Li abbiamo corteggiati a lungo ed alla fine eccoci qua! Siamo riusciti a fare quattro chiacchiere con due ragazzi di Belfast che da tempo fanno parecchio parlare di loro nel panorama musicale europeo e mondiale, in previsione della loro apparizione dal 2 al 4 Agosto all’Eastern Electrics Festival di Londra. Stiamo ovviamente parlando dei Bicep. L’approdo a Londra ne ha gradualmente segnato il successo, anche grazie al loro blog Feel My Bicep, fondato nel 2008, che in pochi anni è passato dall’essere un sito in cui condividere musica per gli amici di sempre, a diventare una delle pagine più seguite dalla web community britannica legata alla musica elettronica. Ci racconteranno come hanno cominciato, quasi per scherzo, ad appassionarsi di musica, fino a trovare la loro strada e farne un lavoro a tempo pieno. Ma lasciamo la parola a loro!
La prima cosa che sono curioso di chiedervi è la provenienza del vostro moniker. So che proviene dal vostro blog, di cui parleremo tra poco, ma qual è il suo significato? Mi state dicendo che siete fan del body building?
Eheh, siamo stati ispirati da un sacco di immagini trash della New York anni ’70 e anche da molte vecchie copertine di vinili disco e diciamo che il tutto è venuto fuori da lì. Volevamo qualcosa di forte ed audace. Il nome ed il logo inizialmente dovevano un pò far ridere. Niente di troppo serio insomma.
Vi siete avvicinati al mondo del clubbing già giovanissimi, frequentando locali celebri come lo Shine a Belfast, la vostra città natale. Cosa significava la scena rave a quel tempo per voi? Solo un passatempo o sentivate già una sorta di appartenenza a quel mondo?
Mmm, diciamo che era più che altro un passatempo, qualcosa che ci piaceva. Ma certamente è diventata una passione. E’ stato semplicemente un processo giusto e naturale. Ci sembrava il giusto tipo di atmosfera in cui spendere il nostro tempo.
Com’è stato, da un punto di vista sia di vita quotidiana che notturna, essere catapultati da una realtà più provinciale come quella di Belfast, alle luci della ribalta londinese?
E’ stato un processo lento e lungo. Abbiamo passato anni suonando in localacci sotto diversi moniker e gestendo i nostri piccoli party o facendo qualche gig grazie al blog. Quindi diciamo che non c’è mai stato un vero shock. E’ stato un percorso graduale durato più di 8 anni! Ovviamente il salto intercorso fra il suonare nei piccoli locali londinesi ed esibirsi di fronte a 3000 e passa persone è stato un piccolo shock ma è avvenuto in un ambiente in cui eravamo abituati a stare parecchio perciò diciamo che è stato più divertente che snervante.
Una volta che avete concluso il liceo le vostre strade per qualche anno si sono separate. Nel 2008 però avete creato il blog Feel My Bicep, insieme ad alcuni amici. Qual è stato il motivo alla base di questa esperienza? Volevate un contenitore per raggruppare tutto ciò che vi piaceva o c’è qualcosa di più profondo sotto?
E’ stato abbastanza semplice. Serviva puramente a condividere musica con tutti i nostri amici irlandesi dai quali ci eravamo separati una volta che ci eravamo trasferiti per l’Università. Col tempo ha preso slancio ed abbiamo iniziato a prenderlo con maggiore serietà, visto che abbiamo notato che si stava sviluppando una piccola comunità! E’ stato molto divertente ed è diventato quasi una dipendenza.
Oggi il ruolo del blog è in qualche modo cambiato o mantiene sempre lo scopo originale?
Il fattore chiave è il tempo. Ci sforziamo di trovarne il più possibile per lo studio al momento, lasciando un pò solo il blog. Quando ne abbiamo l’occasione ci dedichiamo ad esso il più che possiamo. Aspettiamo con ansia il momento in cui tutto si stabilizzerà un attimo e ci potremo nuovamente concentrare maggiormente anche su quello. E’ qualcosa su cui lavoreremo sempre, tra l’altro anche semplicemente andare alla caccia delle immagini che pubblichiamo è sempre stata una delle parti migliori di quel lavoro.
Durante il vostro percorso avete cominciato a produrre tracce, ma vivevate in due continenti diversi. Immagino fosse difficile coordinare il lavoro in quel modo…
Si, tutto veniva fatto tramite Skype, in due differenti fusi orari. Volevamo lavorare ad un progetto dopo di che girarcelo via mail e possibilmente iniziarne un altro nel frattempo che l’altro lavorava sul primo. Era come passarsi costantemente un pacco! A quanto abbiamo capito questo è comunque un metodo di lavoro molto diffuso, ma preferiamo come funzionano le cose ora. Ci svegliamo e ci sediamo in studio e possiamo sviluppare le tracce molto più velocemente e coerentemente rispetto a prima.
Una volta riuniti a Londra, in che modo siete riusciti a farvi notare dall’ambiente musicale? Chi sono state le prime persone ad avere fiducia in voi? Credete che l’attenzione generale verso il vostro blog abbia giocato un ruolo rilevante in questi primi passi?
