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[tab title=”Italiano”]Bülent Gürler, in arte Butch è uno dei più interessanti e stimati produttori degli ultimi anni. Dopo aver pubblicato per Desolat, Cocoon, Rekids, girato il mondo con i sui dj set e firmato il nuovo Watergate Mix Series, non ha nessuna intenzione di fermarsi. Gli abbiamo fatto un po’ di domande per conoscerlo meglio, capire il suo approccio alla musica, la sua filosofia da dj legato alle radici della club culture, la ferrea determinazione e dedizione al lavoro e magari scoprire qualche ingrediente della sua ricetta segreta per il successo.
Com’è nato il nome “Butch”?
Avevo bisogno di un nome. La mia release su Craft Music era pronta e Rainer Weichhold, che era il mio A&R, continuava a chiedermi che nome volessi usare ma continuavo a rimbalzarlo. Un giorno mi ha chiamato e mi ha detto “Bene, se non hai un nome pronto per domani, non pubblichiamo il disco!”. Quella sera ho visto Pulp Fiction e c’era Bruce Willis che interpretava un tizio di nome Butch. Quando un taxista che si chiama Villalobos gli chiede cosa significhi il suo nome e lui risponde “I nostri nomi non significano niente!” ho pensato che fosse perfetto per me, perché non volevo che il nome fosse importante volevo che fosse la musica, il contenuto a parlare.
Che tipo di formazione musicale hai avuto? Hai fatto corsi?
Ho studiato un po’ la chitarra, ma principalmente sono un autodidatta. Il primo strumento che sono stato in grado di suonare per davvero è stata una consolle da dj!
Ti ricordi il primo LP che hai comprato? Lo suoni ancora?
E’ stato “O.G” di Ice-T. Una bomba, mi piace ancora moltissimo, ma non sono ancora riuscito a infilarlo nei mie sets (ride).
Com’è stato crescere a Mainz, vicino a una città grande ed importante come Francoforte? Pensi che ti abbia aiutato a definire la tua musica e a costruire la tua carriera?
Si, sicuramente. Mio fratello maggiore andava nei club e mi faceva registrare un programma alla radio locale che trasmetteva techno. Poi ho cominciato a uscire e c’erano moltissimi club, anche se i buttafuori spesso non mi facevano entrare (ride). C’era musica dappertutto.
Qual è stato il primo club dove sei stato resident? Che musica suonavi?
Sono entrato nel vortice dei club partecipando al concorso Turntablizm nel giro Hip-Hop. Amir era resident al 50Grad a Mainz e una volta l’ho sostituito. Ho cominciato così, come dj Hip-Hop, suonando Swizz Beatz e brani club alla Dr Dre.
La tua musica è un misto di techno/house con molte atmosfere esotiche in continua evoluzione, quali sono le tue principali influenze.
Onestamente, so che tutti dicono la stessa cosa, ma è così: tutto quello che sento e ascolto in qualche modo m’influenza.
Qual è la tua traccia preferita? Perché? E la tua prima release per una major?
Penso che “From Above” sia stata la prima canzone che non mi ha stancato nemmeno dopo mesi di lavoro e anche la prima che è venuta proprio come volevo. Lavorare con Virginia è stata una bellissima esperienza, quindi alla fine, direi “From Above”.
La tua pagina Facebook è piena di video di tracce nuove e foto di te che giri in tour in tutto il mondo, come fai a mettere tutto insieme senza sacrificare troppo la tua vita e la qualità della musica che fai?
Ci riesco perché faccio una vita molto noiosa (ride). Durante la settimana mi alzo alle 7:15, vado in studio e ci resto fino alle 19:00, a parte quando sono in tour ovviamente. Ho un metodo di lavoro molto rigido che mi permette di avere continuità nelle produzioni e allo stesso tempo divertirmi quando giro il mondo.
Hai pubblicato delle tracce con il tuo amico e collaboratore Hohberg, come vi siete conosciuti?
Un amico comune che lavorava per bouq e altre etichette ci ha presentato. Era il 2006. Abbiamo lavorato insieme, anche se in modo saltuario, da allora.
Hai anche collaborato con Villalobos e Tobi Neumann. Oltre a essere due dei più famosi dj e produttori sono anche dei fanatici di hardware analogici, raccontaci com’è stato lavorare con loro.
