Non possiamo certo dire di avere per le mani uno dei suoi migliori lavori, ma questo semplicemente perché fino a questo momento Burial ci ha abituati male, in un certo senso possiamo dire che ci ha viziati. Abbiamo comunque a che fare con un lavoro di grandissimo spessore con una qualità e dai contenuti di gran lunga superiori a quelli che in media il mercato offre.
L’EP, appena uscito su Hyperdub, contiene tre tracce, tutte molto particolari, quasi prive di una struttura portante vera e propria e strada facendo cercherò anche di spiegare perché dico questo. “Kindred” è un contenitore di più fasi, elemento che si ripresenta anche nelle altre due, in particolare in “Ashtray Wasp”. Sembra una sorta i breve live di quasi dodici minuti contenente più brani. Questo aspetto dona ai pezzi grandi doti narrative lasciando percepire a chi ascolta la presenza di una sorta di scenografia narrativa e momenti diversi di una stessa storia.
Nel blocco principale di “Kindred” troviamo gran parte dei samples e delle scritture ritmiche che Burial utilizzò nei suoi primi lavori, cosa secondo me giustificata dal fatto che sono proprio gli elementi che hanno caratterizzato il suo profilo musicale e che hanno fatto di lui l’artista che oggi apprezziamo. Troviamo anche le sempre presenti registrazioni di rumori ambientali che sembrano ripresi quasi in maniera casuale, che costituiscono la firma vera e propria dei suoi lavori, e che sempre di più ispirano tanti degli artisti che stanno emergendo in questo momento nel panorama più “soft” della dubstep.
Altro pezzo molto bello è “Loner”, pezzo in cui primeggia per gran parte del tempo un arpeggio di synth che ricorda molto gli anni 90 e leggermente “rave-orinented”. Ultimo ma forse il più interessante è “Asthray Wasp”, brano dal sapore vagamente post-apocalittico con qualche venatura romantica che alla fine ridona alla composizione un po’ di speranza. Almeno finchè, intorno alla metà del settimo minuto non si rovescia completamente il piano sonoro e si entra un una fase malinconica. Un brano nel brano, completamente connotato da tristezza, cantato da una voce alterata in pieno stile Burial. E così questo mini album si avvia verso la chiusura con un’improvvisa sensazione di perdita e di vuoto sotto i piedi, esattamente lì dove fino ad un attimo fa c’era una sicurezza. Anche se negli ultimi due minuti, le regole cambiano di nuovo, ed ecco che un vecchio amico ci sostiene. Il vecchio amico sempre presente quando la terra sotto di noi trema come poco fa.