Che periodo eccitante che stiamo vivendo!
Quanta musica, di ogni genere, proveniente da ogni parte del mondo. Generi diversi che si mischiano, nuovi linguaggi in esplosione, un fermento creativo inarrestabile.
Di talento in giro se ne trova tanto, alcune volte mi viene da pensare che sia anche troppo. Come faranno ad emergere tutti questi talenti? Il rischio è quello dell’ingorgo, ci sarà mai spazio per tutti? Poi però, con l’esperienza, ti rendi conto che non è il talento a far emergere gli artisti. Certo è la base, ma ci vuole tanta disciplina, ci vuole carattere e di conseguenza tanta originalità. Bisogna trovare una propria voce e quella non viene né dal talento né dall’esercizio, ma dalla personalità.
La personalità è l’elemento più importante per me, è la prima e unica cosa che mi fa pensare: “questo è un artista da seguire” ed è questo il criterio con il quale vorrei selezionare cinque nomi per la rubrica dei talenti di Soundwall. Chiaramente ne avrei potuti segnalare altri cento, dal beat maker del Burkina Faso al più esotico degli spippolatori elettronici giapponesi, ma questi cinque sono i primi (tra i meno scontati) che mi sono venuti in mente, un motivo ci sarà…
SHUNAJI
Rapper, giovanissima, nata a Lagos, cresciuta a Roma, vive a Londra e frequenta i giri giusti. Rappresenta perfettamente il mondo in cui vive ed il modo in cui lo vive. Il suo flow è molto originale, figlio della consapevolezza e dello stile. Un ottimo mix. Gilles Peterson l’ha già inserita nella raccolta “Future Bubblers”, dove finiscono i talenti che la sua etichetta decide di supportare con l’aiuto delle istituzioni culturali inglesi. Assolutamente da tenere d’occhio.
DA BLACK JEZUS
Sono Siciliani e li ho scoperti durante una session d’ascolto degli archivi di Soundreef per le realizzazioni di Soundreef Waves. A proposito dell’effetto che un musicista o una band deve fare su di me per fare accendere la mia curiosità, loro sembrano avere tutte le carte in regola. Groove nero, calore del sud, attenzione al suono come deve essere nel 2018 ed in generale tanta personalità blues. Devo ammettere che scoprirli bianchi è stata una grande delusione.
PHRE SOUL
Qui non si scherza affatto. Sicuramente non li conoscete e altrettanto sicuramente li amerete. Per me la prima volta è stata una folgorazione.
David Paulis che era venuto a registrare una session in R.A.I per Musicalbox, come bassista di Panoram, mi ha parlato di questo progetto insieme a Charlie Stacey (che suona le tastiere con Yussef Davis – il Yussef di Yussef Kamaal). Gli ho chiesto di girarmi subito qualcosa e quando mi ha girato il link privato di Soundcloud sono andato letteralmente fuori di testa. La voglia di sperimentare, di essere fuori dagli schemi ma allo stesso tempo dimostrando una profonda conoscenza della materia, mi ha fatto sentire una ventata di aria fresca. So che sentirete parlare molto di loro (il primo disco deve ancora uscire) non solo perché io continuerò a farlo ma perché se ne accorgeranno in tanti, come quelli di Jazz Re:freshed che si sono accorti di loro e (piccola anticipazione) li hanno chiamati a suonare a Londra ad aprile.
TENESHA THE WORLDSMITH
Tenesha è una poetessa californiana, molto underground come attitudine. Una vera poetessa schiva e intellettuale che ogni tanto improvvisa qualche concerto gratuito nel parco. Io l’ho scoperta grazie al suo primo album autoprodotto dal quale ha tirato fuori questo video (prodotto alla sua maniera) che trovate di seguito.
Come spesso accade quando vado in fissa per qualcuno, ho iniziato a tempestarla di email. Lei all’inizio non credeva alla buona fede di questo invasato, che suonava la sua musica in un network nazionale in Italia o nelle trasmissioni per Worldwide Fm, poi le ho chiesto di collaborare in un pezzo del mio nuovo album come DJ Khalab e lei ha iniziato a credere facessi sul serio, ora sto seguendo la produzione del suo prossimo disco che uscirà per una importante etichetta inglese…sta iniziando a crederci!
MACHWEO
A marzo uscirà questo bellissimo EP di Machweo, giovane artista che sta maturando molto artisticamente. L’EP si intitola “Primitive Music”, uscirà per la lEFSE, etichetta di Portland, e rappresenta un percorso evolutivo molto credibile. Le sequenze, il free jazz, le progressioni, gli arrangiamenti mai banali, le timbriche, le dissonanze, la capacità di creare paesaggi sonori originali e di sfuggire all’offerta troppo “lounge” dell’elettronica di moda in questo periodo. Questo lavoro ha tanti pregi! Qualche mese fa Giorgio (suo vero nome) mi aveva mandato il demo e mi era piaciuto tantissimo, ma non potendolo suonare da nessuna parte era finito in una parte della mia memoria dove comprimo le cartelle da tirare fuori all’occorrenza. Adesso che l’etichetta ha lanciato il pre-order del disco mi si è automaticamente decompresso quel file e mi ha fatto lo stesso effetto di qualche mese fa, quindi sì, posso confermare che questo è un gran disco e che su Machweo sono pronto a scommetterci.