Lavorare con Ricardo è allo stesso tempo molto intenso e molto rilassato. Mentre lavoravamo, parlavamo pochissimo, ci facevamo guidare dalla musica. Poi facevamo delle pause tra le sessioni e l’atmosfera era molto amichevole, rilassata, ma quando si ricominciava, eravamo completamente concentrati. Con Tobi non posso dirlo, perché non abbiamo mai davvero lavorato insieme. Ci conosciamo e quando ero a Berlino ho visitato il suo studio, abbiamo chiacchiarato, ma non abbiamo fatto musica.
Il 16 febbraio uscirà la tua selezione per il Watergate, Mix Series #18, raccontaci qualcosa, come hai scelto le tracce? Perché? Che cosa significa per te essere uno dei top del Watergate?
Il Watergate è uno dei tre miglior club nel mondo e suonarci è sempre un’esperienza incredibile. Fare uno dei loro mix cd è un onore indescrivibile. Dimostra anche che i ragazzi al Watergate hanno un gusto musicale eccellente (ride). Ho scelto solo brani che avevo suonato lì da una lista di circa 200 che poi alla fine sono diventanti 23. E’ difficile comprimere le esperienze di un set di 8 ore in un cd, ma questa limitazione mi ha dato una visione molto chiara su come costruire, sviluppare e armonizzare il mixato, dubito di averlo mai fatto prima.
Il fatto che sei stato votato best producer nel 2011, pubblicato per Rekids, Cocoon, Desolat, girato il mondo, raggiunto la 55a posizione nella TOP 100 di Resident Advisor e la tua traccia “Butch & C. C.Vogt The Infamous (Robytek vs Shield re-edit)” è stata la più presente nelle chart del 2014 danno veramente l’idea di una carriera impressionante, qual è stata la prima volta che hai capito che ce l’avevi fatta?
Credo di aver capito che la mia musica fosse ascoltata in giro nel 2011 o 12. E’ favoloso avere tutto questo riscontro e così mi sono detto “Ok, visto quello che sto facendo sembra funzionare, sarà meglio continuare!”. Cerco di trasformare tutto l’amore e il riconoscimento per rinforzare la mia dedizione al lavoro ed essere sempre più concentrato.
Dici sempre che “I dj non sono rockstar”, perché? Che cosa vuol dire essere un dj per te?
Una rockstar è un’icona, appare su un palco e rimane sempre irraggiungibile. I dj devono restare raggiungibili per via del contesto clubbing e piccoli party da cui deriva la nostra cultura, c’è sempre dietro un concetto di comunità. Ovviamente oggi i dj girano il mondo e spesso non conoscono nessuno nei posti dove vanno a suonano, però la musica unisce le persone e crea esperienze condivise che ti portano a parlare con alcuni dopo i set, anche solo per conoscersi. E’ una differenza molto importante.
Parlando di produzioni, raccontaci un po’ del tuo studio, com’è il tuo setup? Quali sono i tuoi strumenti preferiti?
Direi la mia MPC. Sono cresciuto ascoltando tutti questi produttori Hip-Hop che avevano la MPC e quindi penso che insieme al mio computer mi permetta di avere il meglio dei due mondi. Uso Logic e adoro il mio Minimoog. Il resto del mio hardware si alterna, cambio e provo cose nuove e non è detto che le usi sempre nelle produzioni. La MPC, il Moog e il mio computer sono la mia Santa Trinità (ride).
Come cominci una traccia? Usi un canovaccio?
Comincia tutto con un’idea, ma non so cosa la faccia partire, le idee ti arrivano quando sei aperto. Hanno forme differenti, alcune sono chiare e definite, mi arrivano come tracce complete, altre sono dei giri di accordi, o pattern di batteria, o una melodia, lavoro partendo da quello.
Hai qualche consiglio da dare a un dj/produttore alle prime armi?
Due cose: prima di tutto ruba! Cerca di copiare la tua canzone preferita, lavora finché non ci sei riuscito al 100% e poi sei pronto. L’altra cosa è la più importante: rimani focalizzato e mai, mai, mai, mai mollare! Finchè non sei determinato a non mollare mai, mai, ma, mai non mi sento di consigliare una carriera nella musica.
Digitale, vinile, questa discussione è dappertutto, tu cosa ne pensi e più in generale, come ti sembra il mondo della musica oggi?
Ognuno deve trovare gli attrezzi e gli strumenti che preferisce, usarli e divertirsi. Se il vinile fa per te, ottimo! Se inventi un controller fatto con due carote e un gameboy, ottimo! Fai quello che vuoi. Quello che posso dire sul mondo della musica è che gli strumenti considerati migliori dai dj non sono i migliori, hanno semplicemente il marketing migliore!
