Burn the Machine torna. E’ arrivato al terzo anno quello che è diventato, in brevissimo tempo, uno dei migliori Festival di musica elettronica “impegnativa” della Germania.
Ad Noiseam e Subdivision, le due label ideatrici del progetto, provano da anni a far coesistere, nell’Olimpo della techno tendenza quale è Berlino, realtà differenti come dubstep, drum ‘n’ bass, breakore, noise, droni e sperimentazione. Grazie ad un impegno costante e ad una buona componente di fegato, ci sono anche riusciti, ne è la dimostrazione la line up di questa edizione: tra le portate più succulente abbiamo Shackleton, che credo non abbia bisogno di presentazioni, il Castaneda della sub-culture, per chi ne avesse. Il ragazzo prodigio Igorrr, un metallaro con un sacco di macchine, scava nel sottosuolo della breakcore e la cucina con riff di chitarra e doppio pedale. Ancora Cooh e Current Value, i Nadja e Stormfield, insomma una scorpacciata di suoni industriali e distorti, di bassi, di velocità e lentezza, di chitarre e tamburi africani, di distorsioni e buio. Proprio di questo si tratta: di oscurità, non ci troverete niente che dia luce nei sotterranei del Subland, la location della tre giorni, sia a livello sonoro che a livello d’illuminazione. Ci troverete il suono e della gente che ci sperimenta, quegli stessi individui che, in qualche modo, stanno provando a dirti che fuori dalla bolla c’è un’altra Berlino, basta scendere sotto il pelo dell’acqua.
Un’ultima cosa, anzi due: la prima, naturalmente durante la tre giorni potrete assistere a vari workshop, tra cui (il consiglio di uno che ha assistito) quello sul Sound Design di Ben Lukas Boysen aka Hecq. Con l’acquisto del biglietto del Festival, inoltre, saranno forniti dei campioni audio realizzati appositamente dai Guest dell’edizione 2013 e che serviranno a partecipare alla Ableton Competition, in palio Live Suite 9.
La seconda e ultima cosa: procuratevi tappi per le orecchie, il Subland è famoso per sciogliere i timpani. Provare per credere.