Ve lo abbiam detto diverse volte negli ultimi mesi, nel panorama elettronico italiano c’è un nuovo sceriffo in città. Ha un roster di indubbia qualità, una visione precisa della direzione voluta e la capacità di farsi notare fuori confine. È la Doner Music, l’etichetta che da un anno a questa parte è diventata un punto di riferimento circa il modo in cui la scena italiana possa dire la sua con originalità e intelligenza nell’evoluzione corrente dei suoni bass contemporanei. È la label in cui pubblicano Aquadrop, Retrohandz, The Golden Toyz, nomi che sempre più spesso leggiamo in magazine e ambienti musicali internazionali. E il suo fondatore è Big Fish, storico producer famoso per il suo percorso nei Sottotono e più avanti per i suoi album solisti, ma che negli ultimi tempi ha iniziato a tirare fuori una serie di produzioni bass tanto efficaci da condurlo oggi fin nell’olimpo del genere: la Mad Decent di Diplo, che questo mese ha pubblicato con orgoglio il suo EP “Midnight Express“. Una discreta bombetta che non mancherà di essere presente nei dj-set più votati al divertimento adatto a tutti che sentiremo nei prossimi tempi. Potete ascoltarlo qui sotto, mentre leggete l’intervista. Il modo migliore per farsi un’idea di come l’Italia sta muovendo passi decisi tra le pieghe più moderne e inventive della dance music.
Dunque dicci, com’è successo che un artista hip hop di lunga esperienza come te sia finito col fare di Doner Music il progetto bass/EDM/trap più sviluppato in Italia? Come è nata questa visione?
E’ nata con un pò di follia e con il voler sperimentare qualcosa di nuovo. Io non faccio propriamente cose EDM, cerco di mantenermi sulle cose più inglesi che mi rappresentano di più.
Aquadrop già da tempo chiacchierato fuori confine, i Retrohandz sulla Dim Mak di Steve Aoki, The Golden Toyz centro di gravità della trap italiana con i suoi mixati “Italians Meet Trap”, e poi tutti gli altri nomi che si van facendo strada come Nobel, Akroama, Mothell e gli altri. Quant’è lo sforzo di promozione che sta dietro a queste storie di crescita mediatica? È qualcosa che viene fuori da sé in base alla qualità del materiale o richiede uno sforzo nella comunicazione?
C’è tanto impegno dietro alla riuscita dei progetti dei singoli artisti, ma soprattutto ad un progetto più ampio come Doner. Stiamo cercando di essere una realtà professionale italiana che riesce a relazionarsi con realtà più grosse all’estero, finalmente ci stiamo riuscendo dopo anni di sforzi. Il presupposto è che ci sia qualità, quella parla da sè. Poi gli sforzi a livello di comunicazione sono fondamentali affinchè questa qualità sia comunicata al target giusto, nel momento più opportuno e con le modalità più consone per quella che è la natura del progetto.
Ora anche tu sbarchi con “Midnight Express” sulla Mad Decent di Diplo, che al momento rappresenta uno dei traguardi più importanti per un produttore di elettronica di fantasia contemporanea. Se ripensi alla tua carriera fino ad oggi, così diversa nel tempo, lo senti come un punto di arrivo?
Non può essere un punto d’arrivo, soltanto un buon motivo per continuare a fare delle cose.
Mad Decent e Dim Mak sono due esempi di realtà internazionali importanti che hanno un occhio attento alle novità italiane. Secondo te, cos’ha lo stile italiano che piace tanto all’estero? Come italiani, cosa possiamo dare in più rispetto agli altri?
Dagli anni ’80 siamo un baluardo mondiale della musica dance. Siamo forti perchè facciamo le cose a modo nostro, pur prendendo spunti da quello che succede nel mondo.
La Mad Decent ha pubblicizzato il tuo EP come “uno sguardo sul futuro della house music”. Ascoltando i pezzi, sono due esempi perfetti di quella che in casa Doner Music vi piace far girare come “big room house”. Pensi sia davvero questo il prossimo futuro della dance per il grande pubblico?
Sinceramente penso che siano piu tendenti alla UKG che alla big room. Penso che quello sia un fenomeno sul viale del tramonto e che sia veramente distante da me, mentre per quanto riguarda la UKG, chissà… sicuramente è un filone in crescita.
È per caso uno dei candidati a sostituire l’onda EDM che ha dominato negli ultimi anni?
Ci saranno la jungle terror e le cose piu bass house, con suoni provenienti dalla dubstep.
L’EDM dei grandi nomi, i successi di Guetta, Avicii e gli altri, l’ascesa dal nulla di giovani come Martin Garrix, tutto questo ha dimostrato recentemente l’enorme successo che può avere oggi la musica elettronica. Come si relaziona a tutto questo un producer flessibile e con un buon istinto verso i suoni che funzionano, come te e i produttori del roster Doner?
Penso che quelli siano progetti costruiti per vendere. Noi siamo ancora nella fase in cui cerchiamo di fare musica bella e vediamo che succede.
Supponiamo che ora questo EP su Mad Decent diventa un successone e quei due pezzi iniziano a venire suonati un po’ ovunque, confermandoti che questo sound funziona. Quale sarà il tuo prossimo passo? Album, mixati, iniziative collettive con la Doner?
Sto già proponendo altri pezzi in giro, per il resto suonerò e continuerò a produrre.
Con Doner abbiamo lanciato di recente Back Door, una nuova rubrica settimanale di free download, e stiamo iniziando a lavorare sul volume 4 della Doner Bombers Compilation, in cui come sempre raccoglieremo inediti di artisti del nostro roster e di producer italiani che riteniamo forti.
Per finire, ci daresti uno sguardo d’insieme dalla tua prospettiva sulla scena hip hop italiana? Come la vedi?
Diciamo che in questo momento la scena sta soffrendo dell’esubero di rappers o presunti tali. Piano piano rimarrano i più bravi, quelli che ci hanno provato cercando di copiare quelli più grossi di loro dovranno definitivamente cercarsi un lavoro.