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[tab title=”Italiano”]Samurai Music non è certamente una di quelle label che si può definire statiche. Dalla Nuova Zelanda a Berlino, dalla drum and bass all’ambient passando attraverso la techno ci avvolge nel corso degli anni in un turbinio di innovazione e sperimentazione. Il non accontentarsi, il guardare tra le righe, capovolgere e ridisegnare le regole tra i confini dei generi musicali. Nata nel 2007 dalla mente del neozelandese Geoff Wright, in arte DJ Presha, oggi Samurai Music Group con sede a Berlino è un gruppo di tre etichette musicali che vede Samurai Music più concentrata sulla drum and bass, Red Seal che si occupa di toni più deep e Horo focalizzata nella realizzazione (solo in vinile) di un’elettronica dai toni sperimentali. Un circuito internazionale di grande impatto che non si ferma mai: recentemente infatti l’uscita dell’EP dai toni dark techno Pact Infernal ‘The Descent’ Chapter I (Lucy Remixes) e l’album ambient/experimental di Ancestral Voices ‘Night Of Visions’ sono la prova dell’incessante obiettivo di questa label verso la proposta di una qualità musicale elevata.
Quest’anno Samurai Music celebra 8 anni di vita. Prima di ogni cosa, come è nata l’etichetta? Quali sono state le esigenze base che hanno portato alla nascita Samurai Music?
Avevo già provato l’esperienza di gestire una label con un altro socio alla fine degli anni ’90, cosa che mi ha potuto dare un assaggio iniziale di come poteva essere e si è conclusa nel piacermi molto. Ho avuto una pausa per un po’ dove mi sono potuto concentrare sulla promozione e la distribuzione, ma alla fine in un momento ottimale mi è stata portata di nuovo l’idea di mettere in piedi un’etichetta. A quei tempi avevo un’agenda ben organizzata, ma poi tutto è significativamente cambiato rispetto ad oggi, poiché prima la label aveva come sede la Nuova Zelanda. Anni fa, credevo un’etichetta sarebbe stato un veicolo perfetto per quella passione ed energia che mi piace mettere dietro la musica che amo. Cosa che continuo a credere ancora.
Sei cresciuto in Nuova Zelanda, vorresti dirci come sei arrivato alla drum & bass e perché?
Lavoravo in un negozio di dischi a Christchurch in Nuova Zelanda (Echo Records) per il dipartimento di musica elettronica, mi compravo e procuravo dischi per i miei primi dj set, in cui però suonavo altri anche generi. Inoltre in quegli anni stavamo portando in Nuova Zelanda tutta la early jungle/drum and bass. Mi ci è voluto un po’ perché mi iniziasse a piacere, ma poi è bastato un disco (Rufige Cru ‘Terminator’) per portarmi attraverso una lunga e profonda passione verso questo genere.
Quali sono gli artisti e le label che ti hanno influenzato di più prima di decidere di creare la tua etichetta discografica?
Ho sempre amato l’etica del ‘fai da te’ di vecchie etichette hardcore come Dischord, Plan 9, SST e molte altre, ma come elettronica saggia direi Metalheadz, No U Turn e 31 Records sono stati forti segnali di grande qualità musicale per tutta la metà/fine degli anni ’90 che mi hanno stimolato ad avere la una mia etichetta con releases drum and bass.
Come sono stati questi otto anni di Samurai Music, quali sono gli highlights che ricordi in modo particolare?
E’ stato divertente, un sacco di duro lavoro, ma che mi ha dato grandi ricompense. Gli highlights sono stati molti – come quelli di realizzare dischi di artisti che ho rispettato da sempre nel mondo della musica o di suonare come dj tra nomi in lineup nei quali non mi sarei mai aspettato di potermi trovare. I veri highlights che continuano a stare con me nonostante tutto quello che è successo nel corso degli anni sono le amicizie e le esperienze di vita condivise con queste persone lungo la strada. Aiutare a costruire Tokyo Prose, lavorare a stretto contatto con ENA e ASC, Sam KDC, e, più recentemente, il periodo di transizione da Indigo a Ancestral Voices. Abbiamo un sorprendente gruppo di artisti che orbitano intorno al campo Samurai, tutti molto orgogliosi di essere parte di esso. Questa penso che sia la migliore ricompensa si possa avere.
Dall’altro canto, cosa è cambiato durante tutto questo periodo nell’evoluzione dell’etichetta e quale componenti invece sono ancora esattamente le stesse dal momento in cui è nata?
