Per l’undicesima release di Secretsundaze, Giles Smith and James Priestley, owners della label londinese, si affidano allo svedese Bleak che confeziona “Open Space”, un EP solido, composto da tre tracce rigorosamente techno. Dopo aver visto la luce con artisti del calibro di Sudden Drop e pubblicato su label come Delsin, per dirne una, è fuor di dubbio che le sue tracce siano finite all’interno dei dj set di parecchi artisti importanti, protagonisti dei club che contano.
“Open Space” rappresenta il risultato di un binomio, quello tra una label in ascesa e un produttore senza limiti visibili, che quando gestito con saggezza porta, nella normalità dei casi, a grandi risultati. Suono guida dritto come la Parma-Reggio, pur mantenendo un’anima e una atmosfera di livello molto alto. “Open Space”, title track dell’EP, è forse la più immediata. Entra subito in corda lavorando in percussioni e hats fin dai primi colpi di drum. Pad, velocità e accordi ipnotici fanno il resto. “Smoke” e “Missing” approfondiscono ciò che è stato ampiamente spiegato sul lato A nonostante siano la prima piu acida e scontrosa e la seconda piu mordida e lenta.
Dopo John Daly con “One More City” ed un sound classicamente detroitiano, su Secretsundaze è il turno di Bleak che sforna qualcosa di completamente diverso, nella forma nel taglio e nelle vibrazioni. Provare per credere.