Certo, il blog è stato un’ottima trasfigurazione per far capire alla gente di cosa ci occupavamo. E’ stata un pò come una cartina tornasole. Il nostro agente e il nostro management ci sono stati accanto praticamente sin dall’inizio della nostra avventura londinese. Ci hanno mostrato interesse fin da subito e ci hanno dato un grande aiuto. Le etichette discografiche come la Wolf Music e la Throne of Blood ci hanno dimostrato altrettanto supporto! Quando ci siamo trasferiti a Londra abbiamo vissuto un’atmosfera molto amichevole e stimolante!
Nel corso della vostra carriera avete spaziato tra diversi generi: dalla jungle, alla deep, passando per la techno e per molte altre contaminazioni intermedie. Direi che non siete un duo a cui piace essere etichettato musicalmente vero?
Verissimo, e continueremo a farlo il più a lungo possibile. Ovviamente cercheremo di approfondire la nostra conoscenza di alcune aree specifiche. Ad esempio, quando mettiamo insieme un pezzo disco passiamo davvero un sacco di tempo ascoltando solo quello, e lo stesso vale per l’house e la techno, ma ci piace molto spostarci di continuo. E’ importante esplorare e mantenere fresco il proprio suono, quando ti concentri su un solo stile è facile rimanerci “incastrato”.
Parlando di influenze musicali, ho letto che quando Sonic Academy vi ha chiesto quale strumento analogico vi piacerebbe possedere, avete risposto la TR909 modificata di Kerri Chandler. Possiamo considerarlo come uno dei vostri mentori?
Già, c’è però da dire che da allora abbiamo imparato un sacco di cose dal punto di vista della produzione analogica! Invece di voler replicare i kicks o i suoni di un altro artista, oggi vogliamo creare i nostri. E’ stata ovviamente una progressione naturale. In termini di mentori, è molto difficile dirlo perché l’ampiezza del nostro gusto musicale è molto ampia, ma siamo davvero ispirati da qualsiasi cosa che suoniamo o che mettiamo sul nostro blog.
Oggi però siete arrivati a suonare sugli stessi palcoscenici. Come riuscite a gestire tutta questa ondata di successo che vi ha investiti negli ultimi anni?
Per quando possibile, cerchiamo di tenere la testa bassa e di lavorare il più sodo possibile. Prima di fare questo mestiere abbiamo entrambi avuto impieghi “normali” che ci hanno trasmesso una buona etica del lavoro e nel corso degli anni abbiamo cercato di mantenerla. Sta diventando davvero difficile bilanciare tutto viaggiando così spesso ma non è poi un gran problema! Ci stiamo preparando a prenderci un pò di tempo libero per sviluppare al meglio il nostro suono in studio. Abbiamo speso ogni centesimo guadagnato per acquistare un sacco di begli strumenti analogici!
Tra i tanti tour a cui avete preso parte ormai avete girato quasi tutto il mondo. Quali sono stati i paesi dove avete avvertito le migliori vibrazioni e quelli che ancora vi piacerebbe vedere?
Il Giappone è il paese dove dobbiamo ancora andare e siamo eccitatissimi all’idea! Per quanto concerne le migliori esperienze, possiamo menzionare il Panorama Bar di Berlino e praticamente tutto il Regno Unito in generale. Siamo ben conosciuti qui, ma soprattutto al momento si avvertono delle grandi vibrazioni. C’è una stupenda energia in un sacco di eventi. Ci divertiamo un sacco a quasi tutte le nostre uscite, perché rimaniamo costantemente sorpresi nel suonare in posti che non ci saremmo mai aspettati e nell’incontrare così tanta gente stupenda. Tornando al discorso di prima, anche la Scandinavia è sempre stata un’altra grande esperienza!
Ora che cosa vi aspetta per questa estate? Qualche data che attendete particolarmente?
La nostra residency ad Ibiza sarà un vero spasso e tutti i festival in Europa e specialmente in Croazia saranno altrettanto divertenti! In effetti, non c’è una settimana in quest’estate che non stiamo aspettando con particolare ansia.
Invece dal punto di vista produttivo cosa dobbiamo aspettarci che esca dal vostro cilindro nei mesi a venire?
Abbiamo in serbo un pò di house con un tocco di jungle e un sacco di roba techno. Nei prossimi mesi cercheremo di andare un pò più veloce, così da tornare indietro ai nostri momenti di splendore giovanili!
English Version:
We have courted them for a long time and finally here we are! We had a chat with two guys from Belfast which have been talked about for a long time in Europe and worldwide, in anticipation of their appearance August 2 to 4 at the Eastern Electrics Festival in London. We are obviously talking about Bicep. The arrival in London has gradually marked their success, thanks also to the blog Feel My Bicep, which was fonde in 2008 and in a few years went from being a site to share music with old friends, to become one of the most followed sites in the British electronic music web community. They will tell us how they started, almost as a joke, to get passionate about music, up to find their way and make it a full time job. But let’s leave the word to them!
