunicazione, la promozione e gli eventi sono molto importanti per avere successo e per far scoprire al pubblico i propri artisti. Anche se, in generale, quando si producono vinili, se le tracce sono molto buone, il vinile di solito si esaurisce in fretta.
Se aveste la possibilità di cambiare qualcosa nel mondo della discografia attuale che cosa cambiereste? C’è qualcosa che per voi andrebbe migliorato nel sistema di oggi?
Pierre: E’ una domanda enorme, si tratta di un mercato in continua evoluzione. Appaiono continuamente nuovi concetti, noi saremo solamente capaci di vedere se saranno attuabili nel giro di pochi anni.
Molto spesso avete fatto delle label night in locali importanti come il Fuse di Brusselle o il Rex Club di Parigi. Come è nato negli anni il vostro rapporto con questi club e quanto ritenete siano importanti gli showcase per far crescere un’etichetta?
Pierre: Jessica e io iniziammo a fare eventi prima di creare l’etichetta. L’idea, quando abbiamo iniziato l’etichetta, fu quella di fare qualcosa di più di alcune feste carine. I primi eventi erano al Tryptique a Parigi (il vecchio Social Club), ed io ero già coinvolto al Fuse di Bruxelles come dj resident. Fu logico portare il party a Bruxelles. Il Fuse era più Techno a quel tempo, e creò anche un contesto per presentare suoni diversi. E’ stato un rapporto vincente per loro e per noi.
Per festeggiare questo compleanno, a Giugno uscirà una compilation di 3 vinili e 23 tracce digitali. Immagino che raccogliere tutta questa musica da questi artisti significhi qualcosa per voi. Come avete lavorato su questa compilation?
Pierre: Sì, significa molto per noi, c’è stato un sacco di lavoro per realizzarlo perché volevamo coinvolgere più artisti possibili che hanno fatto parte della nostra storia. In primo luogo abbiamo chiesto ai nostri home-artists di darci una traccia per la compilation. Poi l’abbiamo chiesto ad alcuni artisti che seguiamo fin dall’inizio e che abbiamo incontrato nel corso degli anni o che abbiamo invitato a suonare ai nostri party.
So che è in cantiere anche un tour per festeggiare il compleanno di Lessizmore. Potete anticiparci qualcosa? Dove e quando potremo venire a festeggiare con voi?
Pierre: Beh, abbiamo iniziato il tour del compleanno a Ottobre al Fuse di Bruxelles, poi a Londra con Unleash, a Istanbul lo scorso Maggio in una sorprendente vecchia fabbrica.
Jessica: Il prossimo sarà a Barcellona il 16 Giugno insieme ad Andrey Pushkarev b2b Cesar Merveille, Clovis B2B Nathan Oye, Pierre b2b San Proper, DoubtingThomas b2b No Replay. Abbiamo alcuni eventi in programma a Parigi, Budapest, Amsterdam, Berlino e molto ancora! Venite a trovarci se potete! Le date saranno annunciate sul nostro sito web e sui social media.
Prima di salutarvi sono curioso di chiedervi i vostri obiettivi a breve e a lungo termine.
Pierre: Per quanto riguarda quelli a breve termine, abbiamo 4 belle uscite in programma per il 2016-2017 con: Ferro, un artista olandese emozionante; Doubting Thomas (tra cui un remix di Brandt Brauer Frick), Louis McGuire e D. (il nuovo progetto solista del batterista di San Proper). A lungo termine vogliamo sviluppare il nostro roster per espandere l’etichetta e fare più showcase con i soli artisti della label. Sul lato, vogliamo sviluppare un concetto di “Lessizmore and Friends”, in cui invitiamo gli artisti che ci piacciono e i nostri.[/tab]
[tab title=”English”]Ten years of activity may seem many or few, but to judge it, is fair to ask how they were lived. In the case of Lessizmore, which this year celebrates its tenth birthday, the years are certainly many, considering betting and the tortuous path of the label from its born to the present. In this Beyond The Label appointment we met the label manager and owner of Lessizmore, Pierre Noisiez and resident dj of Fuse Club in Brussels and the responsible of parties and of the agency, Jessica Bossuyt. From their words came out of the fears, risks, hard work and above all the love for music that is behind a label, a love that goes beyond everything and manages to overcome all obstacles. Protagonists and ideators of the party of their label in some of the best clubs in Europe, Pierre and Jessica have told us past, present and future of Lessizmore that we’ll hear about for the next 10 years.
This year you will celebrate 10 years of activity. How was the label born and what were the primary goals? Over the years, have been them satisfied?
Pierre: The label was born in the utopia of the net/digital labels. In the beginning we wanted to get rid of the economic constraints, it was the begin of the era of dematerialization. We thought it was the right thing to do, because it allowed more people to release music. But the internet turned into a jungle, and quickly we realized people did not really care about what was given them for free. The vinyl sales were still doing well, so we upgraded to a physical label.
How yours way you work has evolved in all this time ? I mean, do you always follow the usual path to produce an EP or it sometimes changes?
