Dalla recente uscita del disco “When we all fall asleep, where do we go?” il nome di Billie Eilish è sulla bocca davvero di tutti, e si sono spesi fiumi di inchiostro alla ricerca di spiegazioni per il suo successo. A partire dalla critica che l’ha incensata come il futuro del pop, fino a scomodare Dave Grohl che ha parlato di lei in questo modo: “Le gente si chiede ‘Il rock è morto?‘: quando guardo gente come Billie Eilish, capisco che il rock non è ancora morto”. E ancora c’è chi ha sviscerato il disco, chi il personaggio, chi il suo passato, presente e ha già pronosticato il suo futuro. Così come c’è chi afferma che questo lavoro sia un game changer, un disco groundbreaking; mentre per altri ancora, non mancano ovviamente, si tratta solo dell’ennesima esagerazione dettata dall’hype. Come spesso accade nessuno ha la verità in tasca, e molte di queste spiegazioni sono mediamente corrette. Quello di Billie Eilish non è di certo il disco che rivoluzionerà il pop; d’altro canto è però un lavoro che crea i presupposti per una carriera ben più che promettente. Per fare un paragone calcistico, a Billie Eilish in questo momento si può guardare con lo stesso mix di stupore e curiosità con cui si guardava a Neymar quando giocava nel Santos, o a Mbappé quando era nel Monaco.
Ora, la prima domanda che sorge spontanea: come è possibile che una ragazzina di appena 17 anni possa avere questo successo? Le componenti fondamentali di questa storia sono due: la musica, e il personaggio attorno alla musica. Oltre al lavoro in sé, infatti, ci sono altri motivi che spingono a considerare questa artista come rilevante per l’attuale panorama musicale.
Prima di elencarli è tuttavia necessario fare un passo indietro rispetto alla situazione attuale del mainstream. L’universo del pop è dominato a ragione o torto dagli influencer, ovvero da quei personaggi che hanno reso la loro presenza sul web un vero e proprio marchio di fabbrica. L’immaginario legato a questi personaggi, è mediamente scontato: un determinato lifestyle, un modo di vestire ben preciso, luoghi codificati dove essere o non essere etc. e in tal senso i social sono il moltiplicatore ideale dove poter sbandierare tutto ciò. All’interno di un contesto dove il feed è dato da modelli prettamente materialisti e conformisti, qualsiasi divagazione da esso è presa come rivoluzionaria. In questa crepa si inserisce Billie Eilish: nel momento di massima esplosione del modello Kardashian, arriva all’apice della piramide del successo una ragazzina di appena 17 anni che è tutto fuorché ciò – secondo la più classica legge del contrappasso. Billie Eilish rappresenta un altro lato della medaglia: quello meno incline a standard prestabiliti dove l’approvazione viene conferita in base alla prossimità rispetto ad un modello dominante. Il suo fare antitetico ha reso quindi la sua scalata al successo tanto facile quanto inaspettata, in quanto rappresentante di una contro tendenza.
Per rendere il discorso meno astratto la cosa più semplice è fare un esempio, e in tal senso uno dei parallelismi più immediati che viene in mente rispetto a quello che è avvenuto nella musica negli ultimi anni, è la storia del compianto XXXtentacion. XXX è stato nel rap quello che nel macro universo della pop music si sta dimostrando Billie Eilish: ovvero una contro tendenza. Nel momento di massima esplosione della bolla della trap o dello swag rap in cui l’ostentazione del successo e della propria ricchezza era all’apice della popolarità, egli aveva riportato l’attenzione su tematiche più intime e personali a livello testuale, abbinandole ad una ricerca sonora totalmente differente rispetto ai canoni del momento. In questo modo aveva ridato dignità all’hardcore, alle liriche, e alla distorsione sia a livello sonoro sia come significato dei testi. XXXtentacion è stato negli ultimi anni un forte punto di rottura rispetto ad un tipo di immaginario che dava voce alla superficialità e poco al significato, molto al contenitore e poco al contenuto. Allo stesso modo Billie Eillish può rappresentare il medesimo punto di svolta, perché si rapporta al proprio lavoro con la medesima attitudine sperimentatrice e strafottente che ha avuto il soundcloud rapper negli anni precedenti.
Dal momento che il feed di ciascuno è tempestato da un immaginario standard di finto benessere social, Billie rimescola invece le carte in tavola, parlando con convinzione (ma senza prendersi davvero troppo sul serio) riguardo ciò che passa per la testa di una teenager nel 2019. E il ritratto che ne emerge è totalmente inedito, tanto da riuscire a dare voce ai suoi coetanei, ma anche ad appassionare uomini e donne più grandi di lei. Con una voce spesso sussarata che ricorda a tratti Lana del Rey, si destreggia tra il g funk di “All The Good Girls Go To Hell” passando un pezzo con hukulele e autotune come “8”, fino alla cassa dritta di “Bad Guy” o alle ballad “I Wish You Were Gay” e “Xanny”. E ogni brano è un mondo a se stante, dove i generi si mischiano fino a confondere quasi l’ascoltatore, che si ritrova in mano un prodotto di una contemporaneità disarmante.
Il suo successo arriva tra l’altro in un momento estremamente propizio a livello di scena, perché le regine che hanno dominato il pop da classifica nell’ultima decade si sono momentaneamente fatte da parte: Rihanna si è infatti dedicata al proprio brand dopo “Anti”; Lady Gaga al cinema; Beyoncé al ruolo di madre e imprenditrice; mentre Taylor Swift e Katy Perry sembrano essere in pausa. Proprio per questo la sua esplosione (come d’altra parte quella di Ariana Grande) ha avuto degli esiti così cataclismatici sull’opinione pubblica.
Billie Eilish è l’artista giusta al momento giusto, insomma. Perché è (come al tempo fu XXXtentacion) un nuovo aggregatore di diversità. Un nuovo beniamino di coloro che sono stufi della solita immagine, di argomenti vecchi, e di un modo di essere che è già noioso ancora prima che sia sulla bocca di tutti. Sicuramente la giovane età le conferisce quella sfrontatezza che è tipica di chi ha ancora tutto da guadagnare, e bisogna sperare che negli anni e nei successi questa fame non venga meno, appiattita dal fare comune e dalle luci dei riflettori che la stanno già incoronando a next big thing.
Per ora è giusto e bello godersi questo esordio, che porta una ventata di diversità sopra il palco. Poi, sugli sviluppi futuri, avremo tutto il tempo e il modo di misurarci. Così come ce l’avrà lei – giovane com’è.