Siamo alla stretta finale. E anche stavolta, possiamo tirare fuori un po’ di orgoglio: esattamente come nell’edizione scorsa del 2016, pure quest’anno uno dei tre finalisti assoluti della Burn Residency è italiano. L’anno scorso Lollino fu addirittura il trionfatore assoluto, quest’anno Lorenzo De Blanck – che già alle finali nazionali fece gran bene, come raccontato qui – se la dovrà giocare col francese Dualtic e col turco Furkan Kurt. Si tratta di aspettare, più o meno, un mesetto scarso. Ma prima di arrivare alla proclamazione il viaggio è lungo. Un viaggio comunque molto interessante. Lo si può capire anche da questa bella chiacchierata che ci siamo scambiati proprio con Lorenzo De Blanck oltre che col portoghese Alfonsvs, col danese BAIME, con l’austriaco Chris Nord: ciascuno vincitore nazionale nello stato d’appartenenza, sono stati loro ad aprire le danze nel Burn Stage durante la fortunatissima edizione del Kappa FuturFestival di quest’anno (che qui abbiamo raccontato ed analizzato in lungo e in largo). Abbiamo parlato con loro, ci siamo fatti raccontare le varie sedute con gente del calibro di Luciano (che qua sopra vedete tener banco assieme a Lollino), Loco Dice, Seth Troxler, col gran capo della Burn Residency Philip Straub e altri ancora; ma al di là dei singoli aneddoti o delle dritte “tecniche”, abbiamo voluto indagare lo spirito con cui i selezionati hanno affrontato l’esperienza della Residency. Il ritratto che ne emerge è interessante.
Iniziamo dalla domanda più banale: siete qua, al Kappa FuturFestival, avete appena terminato il vostro set collettivo inaugurando il Burn Stage (due ore da gestire a coppie, in back to back). Sensazioni?
Alfonsvs: Questo è stato per certi versi il vero e proprio inizio del nostro percorso legato alla Burn Residency. La nostra prima “uscita pubblica” ufficiale, dopo essere stati selezionati. E come inizio, che dire? Questo è un festival enorme. Non può che essere speciale, suonare in un contesto del genere.
BAIME: Pensa che io per anni ho guardato i filmati del Kappa FuturFestival su YouTube e pensavo “Wow, che bello sarebbe esser lì…”. Ora non solo ci sono: ci sto pure suonando.
Lorenzo De Blanck: Di sicuro essere qua è un grande onore. Ma non solo questo. E’ stato un buon test anche dal punto di vista tecnico, di sensibilità musicale, perché abbiamo dovuto organizzarci in questo back to back a coppie e, insomma, di base i nostri stili non sono tutti uguali, abbiamo dovuto fare lo sforzo di venirci reciprocamente incontro. Il risultato credo sia stato molto buono! O almeno, questa è l’impressione che ho avuto io stando in console!
Alfonsvs: Sì dai, credo che abbiamo fatto bene…
Chris De Nord: Sì. Tutti quanti. E oltre a fare bene, che appunto è una percezione nostra ma è comunque tutto da valutare, di sicuro però ci siamo divertiti parecchio.
Tra l’altro: ok, l’amicizia, i sorrisi, tutto bello. Però resta il fatto che voi siete in gara. Nella Burn Residency ci sono dei finalisti, c’è un vincitore. Chi ti sta accanto non è solo un collega ed eventualmente un amico – è anche un avversario. Come si gestisce questa situazione?
Alfonsvs: Partiamo da un presupposto: se noi siamo qua, vuol dire che ciascuno di noi ha del talento. Siamo pur sempre i finalisti dei vari contest nazionali. Anzi: non i finalisti, i vincitori! Quindi ciascuno, a modo suo, ha già “vinto”. Oltre a ciò, tutta questa esperienza sta rappresentando per ciascuno di noi già adesso uno step molto importante nella nostra carriera: stiamo imparando tantissime cose, stiamo stringendo dei contatti fondamentali. Anche solo in queste prime settimane ad Ibiza, per dire. Quindi ok, alla fine ci sarà solo un vincitore, giusto? Giusto. Ma a modo nostro, stiamo già vincendo tutti quanti. E per il tipo di rapporto che si è creato in queste settimane, credo che il supporto reciproco e il tifo l’uno per l’altro sarà sempre una costante, non credo proprio scomparirà.
