Nemmeno il tempo di digerire “Works”, ultimo album dell’americano (d’adozione) Brendon Moeller appena uscito su Electric Deluxe, che troviamo altro pane – e che pane! – per i nostri denti. Stiamo parlando di “Work Ethics”, il primo singolo di remix scelto da sua maestà Speedy J per dare seguito ad un successo, quello del polivalente artista newyorkese, che ci è da subito sembrato scontato, oltre che meritatissimo. Non si tratta di facile retorica, figlia di una stima per il buon Brendon che ci portiamo dietro sin dai suoi primi lavori, ma di giudizi suffragati da lavori sopraffini: “Wanderer”, “Spice” e “In Pursuit”, solo per citare i pezzi che prediligiamo all’interno di “Works”, sono dischi eccellenti che, oltre a riflettere lo stile ed il gusto di Brendon Moeller, centrano in pieno quello che è lo spirito della techno moderna.
Guai ad accontentarsi, però, ed eccoci dunque servito “Work Ethics”. L’EP contiene quattro remix, due per “Adjust To The Fading Light” firmati rispettivamente da Ben Klock e dallo stesso Moeller con l’alias di Echologist (Dio lo benedica), mentre al duo Cv313 e a Craig McWhinney spetta il compito di remixare “Writing Wrongs”.
Nonostante sia difficile riuscire ad etichettare Ben Klock con un solo termine, almeno evitando le declinazioni della parola “Berghain”, il remix confezionato dal produttore berlinese è esattamente in linea con quanto sta caratterizzando i suoi dj set: il disco è solido e deciso (più che cattivo) e presenta tutti gli elementi degli ultimi due anni di dominio sonoro incontrastato della “banda della centrale elettrica”. Brendon Moeller, invece, indossando i panni di Echologist, evidenzia il lento ronzio della traccia originale accantonandone l’incisività complessiva per dar spazio a suoni più gonfi e sperimentali. Sul lato opposto Rod Modell e Stephen Hitchell (Cv313) ci immergono nelle distanti ed oscure profondità subacqueee del loro remix mantenendo intatta la sensazione di soffocamento che si avverte quando si ascolta l’original mix “Writing Wrongs”. Al remix di Craig McWhinney, invece, tocca il premio come miglior lavoro dell’EP: l’australiano confeziona un viaggio-dub dolce, leggero ed ipnotico dove spazio e tempo perdono totalmente di significato.
Il cerchio è stato chiuso come meglio non si può. Un cerchio di giottiana precisione.