E’ da Londra che arriva l’ultima novità che coinvolge la controversa e esplosiva Björk. One Little Indian, l’etichetta su cui l’artista ha pubblicato il suo ultimo lavoro in studio (“Biophilia”), ha annunciato da pochi giorni la pubblicazione di “Bastards”, l’album che che racchiude alcuni dei remix già pubblicati in una serie di otto parti (qui potete trovare la review sulla prima uscita) selezionati dalla stessa Björk e masterizzati dalla Grammy Award Mandy Parnell. “Bastards”, come dicevo, è una raccolta di collaborazioni con artisti che Björk ha personalmente scelto e con cui ha collaborato per la realizzazione dei remix che compongono l’album. Nomi come Alva Noto, Matthew Herbert, 16-bit, Current Value, Death Grips e molti altri hanno avuto il compito di ampliare la “sensitivity” delle armonie sviluppate in “Biophilia”.
Molto soddisfatta, Bjork si sbilancia e ci spiega così il significato del progetto: “Mi sembrava importante raccogliere insieme l’essenza dei remix, quindi ne ho scelti un quarto per un cd per persone che non siano possibilmente dei degli insolenti downloader o non abbiano tempo ed energie per partecipare ai rituali dei cacciatori di internet. Ero incredibilmente impressionata da come il cuore dei mix aveva portato “Biophilia” in un altro luogo, pur mantenendo il loro carattere, e come fanno spesso quando sono al meglio: i remix hanno dato alle canzoni più ritmo; gambe su cui danzare! Ho passato del tempo a modificare non necessariamente le migliori, ma quelle che costituivano l’insieme migliore.” Ascoltando “Bastards” tutto questo diventa molto chiaro: non è un album per tutti, sia a livello di gusto che di comprensione musicale. Mi riferisco agli interventi di Omas Souleyman su “Thunderbolt” e “Crystalline” o alla “Dark Matter” interpretata da Alva Noto. Più immediate e decisamente più emozionali invece le intenzioni di Herbert in “Sacrifice”, “Mutual Core” e nella sua versione di “Crystalline”. Il primo singolo dell’album vedrà invece Death Grips cimentarsi in remix dal carattere quasi electro.
Ma non finisce qui. Per l’album originale, Björk ha collaborato con sviluppatori di App, scienziati, inventori e musicisti delle più disparate nature per creare una vera e propria esplorazione multimediale dell’universo orientata verso i punti di incontro tra natura scienza e musica sviluppando un’app per ogni canzone presente in “Biophilia” e creando un programma educativo interattivo per insegnare agli studenti le relazioni tra musica scienza e tecnologia. Se questo non vuol dire essere un’artista a tutto tondo.