BAIME: Siamo in una gara, vero. Ma la Residency non è solo questo. La Burn Residency ti arricchisce tantissimo, ti insegna cose importanti, ti dà contatti preziosissimi – a partire dal rapporto che si sviluppa con lo stesso Philip Straub. Io cerco di focalizzarmi su questo. E anche se non sarò io il vincitore, già ora ti posso dire che mi si sono presentate molte opportunità che prima non avrei forse nemmeno immaginato. O anche l’amicizia che si sta stringendo tra noi: nascono già i primi scambi, “Ti invito alla mia serata, anche perché tu mi stai invitando alla tua”, già così suoni in giro in contesti di qualità, dove ti conosco e ti apprezzano.
Chris Nord: Ora come ora non stiamo molto pensando alla vittoria finale, credimi. Ci preoccupa più sapere cosa ci sarà cucinato per cena! (risate, NdI) …battute a parte, è questione prima di tutto di arricchirsi umanamente. Conoscere nuove persone, diventarne amico, scoprire storie e culture. C’è vita, oltre alla competizione.
Ci sono stati dei momenti duri, durante questa vostra esperienza alla Burn Residency? Non venite a raccontarci che è stato tutto perfetto ed idilliaco, dai…
Lorenzo De Blanck: Perfetto ed idilliaco? Io il primo giorno prima di andare a dormire mi sono messo a piangere…
Alfonsvs: Perché dividevi la camera con me? (risate, NdI)
Lorenzo De Blanck: Eh, magari! No, il problema era ben altro. Erano la tensione, l’ansia, la paura di non essere all’altezza. Per me c’è stato anche il problema della barriera linguistica: in inglese sono sempre riuscito a farmi capire, ma tutti i miei colleghi d’avventura lo padroneggiavano molto meglio di me, lo parlavano e parlano tutti bene. Arrivo lì, e mi rendo conto che non riesco a comunicare a dovere: mi è salito il panico, mi è salita l’ansia. Poi però dormendoci su già dal giorno dopo ho preso coraggio…
Ok: altri hanno pianto?
BAIME: Momenti di dubbio, paura ed ansia li hai, ma penso sia naturale. E’ che accade una cosa fondamentale: hai sempre attorno a te delle persone pronte ad aiutarti, che siano gli altri partecipanti o le persone dello staff. Questo è meraviglioso.
Alfonsvs: Le persone che portano avanti la Residency sanno veramente il fatto loro. Lo capisci anche dal fatto che sanno sempre come aiutarti, nel modo giusto e al momento giusto. Poi dai, puoi anche essere giù, puoi anche avere dei momenti di sconforto, poi però ti guardi attorno e – sei ad Ibiza! Lì capisci che lamentarsi troppo non ha mica tanto senso…
Dopo queste prima settimane di Burn Residency ad Ibiza, è cambiata la vostra percezione dell’Isla?
Alfonsvs: Credo che abbiamo bisogno ancora di qualche settimana per arrivare ad assaporarla, a capirla veramente. Poi guarda, per quanto riguarda me personalmente la prima volta che ci sono stato ero arrivato senza un soldo, con una macchina presa a nolo, ci sono stato cinque giorni facendo veramente una vita da zingaro, dormendo in auto o dove capitava… E’ stato fantastico! Per me Ibiza è sempre stato un paradiso!
Lo è ancora adesso?
Alfonsvs: Ovviamente ora sto vivendo esperienze diverse in modo diverso, ma lo è ancora adesso.
BAIME: Ora stiamo avendo tutti un quadro molto più chiaro. Perché parlando dei vari eventi legati al clubbing, ora abbiamo accesso a tutti i backstage e arriviamo a conoscere molti retroscena operativi. Tutte cose a cui prima non avevamo accesso.
