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[tab title=”Italiano”]Sono passati vent’anni da quando Andy Horsfield ha fondato una delle realtà più rappresentative del panorama musicale moderno che con la sua serie di DJ Mix itineranti ha contribuito a innovare e trasformare la figura del DJ nella moderna rock star. Oggi più che mai Global Underground segna in modo indelebile il successo del sogno teso alla ricerca di un filo conduttore tra clubbing, DJ, luoghi, arte e tendenze. Con l’uscita di TWENTY, album celebrativo del 20° anniversario, l’etichetta londinese consolida il suo ruolo fondamentale e ridefinisce i canoni del futuro attraverso una selezione di nuovi talenti emergenti affiancati ai mostri sacri del panorama elettronico. Sincero, concreto e mosso da una genuina passione per il suo lavoro, Andy ha saputo delineare perfettamente le ragioni di una longevità che ad oggi davvero pochi possono vantare.
Compiuti i vent’anni Global Underground non è più un adolescente, cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale dopo tutti questi anni?
Ah-ah, bella domanda! Beh il mondo intorno a GU è davvero cambiato, il modo in cui la gente consuma musica è cambiato drasticamente, vent’anni fa producevamo cassette e CD, poi i nastri sono andati ma la gente ama ancora i nostri CD, il 60% delle nostre vendite è ancora su CD. Nonostante tutte le opzioni gratis online legali o meno, ciò che è rimasto invariato è l’amore della gente per i DJ Mix ben curati e senza tempo, per questo cercano ancora prodotti fisici come GU.
Tornando agli inizi, quali sono state le idee e le motivazioni che ti hanno fatto decidere di buttarti nella musica dance? Oggi sono cambiate?
L’idea di GU di lavorare con i migliori DJ del mondo per riflettere la natura sempre più globale della musica elettronica non è mai cambiata. Certo ora i DJ viaggiano in tutto il pianeta, vent’anni fa non era così comune ma possiamo comunque vedere dove sta andando la scena e cercare di rappresentarla in una serie di album mixati.
Nel 2015, dopo una pausa di alcuni anni GU è tornata di tua proprietà, cosa ne pensi del music business odierno?
E’ un periodo molto entusiasmante e alcune cose come entrare in contatto con i propri fan sono più facili; ovviamente c’è molta più gente che pubblica musica e quindi lavoriamo sodo per creare release sempre migliori, come la TWENTY Collectors Edition che ha richiesto più di sei mesi per essere completata.
TWENTY, la release celebrativa per i vostri vent’anni di attività è composta di cinquanta tracce di cui quindici esclusive che spaziano tra classici, remix, novità di artisti del calibro di Moby, Sasha, Dixon, Dubfire, UNKLE, Booka Shade, Simian Mobile Disco, Gabriel Ananda e tanti altri. Come l’avete selezionata e qual è l’idea dietro alla compilation?
Per la selezione abbiamo lavorato diversi mesi ascoltando gli album GU e scegliendo quelle che pensiamo siano le tracce migliori e più rappresentative delle nostre release. In merito all’idea, è un’opportunità per guardare a quello che facciamo da vent’anni e allo stesso tempo uno sguardo al futuro.
Il formato di TWENTY è simile ai classici GU con due cd mixati più un terzo che si chiama “The Future”. Avete fatto quasi la stessa cosa dieci anni fa per GU10, ad eccezione del terzo cd che in quel caso era una selezione di brani del passato, significa che la nuova direzione è molto più di prima tesa verso l’innovazione?
In sostanza sì, come hai detto tu con GU10 abbiamo dato uno sguardo al passato e al periodo precedente Global Underground; con TWENTY penso sia giusto guardarsi indietro ma anche andare avanti verso “The Future” e tutti i grandiosi produttori emergenti contenuti in quel disco.
La Super Deluxe Collector Edition include anche un libro fotografico di 112 pagine con copertina rigida curato da Dean Belcher che sta anche tenendo una mostra a Londra. Secondo te quanto conta l’immagine nella musica?
L’immagine è importante, viviamo in un’epoca visuale. Se pensi agli anni ’70, anche allora le cover degli album erano opere d’arte, perciò la musica, l’immagine e l’arte si sono sempre fuse insieme. Quando siamo partiti con GU sentivamo che molte etichette non capivano questo concetto e i DJ in particolare non erano rappresentati adeguatamente.