Per lo più è la musica ad esser cambiata e ciò è stato essenzialmente come lo avevo sperato. La mia attrazione per la musica drum and bass alla sua nascita fu per quella costante sensazione verso il cambiamento, cercando di andare avanti, oltre (e anche se questo rimane solamente un mito percettivo, mi piace). L’altro cambiamento importante è la mia posizione geografica di cui abbiamo discusso precedentemente. La componente che invece è rimasta la stessa è l’attenzione verso il packaging e l’estetica del marchio. Ho iniziato con il vinile colorato quando nessuno lo utilizzava ancora ed ora un sacco di etichette sembrano fare la stessa cosa.
In principio avevi già un’idea su come sviluppare il tuo progetto? Inoltre, per la gestione di una label musicale, quanto pensi sia importante seguire l’istinto?
Certo avevo già provato l’esperienza di gestire una label quindi conoscevo le meccaniche di base e avevo sviluppato un concetto di fondo, sia musicalmente che esteticamente, già prima dell’uscita della prima release. Ai grandi produttori che si avvicinarono a me in quel periodo, chiesi specificamente i loro brani più profondi e appassionati che nessuna delle altre label era interessata a realizzare, qualcosa di leggermente fuori dalla norma delle loro abituali uscite. Seguire l’istinto è sì importante, ma ci metto dentro anche tutto ciò che posso sentire e associare attraverso la musica. Un sacco di etichette diventano più grandi e famose perché arrivano a coinvolgere altre persone esterne per selezionare le release e quindi si perde l’essenza del tutto. Io non vorrò mai arrivare a ciò, la selezione sarà sempre e solo mia.
Al giorno d’oggi le sfide sono probabilmente molto diverse da quelli dei primi tempi. Come è cambiata l’industria musicale rispetto al passato?
Ci sono nuove sfide con la produzione in vinile a causa del ritorno di popolarità dei vinili. Quando ho iniziato con il pressing c’erano offerte molto più economiche per produrre dischi e per accelerare la loro realizzazione attraverso una consegna dei vinili in tempi ottimali. Oggi lo stesso processo ci ha messo in una lunga lista di attesa dando priorità al flusso infinito delle ristampe. E’ basic business immagino, ma non c’è memoria di questo processo attraverso gli anni. Era solito vedere in 2 mesi un disco finito uscire sul mercato, ora in alcuni casi è più simile a 4 mesi e in più il servizio clienti è scomparso. Ovviamente Samurai cominciò la sua attività all’inizio del grande boom dei mercati digitali, quindi è stato uno sviluppo interessante da guardare. Produttori “da camera da letto” si sono sentiti allora autorizzati a dare il loro contributo e questo portò ad una sensazione generale che tutto poteva succedere, chiunque avrebbe potuto realizzare immediatamente la propria musica per la prima volta senza nessun tipo di aiuto. Ma, come abbiamo visto, questo processo ha portato ad un livellamento generale e così si è iniziato ad optare per la qualità. C’è molta più musica disponibile per tutti ora rispetto a quando abbiamo iniziato, ed è abbastanza sconcertante la quantità di release che ad oggi avvengono ogni settimana.
E per quanto riguarda la scena drum & bass, come la vedi oggi? Verso quale strada si sta andando?
Ad essere onesti non sento alcuna affinità con la scena drum and bass di oggi. C’è una piccola minoranza di persone che ancora rendono interessante la drum and bass, e mi piace molto la loro musica, ma a tutto il resto proprio non mi posso collegare. Mi sento fuori luogo in una serata drum and bass ora. Forse questo cambierà, ma non lo collego più ai picchi che andavano a pari passo con l’energia della musica stessa. Mi sono davvero sentito come un outsider nella scena per alcuni anni e penso che abbiamo costruito il nostro tipo di realtà proprio ai margini di essa, o persino al di fuori. In breve, non posso davvero commentare sulla scena drum and bass poiché io stesso non mi sento più un partecipante attivo.
Samurai Music è sempre stata legata soprattutto alla drum & bass, ora con una recente attenzione sui nuovi stili musicali. Cosa ti ha portato a esplorare nuovi tipi di generi, diciamo, più ambient e sperimentali?
Sono sempre stato un fan di molti generi musicali, le mie prime esperienze DJ’ing sono state suonando soul, funk, hip hop ma techno, house, drum and bass sono venute dopo. Sono sempre stato anche un fan della musica ambient ed elettronica e credo che vivere a Berlino abbia spinto in primo piano questa parte del mio gusto. Poiché le etichette che gestisco sono davvero come un diario del mio gusto personale è naturale che esse di dirigano verso la musica che ascolto più spesso. Sarà sicuramente un cambio di impronta, Horo si dividerà nel 2016 per concentrarsi completamente su questo genere musicale, con una scandita agenda che non sarà legato a Samurai Music.