Pierre: In the beginning, we only released free digital tracks under creative commons licenses. Then we started to take it more seriously and to produce vinyls, the sales were still good at the time but quickly the numbers started to decrease and then our distributor went bankrupt, putting a lot of labels in the street. There was some kind of a domino effect into the market. We lost a lot of money and were a bit fed up because we had to start everything again. It happened during the release of our first compilation, our first bigger project and a lot of vinyls were never distributed. Then we started wondering why we should continue releasing on a medium that was totally declining (it was in 2007, and most of the pressing plants were going bankrupt as well) so we went back to digital only, via the official platforms (not for free anymore). The digital sales were doing well but we were missing something. We were missing the vinyl as an object, something you can work on the materials, something you can touch, something make on a nice artwork and something that have a warmer sound. Something that represents a real effort. So we came back to it. Our 2 last releases (Louis Mc Guire and San Proper) were even released vinyl only. But in the end, the most important always is the music and not the medium. For the compilation, we had to choose a dozen tracks that would be released on vinyl, and it was a hard decision to make. But we are really happy because both vinyl and digital have quality tracks on them.
In these years also the distributions and the supports are changed, what did you do to keep pace with the times?
Pierre: As said in last question, the history of the label has been a lot influenced by what happened in the music market. We are a small label, and it was not a goal to stop making vinyls, but many pressing plants and distributors were bankrupt and the vinyl was simply not selling good at all.
If you collect points the key moments of Lessizmore, what would they be? What were some moments or events that have contributed to the success of the label?
Pierre: I can’t really say…
Jessica: The fact that we’ve been exporting our concept to different parts of the globe with some residence at Arma17 in Moscow, at Arena Club in Berlin and at Rex Club in Paris, in our very early days definitely contributed to establish our brand. Lessizmore always has the same vocation: a mix of discoveries and more established artists in whom we believe and whom we follow since a long time and that are a part of the LIZM family. It’s the case of our label and also of our events. When we organized our parties we’ve always tried to make discover talents that never played in the city before. That’s what we’re known for somehow I guess.
What are the records that describe perfectly the essence of Lessizmore and still make the difference after years of their release?
Pierre: If you look through our catalog, you can see many people with different personalities. We are not looking for stereotyped sounds. For me, what will still make sense in 10 years, will not especially our “best sales” but some more adventurous tracks. Like San Proper’s track on LIZM10, “Octo”, a 12 minutes jazz funk odyssey with Tom Trago on Rhodes without any 4/4 kick-drum, something you cannot listen to in a club. Or Katzo’s tracks we released in 2006, digital only. Totally avant-garde and minimalistic for the time, and still making sense now. The track I played the most as dj was James Unk’s “Question” which was released exactly at the time our distributor went bankrupt and never got the expected exposure. I could quote bigger names that released on the label, but these ones are really special to me.
In 2016 release good music is not enough to succeed. Besides putting out good music, for your experience which are the characteristics that must have a good label to be such today?
Pierre: Today, it’s all about your goals. Some labels are getting a myth status while they don’t release so much, don’t push on the promotion and keep a lot of mystery around them. To be at this point, you need to have a very consistent artistic approach. For the moment, all is a little bit uniform. Today, to be beyond the mass you need to bring something fresh, coherent and very well curated. Otherwise, all the communication, promotion and events are really important to succeed and to make the public discover your own artists. Though, in general when you produce vinyls, if the tracks are very good, the vinyl is usually selling out quickly.
If you had the chance to change something in the world of current discography what would you change? Is there something that should be improved, for you, in today’s system?
Pierre: It’s a huge question, it’s an ever changing market. New concepts are appearing all the time, we will only be able to see if they will be viable in a few years.
Very often you hosted label night in important clubs such as Fuse in Bruxelles or the Rex Club in Paris. How your relationship with these clubs was born over the years and how much do you think are important the showcases for the growing of a label?
Pierre: Jessica and I started to make events before we create the label. The idea, when we started the label, was to do something more than nice parties. The first events were at Tryptique in Paris (old Social Club), and I was already involved at Fuse in Brussels as a resident dj. It was logical to bring the party to Brussels. The Fuse was more Techno at that time, and it also created a context to present different sounds. It has been a win-win relationship, for them and for us.
To celebrate this birthday, in June you are going to release a compilation of 3 vinyls and 23 digital tracks. I imagine that collect all this music from these artists means something to you. How did you work on this compilation?
Pierre: Yeah it means a lot to us, there was a lot of work to make it happen because we wanted to involve as much artists possible who were part of our history. We first asked our home-artists to give us a track for the compilation. Then to some artists we follow since the beginning, and to some we met through the years or we invited to play at our parties.
I know that is in the pipeline also a tour to celebrate the birthday of Lessizmore. Can you tell us something? Where and when can we come to celebrate with you?
Pierre: Well we started the tour on Lessizmore’s Birthday in October at Fuse in Brussels, then London with Unleash, Istanbul last May in an amazing old factory.
Jessica: Next one is in Barcelona on June 16 together with Andrey Pushkarev b2b Cesar Merveille, Clovis b2b Nathan Oye, Pierre b2b San Proper, DoubtingThomas b2b No Replay. We have some upcoming events planned in Paris, Budapest, Amsterdam, Berlin and much more to come! Catch us if you can. The dates will be announced on our website and social medias.
Before leaving I am curious to ask your short and long term goals.
Pierre: On a short term, we have 4 nice releases planned for 2016-2017: Ferro, an exciting Dutch artist; DoubtingThomas (including a Brandt Brauer Frick remix), Louis McGuire and D. (San Proper’s drummer’s new solo-project). On a longer term, we want to develop our roaster, to expand the label and do more showcases with label-artists only. On the side, we want to develop a “Lessizmore and Friends” concept, where we invite artists we like and our home-artists.[/tab]
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