Ad ottobre GUMUSIC celebra la release numero 100 con una riedizione di Roland Klinkenberg Feat DJ Remy “Mexico Can Wait”, remix di Gabriel Ananda e Mathew Jonson, come mai avete scelto una ristampa piuttosto che un nuovo EP?
Beh, recentemente abbiamo pubblicato tantissimi nuovi talenti nella nostra label, gente come Arturo Hevia dal Cile, così abbiamo pensato che per una centesima release sarebbe stato bello avere qualche remix di un classico GU e abbiamo scelto la traccia di Roland; a ogni modo, abbiamo moltissimo materiale in attesa, quindi prossimamente aspettatevi tanti nomi nuovi.
Dopo una pausa durata otto anni avete ripreso la serie “AFTERHOURS” e pubblicato un nuovo album NUBREED con il dj iraniano Habichman. Quali sono le idee principali dietro a questi due progetti paralleli?
AFTARHOURS non ha regole, è sempre stata una collezione di musica bellissima e fuori dai canoni che abbiamo voluto mettere in un album da ascoltare a casa. E’ uno dei miei progetti preferiti ma ci vuole molto lavoro per assemblare musica con generi e tempi così diversi in un mixato, è un lavoro fatto con il cuore.
Negli anni GU è stata sinomino di musica progressive; pensi che sia ancora così?
Non proprio, sì, abbiamo pubblicato molta progressive ma anche tanta techno (Carl Cox, Darren Emerson), house (Danny Tenaglia) etc.
Ogni release GU è un mix di musica, fotografie, luoghi, packaging e marketing. Quanto tempo ci vuole per concepire e pubblicare un’opera di questo tipo?
Ci vogliono approssimativamente nove mesi dall’inizio alla fine quindi è davvero tanto lavoro! Molte label che pubblicano un mix al mese probabilmente impiegano 2-3 mesi al massimo quindi, come puoi vedere, investiamo moltissimo tempo e cura nelle nostre release.
Come scegliete i luoghi e i club che volete promuovere nelle vostre release?
Di solito lo fanno i DJ per via di una città o di un club con cui hanno un rapporto particolare ma qualche volta suggeriamo delle città che abbiamo visitato e ci sono piaciute particolarmente.
GU è stata la prima etichetta a mettere i DJ sulla copertina di un album mixato, aiutandoli a diventare superstar internazionali, puntando i riflettori sulla scena nascente dei club in un momento in cui la musica dance era presente solo in alcuni territori emergenti. Ora che il quotidiano è sopraffatto da contenuti multimediali provenienti da tutto il mondo, quale pensi sarà il modo migliore per rimanere ancora rilevanti in questo business?
Quello che facciamo come sapete non è cambiato e il fatto che oggi ci sia così tanto materiale attorno ai DJ non ha cambiato la mia visione originale di riflettere la natura globale della cultura e della musica elettronica; la nostra rilevanza è data dalla nostra autenticità e questo non cambierà mai.
Quali pensi siano state le ragioni principali dietro al successo di Global Underground?
Molto semplicemente, i fan.
Nella sezione “GU Wants You” del vostro sito ho visto che siete alla ricerca di materiale nuovo, cosa cercate di preciso e quale consiglio daresti a un produttore che si avvicina alla tua etichetta?
Dico solo di essere unico, c’è troppo materiale copia-incolla in giro, crea qualcosa di originale e mandaci la tua demo! Chissà.[/tab]
[tab title=”English”]Twenty years have passed since Andy Horsfield founded one of the most representative label of the modern music scene that with its series of itinerant DJ Mix helped to transform and innovate the figure of the DJ in the modern rock star. Today more than ever Global Underground indelibly marks the success of the dream attempt to find a common thread between clubbing, DJ, locations, art and trends. With the release of TWENTY, celebratory album of the 20th anniversary, the London label consolidates its fundamental role and redefines the future through a selection of new emerging talents alongside the big names of the electronic scene. Honest, practical and driven by a genuine passion for his work, Andy was able to perfectly outline the reasons for a longevity that today very few can boast.
Turned 20 Global Underground is no more a teenager, what has changed and what remained the same after all these years?
Ha-ha, good point! Well the world has changed around GU really, the way people consume music has changed drastically, 20 years ago we were producing cassette tapes and CDs, and the tapes have gone but people still love our CDs with 60% of our sales still on CD. What has remained is people’s love for beautifully curated and created timeless DJ Mixes, despite all the free legal and also unlicensed online options for mixes people still crave physical products like GU.
Going back at the beginnings what have been the ideas and the motivations that made you decide to get into dance music? Are they changed now?