Samurai Music ha la sua sede a Berlino e (come tutti sappiamo) oggi la città è uno dei più grandi poli di attrazione per nuovi artisti e per chiunque abbia a che fare con musica elettronica in generale. Quanto pensi che possa aver influito nell’evoluzione della tua etichetta l’aver come quartier generale Berlino?
Berlino è una grande città per vivere se vi piace la musica elettronica. Quando mi sono trasferito qui stavo riscoprendo il mio amore per la techno così è stato, ovviamente, un momento perfetto. Sono andato al Berghain ogni settimana per mesi e sono stato il più possibile presente a molte altre serate. Ovviamente questo ha influito immediatamente sulla label e la vita a Berlino è stata il catalizzatore per Horo. Non sento il bisogno di andare più così tanto alle serate techno, ma l’energia di quella roccaforte della musica di questa città sembra permeare il resto del mio gusto musicale, che a sua volta dà colore alle release delle mie etichette.
Una piccola curiosità, da dove viene il nome “Samurai”?
Un amore per l’arte e della cultura giapponese e un simbolo di forza contro le avversità.
Come e in quali modalità ti occupi di tenere d’occhio i nuovi talenti?.
E’ più difficile in questi giorni perché considero il processo dei demo piuttosto scomodo dal momento che, se mi metto ad ascoltare troppi demo, tendo a disilludere la musica stessa. Ho una lista di artisti talentuosi con cui lavoro molto e tengo sempre un occhio aperto per vedere di chi le persone che rispetto stanno parlando, prima di poterli inserire all’interno di un progetto.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Abbiamo LP in uscita di Pact Infernal, Kiyoko, e ENA programmato per Horo nel 2016 e qualche ospite a sorpresa per vari EP. E’ anche in corso un EP di Remix per Ancestral Voices e abbiamo diversi singoli in produzione per il prossimo anno sia su Samurai Music che per Horo.[/tab]
[tab title=”English”]Samurai Music is certainly one of those labels, which cannot be defined as static. From New Zealand to Berlin, from drum and bass to ambient passing through techno leads us over the years in a flurry of innovation and experimentation. The will of move ahead and above, looking between the lines, flipping and redesigning the rules between the boundaries of musical genres. Born in 2007 from the brain of the New Zealander Geoff Wright, aka DJ Presha, today Samurai Music Group based in Berlin is a group of three music labels, with Samurai Music more focused on drum and bass, Red Seal that deals with the most unsual and deep tones of the genre and Horo that take care of vinyl only releases of experimental electronic. An international circuit of great impact that never stops: in fact recently the release of the EP Infernal Pact ‘The Descent’ Chapter I (Lucy Remixes) and the ambient/experimental Ancestral Voices album ‘Night Of Visions’ are evidence the increasing goal of this label to the proposal of a high quality music.
This year you are going to celebrate 8 years of activity. First, how did the label start? What were the basic needs that created Samurai Music?
I had a label with someone else in the late 90’s and it gave me a taste and I really enjoyed it. I had a break for a while and focused on promoting and distribution, but eventually I was led back to the idea of doing a label and the time was right. At the time I had an agenda but this has changed considerably now as I was based in New Zealand then. I believed a label would be a perfect vehicle for the passion and energy I like to put behind the music I love. I still do.
You grew up in New Zealand, would you like to tell us how you got into drum & bass at first and why?
I was working in a record store in Christchurch, New Zealand (Echo Records), buying for the dance department and getting records for my early DJ sets playing other genres and we were also bringing in all the early jungle / drum and bass. It took me a while to enjoy it, but then all it took was one record (Rufige Cru ‘Terminator’) to draw me in and a long, very deep passion begun.
Which artists and labels inspired you to create your own label?
I always loved the DIY ethic of old hardcore labels like Dischord, Plan 9, SST and many more, but electronic wise I would say Metalheadz No U Turn, and 31 Records were powerful signs of quality in the mid – late 90’s that made me interested in having my own label that released drum and bass.
How have these eight years of Samurai Music been? Tell us some highlights that you remember in particular.
It’s been fun, a lot of hard work but great rewards. Highlights have been many – releasing records by people who’s music I have respected and playing on lineups I never expected to as a DJ. The real highlights that stay with me after everything else though are the friendships and life experiences shared with these people along the way. Helping build Tokyo Prose, working closely with ENA and ASC, Sam KDC, and more recently the transitional period from Indigo to Ancestral Voices. We have a very amazing group of artists orbiting the Samurai camp and all very proud to be part of it, I think that’s the best reward you can have.
