“Ma che te ne pare, di questo disco?”: è stato abbastanza sorprendente quando la Universal aveva girato una serie di provini a chi vi sta scrivendo queste righe. Sì: perché era tutto tranne che il classico prodotto “da major”. Senza farne nemmeno una questione di “bello” o “brutto” (perché c’è del bello e del buono anche nel mainstream), era strano che in una grande etichetta ci fosse interesse verso una sonorità così di nicchia come il jazz di nuova generazione – quello per intenderci che ha una sua “repubblica” ufficiosa, orgogliosa ed indipendente in festival come Jazz:Re:Found o in club come il milanese Biko e che mette insieme jazz, elettronica, hip hop, nu soul.
Invece, Alsogood – all’anagrafe Francesco Lo Giudice, calabrese trapiantato a Milano – dalla Universal è stato poi adottato davvero. Nello specifico dalla Island, che fa sempre parte dello stesso gruppo e che era già diventata casa degli Studio Murena, a proposito di “nuovo” jazz di alta qualità. Qualcosa si muove? Torniamo a quando il ventaglio di proposte artistiche delle major era vario e si prendeva pure delle licenze più verso la qualità che la quantità? Eh… Di sicuro, “Elsewhere” – il disco uscito nella prima parte id quest’anno – era un album terso, ben fatto, di buona classe, molto gradevole e sofisticato da ascoltare e molto refrattario a diventare una hit da YouTube o da playlist urban-adolescenziale. Poteva essere un “Bello, l’abbiamo fatto, ma ora ciao”, invece siamo felicissimi nel vedere che il sodalizio continua. Alsogood merita supporto.
Domani infatti esce sempre per Island/Universal un EP che è la rivisitazione live di “Elsewhere” (“Elsewhere Live at Il Cortile Studio”) e noi siamo molto, molto felici di poter offire una clip video in anteprima. Coll’aiuto dei rodatissimi soci Alessandro Pollio (tastiere, synth) e Pier Paolo Tancredi (batteria), il risultato è per quanto ci riguarda forse ancora migliore dell’”Elsewhere” originario: col “rischio” dell’esecuzione live in tempo reale suona tutto ancora più coeso e compatto. Potete giudicarlo voi stessi:
Non solo. Abbiamo anche qualche parola dello stesso Francesco, che descrive con cura ed attenzione questa operazione: “L’idea di realizzare una live session nasce dalla voglia di mostrare come si possa creare una performance dal vivo che unisce il mio background hip hop con innesti jazz. Gli elementi dell’arrangiamento racchiudono in buona parte l’esperienza di un mio concerto dal vivo con la band. Per l’occasione abbiamo scelto uno studio storico a Milano ‘Il Cortile’ dove sono passati grandi artisti come Lucio Battisti, Jimmy Bo Horne, Enrico Rava e molti altri. Amo suonare con la mia band anche perché c’è spesso poco da dirsi in fase di allestimento. I ragazzi sanno benissimo cosa voglio e siamo legati da gusti comuni e vocabolari simili oltre che da una grande amicizia e questo rende ogni cosa più veloce e reale. È una cosa che spesso notano anche gli spettatori ad un mio concerto e mi rende molto felice e sempre più convinto della mia proposta“.