Well the idea for GU was to work with the very best DJs in the world and to reflect the growing global nature of electronic music and that hasn’t changed at all. Of course now DJ’s cross the planet regularly but 20 years ago it wasn’t common at all, but we could see where our scene was going and choose to try and reflect that in an album series.
In 2015 GU has returned under your ownership, having taken a break for a few years, what do you think about the music business nowadays?
Its exciting times, some things are easier; connecting with fans has never been easier but there is obviously a lot more people releasing music, so that just makes us work harder to create even better releases like the TWENTY Collectors Edition, which has been 6 months work or more to compile.
TWENTY will be the celebrative release for your 20 years in the field and will spread across 50 tracks with 15 exclusive with a collection of classic, updated remixes and brand new productions from the likes of Moby, Sasha, Dixon, Dubfire, UNKLE, Booka Shade, Simian Mobile Disco, Gabriel Ananda and more, how did you selected them and what’s the main idea behind the release?
For the selection we worked for several months listening back to GU albums and picking what we felt were the most relevant and strongest tracks from our releases. In terms of the idea it is an opportunity for us to look back at the twenty years we’ve been doing this, but also to look forward.
The format of TWENTY is similar to the classic GU releases with two mixed CDs plus a third one named “The Future”. You did almost the same ten years ago for GU 10, except for the third CD that in that case was a selection of tunes from the past, does it mean that the new direction is more than before toward innovation?
Yes pretty much, as you say with GU10 we looked back 10 years and also at the period before GU started, with TWENTY thought we should look back and also to look forward with “The Future” and all the great emerging producers on that disc.
The Super Deluxe Collector Edition includes a 112 pages hardback photography book of images captured by Dean Belcher, which is also hosting an exhibition in London. In you opinion, how much important is image in music?
Image is important, we live in a very visual age and if you look back at the 70’s, even back then album covers were works of art as well, so the fusion of music and image/art has always been there. When we stared GU we felt that most labels didn’t understand this and in particular DJs weren’t been represented properly.
In October GUMUSIC celebrates its 100th single with a re-release of Roland Klinkenberg Feat DJ Remy “Mexico Can Wait”, including remixes from Gabriel Ananda, Mathew Jonson, why did you choose a repress instead of a brand new EP?
Well we’ve been releasing lots of new talent on our singles label, recently people like Arturo Hevia from Chile etc, so we thought for a landmark 100th release it would be nice to get some mixes of a GU classic single so we chose Roland’s track; however we’ve signed so much new material for our single label so expect to see lots of new names popping up from us.
After a pause of 8 years you’ve rebooted “AFTERHOURS” series and also released a new NUBREED album with the Iranian DJ Habichman. What are the main ideas behind these two side projects?
Well Afterhours is what it is, its always been a collection of weird and wonderful music that we would like into a home listening album. It’s one of my favorite projects but takes a lot of work to make music of such different genres and tempos work in a continuous mix, it’s a real labor of love.
During the years GU has been a synonymous of progressive music; do you think that it’s still true?
Not really, yes we’ve released a lot of progressive but also a lot of techno (Carl Cox, Darren Emerson), house (Danny Tenaglia) etc.
Every GU release is mix of music, photography, locations, packaging and marketing. How long does it takes to conceive and release such a work of art?
It takes approx. 9 months from start to finish so it’s a lot of work! Most labels that churn out mixes every month or so probably takes them 2-3 months max so, as you can see, we put a lot of time and care into our releases.
How do you choose the locations and the club scenes to highlight on your releases?
It’s normally the DJs, because it’s a city or club that they have a close connection too, but sometime we suggest cities that we’ve visited and really enjoyed.
GU was the first label to put DJs on the cover of a DJ mix albums, helping turn them into international superstars and putting spotlight on nascent club scene, at a time when dance music was still pocketed across a handful of emerging territories. Now that the day by day is overwhelmed by multimedia contents from around the world, how do you think it will be the best way to still stay relevant in the business?
Well what we do hasn’t changed as you know, the fact that there is so much media about DJs now hasn’t changed my original vision to reflect the global nature of DJ culture and electronic music, our relevance is our authenticity and that will never change.
What do you think have been the main reasons behind the success of Global Underground?
Quite simply, the fans.
With “GU Wants You” I’ve seen that you’re accepting demos, what are you looking for and what advice could you give to a producer approaching your label?
Id just say be unique, there so much “cookie-cutter” material out there, create a sound that will stand out and send us your demos! You never know.[/tab]
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