On the other hand, what has changed during all this time regarding the evolution of the label and what aspects remain the same?
The music has changed mostly, and this is essential as I had hoped it would. My attraction to DnB music at it’s birth was the constant changing and striving to move forward (even if that’s a perceptional myth, I enjoy it). The other major change is my geographical location which we have discussed. The component that has stayed the same is the attention to packaging and aesthetics of the label. I started with coloured vinyl when no one else was really touching it, and now a lot of labels seem to be doing the same thing.
In the beginning you had an idea of what to do? And also, for managing a label how much do you think is important to follow the instinct?
Sure I had already run a label so I knew the basic mechanics, and developed a concept before the first release both musically and aesthetically. The big producers I approached in those days, I asked specifically for their deeper tunes that no other labels were interested in, something slightly out of he norm from their usual releases. Following instinct is important yes, but also most of all I just put out the music I can really feel and associate with. As a lot of labels get bigger they get other people involved in selecting their releases and the vibe gets lost. I never want to do that, it will always be my selection.
Nowadays challenges are probably very different from those of your debut. Today, how has changed the music industry and the market respect the past?
There are new challenges with manufacturing vinyl due to the resurgence in vinyls popularity. When I first started the pressing plants were offering very cheap deals to make records and speeding up their processing and delivery time to suit. These days the same pressing plants put us to the back of the waiting line and prioritise the endless stream of re-issues. It’s basic business I guess but there is no memory from them of who kept pressing through their slow years. It used to take 2 months to get a record made, now it’s more like 4 months with some plants and customer service has disappeared. Obviously Samurai began at the start of the digital markets big boom, so it has been an interesting development to watch. Bedroom producers felt empowered then and it was a general feeling that anything could happen as anyone could release their music instantly without any help for the first time. But as we have seen this has evened out and people have opted for quality. There is a lot more music available for people now from when we started, it’s quite staggering the amount of releases there are every week still now.
And what about the drum & bass scene, how do you see it today?
To be honest I don’t feel any affinity with the dnb scene now. There is a very small minority of people that still make interesting drum and bass, and I really love their music but everything else I just can’t connect with. I really feel out of place at a DnB gig now. Maybe that will change, but I don’t relate to the constant peaks and troughs that go with the energy of the music anymore. I have really felt like an outsider in the scene for a few years and I think we have kind’ve built our own scene on the edges of, or outside it. The short answer is I can’t really comment on it as I don’t feel I am an active participant anymore.
Samurai Music has always been linked mostly to drum & bass sounds, now with a recent focus on new musical styles. What brought you to explore new types of genres, we say, more ambient and experimental? Do you think it would change the imprint of the label itself?
I have always been a fan of many types of music, my first DJ’ing experiences were really playing soul / funk / hip hop then techno / house, drum and bass came after that. I’ve always been a fan of ambient / electronics as well and I think living in Berlin has pushed that element of my taste to the fore. As the labels are really like a diary of my personal taste, it as only natural I would head towards the music I listen mostly to. It will definitely change the imprint, Horo will split away on it’s own in 2016 to concentrate fully on this music and have a clear musical agenda that’s not tied to Samurai Music.
Samurai Music is Berlin based label and as we all know, nowadays the city is one the largest attraction pole for new artist and in general electronic music. How much do you think might have affected for your label having the headquarters in Berlin?
It’s such a great city to live in if you enjoy electronic music. When I moved here I was rediscovering my love for techno so it was obviously perfect timing. I went to Berghain every week for months and soaked up as many other gigs as possible. Obviously this bled over into he labels instantly and life in Berlin was the catalyst for Horo. I don’t really feel the need to go to techno gigs anymore but the energy of that musics stronghold of this city seems to permeate the rest of my musical taste, which in turn colour’s the labels releases.
A little curiosity, where does the name Samurai come from?
A love of Japanese art and culture and a symbol of strength against adversity.
How and in what way do you do to keep an eye on new talent?
It’s more difficult these days as I find the demo process quite awkward and tend to get really disillusioned with music itself if I listen to too many demo’s. I have a pool of talented artists that I work with a lot and I just keep an ear out to see who people I respect are talking about before I check them out.
What are your plans for the future?
We have LP’s from Pact Infernal, Kiyoko, & ENA planned for Horo in 2016 and some surprise guest EP’s. An Ancestral Voices remix EP is also underway and we have several singles in production for next year on both Samurai Music and Horo.[/tab]
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