E hai visto cose che non ti aspettavi?
BAIME: Diciamo che ora ho una interpretazione leggermente diversa del tutto.
Chris Nord: Ma guarda, anche solo il fatto di poter scambiare quattro chiacchiere con artisti che per noi sono sempre stati degli eroi. Ma sta succedendo anche qua al Kappa FuturFestival – abbiamo appena molestato Fatboy Slim, lo abbiamo fermato per fargli i complimenti e scambiare due chiacchiere…
Lorenzo De Blanck: Devo dire che per quanto riguarda me e il mio rapporto abituale con Ibiza, è stato stranissimo dovermi svegliare ogni mattina alle otto! Ma con la Residency era così, non si sgarrava. Tant’è che quando sono tornato nell’Isola, in un momento di pausa della Residency, sono tornato subito a fare orari assurdi – avevo bisogno di “recuperare”! (risate, NdI)
Chris Nord: Prima della Residency, potevo ovviamente avere un’idea di quali erano tutti i meccanismi che si celavano dietro all’industria del clubbing ma ora di sicuro ne so molto ma molto di più. Sì, è un’industria. Ma per fortuna è ancora un’industria dove i valori umani hanno un peso importante. Chiaro, devi decidere da che parte stare. E non tutto è perfetto. Un’industria è un’industria, è business, e ha le sue regole. Vuoi farne parte? E se sì, in che modo, fino a che punto? Sono domande – e risposte – che devi avere chiare nella tua testa. Ti cambia la vita, migliora anche il tuo modo di porti nei confronti della musica e di quello che fai.
Qual è finora l’evento più bello a cui siete mai stati?
Lorenzo De Blanck: Io direi Sónar.
Alfonsvs: Io pure, ma solo per quanto riguarda gli eventi Off – al festival vero e proprio in realtà non ci sono ancora mai stato. Anche se in realtà l’anno scorso sono stato alla chiusura dello Space ed è stato, beh, incredibile.
BAIME: Per quanto sia banale dirlo, al party del decimo anniversario del Berghain. E’ stato speciale.
Lorenzo De Blanck: Un altro festival che mi ha molto impressionato è stato il Dimensions, in Croazia. La gente, il feeling generale: tutti rilassati. E musica di altissimo livello, sempre.
Alfonsvs: Parlando di festival, il Fort Festival è un’esperienza che consiglio a tutti. La location è davvero impressionante.
Chris Nord: Io sono più da club. E quindi più che un festival, cito l’Ultraschall a Monaco: era davvero qualcosa di profondamente, autenticamente underground. Niente cazzate, tutto essenziale, tutto creato in modo tale da farti concentrare sul suono. Poi guarda, in realtà sarebbero da citare tanti piccoli party per me personalmente memorabili: non avevano nome, i dj non erano conosciuti, ma sono stati esperienze pazzesche. Anche perché questo è il tipo di dimensione in cui mi riconosco di più.
Domanda finale: qual è il vostro disco-sicurezza, quello che può risollevare le sorti di una serata che sta andando così così? Quello che insomma non tradisce mai?
BAIME: Cambiano. Diciamo che ora l’ultimo EP di Sascha Funke non manca mai di fare il suo effetto. C’è una traccia che quando l’ascolti in cuffia dici “Boh, mah…” poi però in pista ogni volta che la metti esplode tutto.
Lorenzo De Blanck: Dipende dalla situazione. Non ho una traccia che specifica che funzioni su tutto sempre e comunque.
Chris Nord: Se stiamo su versanti più housey, direi “In The Music” di Deep Swing. Puoi amarla, puoi odiarla, ma per qualche motivo funziona sem-pre. E poi è lunga, saranno dieci minuti: puoi metterla, e hai tutto il tempo di andare in bagno! (risate, NdI)
Alfonsvs: A costro di essere presuntuoso, una traccia mia: “44th Romance”.
Foto di Marc Sethi