Era forse inevitabile, sicuramente auspicabile, che due personaggi come il veneziano Guglielmo “William” Bottin e il fiorentino Alexander Robotnick (al secolo Maurizio Dami) si incontrassero per una collaborazione discografica.
Se quest’ultimo, con una traccia epocale e visionaria quale “Problèmes D’Amour“, anticipò nell’83 l’estetica house partendo da presupposti electro e disco, del linguaggio italo-disco nelle sue forme più eclettiche e attuali è maestro meritatamente celebrato Bottin, la cui discografia ha attraversato etichette internazionali come Bear Funk, Eskimo, Italians Do It Better e Nang prima che fosse inaugurata la sua label personale Tin.
Le due tracce contenute in questo vinile sono state registrate proprio a Firenze durante la scorsa estate, e “Parade” è un ottimo esempio di cosmic disco contemporanea, che sovrappone al suo elegante beat una progressione d’accordi in grado di renderla ipnotica. Per intenderci, se fosse un white label non si farebbe alcuna fatica a credere che si tratti della nuova creazione di Lindstrøm o di Todd Terje.
Più giocosa e ironica, “Robottin” si cimenta nell’insolita pratica di combinare un beat tech-house a stab di synth analogico, una linea di basso elementare ma efficace e vocal distorti e filtrati, ma con l’identico risultato di condurre inevitabilmente al movimento fisico.
Stando alla press release che accompagna questo EP (pubblicato in vinile dalla Tin e in digitale su Hot e Elephant Music), si tratta soltanto della prima di una serie di collaborazioni fra i due. Ed è innegabile che il capitolo iniziale suoni più che promettente.