The first thing that I’m curious to ask yourself is the origin of your moniker. I know that it comes from your blog, of which we’ll discuss in a moment, but what’s its significance? Are you telling me that you’re body building fans?
Haha, we were inspired by a lot of the sleazy imagery of 70s New York, lots of weirder old disco 12″ etc and it kinda just came from that! We wanted something strong and bold. The name and logo were initially meant to be a bit of fun. Nothing too serious.
You have approached very young the world of clubbing, attending local famous clubs such as Shine in Belfast, your hometown. What did it mean the rave scene at that time to you? Was it just a pastime or have you felt a sort of belonging to that world since the first steps?
Hmmm, it was really just a pastime, something we loved but certainly something we became passionate about. It just felt right and natural. The right kind of atmosphere for us to spend time in!
What was it like, both for everyday life nightlife, being catapulted from a more provincial environment such as Belfast, to Londons limelight?
It was a long slow process. We spent years playing shitty nightclubs under different names and running our own little parties and doing small gigs through the blog so none of it ever became a shock. It was a gradual journey for us over about 8 years! Certainly the jump from playing smaller London shows to 3000 people plus was a bit of a shock but by that stage we were used to playing out a lot so it was more fun than anything nerve-racking.
Once you have completed high school, your paths have been separated. In 2008 you have created Feel My Bicep, a musical blog, along with some friends. What was the reason behind this experience? Did you just want a container to group everything you liked or is there something deeper below?
It was quite simple. It was purely to share music with all our irish friends who had been split up when we went away to university. Over time it picked up momentum and we began to take it more seriously as we saw a small community develop! It was very fun and became quite addictive!
Today, the role of the blog is somehow changed or keeps its original purpose?
Time is the big issue. We struggle to find time for the studio now, let alone the blog. When we get the chance we put up as much as we can. I look forward to the time when everything settles a bit and we can focus on it more. It’s something we’ll always work at, hunting for the images was always our favourite bit too!
During your journey you have begun to produce tracks, but you were living in two different continents. I guess it was difficult to coordinate work that way…
Yeah, everything was done via Skype, in two different timezones. We would work on a project then mail it across and possible start another one whilst the other worked on the first. It was like constant pass the parcel! This is actually quite a common way to work i’ve heard, but it’s much better now. We get up and sit together on the studio and can progress tracks much quicker and coherently than before.
Once gathered in London, how were you able to introduce you to the music business? Who were the first people who have placed their trust in you? Do you think that the general attention towards your blog has played an important role in these first steps?
Yeah, I think the blog was great for people getting an idea of what we were really about. It gave a rounded picture. Our agent and management have been with us from almost the start of our time in London, they
showed interest very early on and really helped us. Record labels like Wolf Music and Throne of Blood as well really showed great support! We’ve found moving to London a great and very friendly experience!
Throughout your career you have ranged between different genres, from jungle to deep house, passing through techno and many other contaminations in the middle. I would say that you are not a duo who likes to be labeled musically, isn’t it?
Very true, and we’ll continue this as long as we can. We do of course like to delve deeply into certain areas for a while. When we put together a disco mix we really spend a lot of time digging only disco and the same for house or techno but we quickly like to move on. It’s important to explore and stay fresh, when you stick at one style is becomes very easy to get stuck in a rut or formula.
Speaking of musical influences, I read that when Sonic Academy asked you about which gear you’d like to own, you answered the modded TR909 by Kerri Chandler. Can we consider him as one of your mentors?
Yeah, we’ve learnt a lot more about analog production since then! Instead of wanting to replicate other artists kicks or sounds we want to create our own, it’s been a natural progression. In terms of mentors, it’s very hard to say as our breadth in taste is so wide but really we’re inspired by anything we play or put on our blog.
Today, however, you’ve come to play on the same venues. How do you manage all this wave of success who has swept you up over the past years?
For us, we’ve just had our heads down and worked as hard as possible. We had proper corporate jobs beforehand which essentially taught us a good work ethic I think and we’ve tried to maintain that. It’s becoming really difficult to balance everything with touring so much but that’s not a bad problem! We’re looking forward to taking some time off and really developing our sound and studio. We’ve been spending any more we make on lots of nice analog equipment!
Among the many tours which have taken part, now you have traveled almost all over the world. What have been the countries where you have experienced the best vibrations and the ones in which you’d prefer to go to?
Japan is the country we’re still to travel to! So excited for that. In terms of best experiences it’s gotta be playing Panorama Bar and actually in the UK in general. We are well known here but the general vibe at the moment is great here. Amazing energy at so many gigs! We really do enjoy almost all our gigs though and are constantly surprised to play places we’d never expect and meet amazing people. Scandinavia has always been an incredible experience too!
Now what awaits you for this summer? Are you waiting for some events in particular?
Our residency in Ibiza is going to be great fun and all the festivals in Europe and Croatia will be great too! Infact, I can’t think of a week this summer we’re not looking forward to.
Instead, from production’s point of view, what can we expect to come out from your cylinder in this months to come?
Some jungle inspired house and lots of techno sounding stuff! We’re going to go a little harder… back to our roots of the Shine days!