Parliamo delle tue etichette, Bouq e la nuova Otherside, quali sono le principali differenze? Cose in comune? Prossime release?
In realtà non sono più parte di Bouq. Io e Amir siamo molto amici, condividiamo l’ufficio e lo studio, ma il mio cuore non è più nella label, così per via del nostro rapporto abbiamo deciso che fosse meglio mi concentrassi su Otherside perché sono molto entusiasta di questo progetto. Otherside è nata per pubblicare musica che innalzi l’anima, stimoli la tua mente e ti faccia muovere il culo! Non abbiamo nessun genere di pressione per garantire un certo numero di album ogni anno, così io e Hohberg possiamo scegliere brani che sappiamo funzionare e magari val la pena aspettare anche qualche anno prima di essere pubblicati.
Poiché il 2014 è finito, com’è il tuo bilancio vita/lavoro? Quali sono i tuoi piani per il 2015?
Si, bilancio è un ottimo argomento, sicuramente ho una dedizione al lavoro che viene prima di tutto, non so quanto salutare sia onestamente. A parte preparare il mix per il Watergate ho lavorato all’album con Hohberg. Il 2015 sarà il nostro anno! Il Watergate Mix uscirà presto, l’album anche, sono al 100% pronto alla battaglia![/tab]
[tab title=”English”]Bülent Gürler aka Butch is one of the most interesting and respected producer of the latest years. After having signed records for Desolat, Cocoon, Rekids, toured the world as a dj and mixed the last Watergate Mix Series he’s not going to stop. We have asked some questions to know him well, understand his personal approach to music, his philosophy as a dj deeply connected with the roots of club culture, his strong commitment and work ethic and maybe discover some ingredients of his secret recipe for success.
What is the story behind your nickname “Butch”?
I simply needed a name. My release on Craft Music was due and Rainer Weichhold, who was my A&R there, kept bugging me which artist name I wanted to assume and I kept putting him off. One day he called and told me: “Right, if you haven’t got a name tomorrow, we won’t release the record!” That evening I watched Pulp Fiction and Bruce Willis, who plays a guy called Butch is asked by the cab driver Villalobos what his name means. His answer “our names don’t mean shit!” spoke directly to me: I didn’t want the name to be important; I wanted the music, the content to speak for itself.
What is your musical background? Have you had some formal training?
I learned some guitar, but honestly I am very much self-taught. The first instrument I could really play was a dj-set-up!
Do you remember the first LP you bought? Do you still play it?
That was “O.G.” by Ice-T. Bomb of a record, I still love it, but have yet to find its place in my sets (laughs).
What was it like to grow up in Mainz, near a big important city like Frankfurt? Do you think that it has helped shaping your music and building up your career?
Yeah, for sure. My big brother went clubbing and always had me record a local radio show, which played Techno. Soon I was going out at night and there were many clubs to choose from, even though the bouncers often decided I didn’t have to get in (laughs). But the music was to be found everywhere.
What was the first club you’ve got a residency? What kind of music did you played back then?
I slid into the club world from playing Turntablizm contests to some headnodding Hip-Hop heads. Amir was already a resident at 50Grad in Mainz and I once filled in for him. That’s basically where it all started; I was still a Hip-Hop dj then, playing all that Swizz Beatz, Dr Dre club-stuff.
Your music is a mixture of techno/house with lots of exotic, evolving soundscapes, what have been your main influences?
Honestly, I know everyone says it, but it is true: everything I hear and listen to influences me in some form or another.
What is your own favorite track? Why? And your first release on a major label?
I think “From Above” was the first song which I never got tired of listening to even after months of work on it and the first which also turned out exactly the way I wanted it to. Working with Viriginia was also a wonderful experience, so all in all, I’ll go with “From Above”.
Your Facebook page is full of videos of new tracks and photos of you touring around the world, how do you manage to fit all together without sacrificing the quality of your life and your music?
I manage because I live a very boring life (laughs). Every weekday I get up at 7:15 am, go to the studio and stay until about 7 in the evening, except when I am on tour of course. I have a strong work ethic and that allows me to have a constant output and also enjoy traveling the world.
You’ve signed tracks with your longtime friend and collaborator Hohberg, how did you meet him?
A mutual friend, who worked behind the scenes for Bouq and other labels introduced us to another. That was back in 2006. We’ve been working together on and off ever since.
You’ve also collaborated with Villalobos and Tobi Neumann. Since they are not only two of the biggest dj and producers they are also analog gear addicted, tell us how it was working with them.
