Questi primi mesi del 2014 delineano sempre di più la tempesta artistico/musicale che sta vivendo Brian Eno, ex componente dei Roxy Music, filosofo e teorico musicale e padre biologico dell’ambient music. Sembra infatti che abbia ritrovato la dimensione giusta per mettersi dietro al banco mixer, ma anche davanti. Dopo la notizia dell’uscita di un album in collaborazione con Karl Hyde (la prima traccia è uscita la settimana scorsa e potete ascoltarla qui) l’altro ieri è apparsa su YouTube “Heavy Seas of Love”, seconda canzone estratta da “We Are The Robots”, il primo album solista di Damon Albarn (il buon Emiliano Colasanti ce l’aveva presentato giusto un paio di mesi fa). E indovinate un po’ chi c’è come featuring alla voce? Proprio Brian Eno.
Ebbene si, “lo stratega obliquo” che l’anno scorso aveva indossato gli abiti dell’ambasciatore in nome della Red Bull Music Academy e della sua partecipazione come guest all’edizione di New York, ci ha presi alla sprovvista e a noi sta bene così. D’altronde c’eravamo un po’ stufati della sua veste da paroliere in giro per il mondo: siamo stati sempre consapevoli che per quanto la sua carriera musicale gli abbia concesso molti vantaggi questo “passo indietro”, più da salotto che da studio di registrazione, ci è sembrato fisiologico. D’altronde nella vita tutto è ciclico, ciò che nasce passa e muore dal punto A. E Brian Eno ci insegna ancora una volta una preziosa lezione: il primo amore non si scorda mai.