Working with Ricardo is a really intense and also very relaxed process. While we were producing we hardly spoke, just let the music guide us. Then when we had breaks between sessions the vibe is really friendly and relaxed, but when we are working, we are concentrated. With Tobi I can’t say, because we never really worked together, we like each other and when I was in Berlin I just visited him in his studio. We just hung out, but didn’t make any music.
February 16, will be released your selection for Watergate Mix Series #18, tell us a bit about it, how did you choose the tracks? Why? What does it mean for you being one of the Watergate top performers?
Watergate is one of the three best clubs in the world, so playing there is always a bomb experience. Being asked to do their Mix-CD is obviously an incredible honor. It also shows that the Watergate guys have excellent musical taste (laughs). I only chose tunes that I also had played there, so I had a shortlist from about 200 songs, which I then narrowed down to 23 songs that are on the mix. It’s not easy compressing what you experience in an 8hour set to CD-length, but this limitation also gave me a very clear oversight, over the development of the compostion. I actually managed to get a musically harmonious mix done, which I doubt I ever did in this form before.
You’ve been voted best producer in 2011, released for Rekids, Cocoon, Desolat, toured the world, reached nr. 55 in Resident Advisor Top 100, and according to them your track “Butch & C. C.Vogt The Infamous (Robytek vs Shield re-edit)” is the most charted in 2014, making your career really impressive, but what was the first time you’ve understood that you did it?
I think I realized that my music was being heard in around 2011 or 12. It is wonderful, to have this positive feedback and I take that and just say to myself: “Ok, what I am doing seems to be working, so I’d better do more of that!”. I take the whole love and recognition I receive now, to strengthen my strong work ethic even more and stay even more focused than before.
You always point out that “djs are not rockstars”, why? What does it mean to be a dj for you?
A rockstar is simply an icon, he or she appears on stage and will always remain unreachable, which I think is also somewhat the point to rock-stardom. DJs have to still remain approachable, because the block-party and club context that this culture comes from, always has a communal background. Of course nowadays DJs fly around the world and often don’t know any people where they are playing. Still, the music they chose to play brings the people together and makes it a common experience and through that you get talking to people after your gig and just get to know each other. I think that is an important distinction.
Talking about productions, tell us a bit about your studio, what is your setup? What are your weapons of choice?
My main weapon of choice is my MPC. I grew up listening to all these HipHop producers whose main instrument was the MPC and I think that the MPC combined with my computer just provides me with the best of both worlds. I use Logic as a sequencer. Otherwise I love my Minimoog. The rest of my hardware alternates a bit, I swap and try out new things and then maybe use them or not. The MPC, the moog and my computer are my holy trinity though (laughs).
How do you start a track? Do you have a canvas?
It all starts with an idea. But I don’t know what starts an idea; Ideas come to you, when you are open. And the ideas take different forms, some are clearly defined and already come to me as complete tracks, at other times all I think of is a drum pattern or a chord progression or a melody and I simply work from there.
Do you have any advice for a dj/producer starting his career today?
Two things: First off steal! Try and copy your favorite song, work on it until you’ve got it 100%. Then you’re ready. The other thing is the most important: Stay at it and never, never, never, never give up! Unless you’re willing to never, never, never, never give up, I don’t recommend a career in music.
Digital, vinyl, this long time debate is everywhere, what do you think of it and more in general what do you think about the state of the industry nowadays?
Everyone has to find the tools and instruments he or she needs and enjoys. Just play around and have fun! If vinyl is your thing, cool! If you invent a controller out of two carrots and a gameboy, cool! Do your thing! What I can say about the state of the industry is that the most known dj tools aren’t the best out there, they simply have the best marketing!
Let’s talk about your labels, Bouq and the new founded Otherside, what are the main differences between them? What is the common denominator? Next releases?
I’m actually not part of Bouq… We still share our office space and studio and Amir and I are still very close, but my heart wasn’t in Bouq. anymore, so because of our friendship we both decided that I should concentrate on Otherside, because I’m really excited about that. Otherside is there to release music that uplifts your soul, tickles your brain and moves your butt! We have no pressure whatsoever to put so and so many records out a year, so Hohberg and I can choose tunes which have proven their unique effect and their worth sometimes for a few years before being released.
Since 2014 is over, how was your work/life balance? What are your plans for 2015?
Yeah, balance is a good point, I definitely have an overriding work ethic, don’t know how healthy that is, to be honest. Apart from preparing the Watergate Mix I spent all last year making the album with Hohberg. 2015 is the year! The Watergate Mix is now being released soon, the album is coming this year, I am 100% ready to rumble![/tab]
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