La musica elettronica ha un suo colore e ogni traccia possiede una sua personalità. Anche la minimal più cruda e asciutta può arrivare a colpire l’anima e avere calore: è una questione di frequenze alte, medie e basse e Ricardo Villalobos con la sua arte sa bene che tipo di tasti premere per regalare emozioni al dancefloor, dimostrando una sensibilità fuori dal comune. La musica dell’artista cileno non ha canoni precisi, è universale contaminata, trasbordante e minimale, ricca di dettagli che non possono passare inosservati. Ma questo è un discorso che vale da sempre e che non scopriamo certo in questa occasione, quella dell’esordio del progetto Butric.
“Up / Balam” è il nuovo, bellissimo, esperimento di Ricardo Villalobos sulla sua label indipendente Sei Es Drum che per l’occasione lo vede all’opera al fianco di Butch, altra vecchia conoscenza della label al pari dei vari Los Updates, Reboot e Sis. Il progetto Butric da alla luce un EP di due tracce: “Up / Balam” è il sesto episodio di questa abrasiva e talvolta oscura etichetta, che conferma in questo apprezzabilissimo disco la sua quasi unica attitudine a fondere sapientemente e con stile quelle famose frequenze capaci di regalare armonia alle donne (spesso restie a concedersi a certe sonorità) e dare energia agli uomini. “Up”, infatti, alterna momenti di forte carica emotiva dal sapore vagamente mistico e rituale a vortici ipnotici e ricchi di colore che, in tutta velocità e spensieratezza, sembra non finire mai nonostante la traccia sia relativamente breve per i canoni di Ricardo (sette minuti abbondanti). Girando il disco e poggiando la puntina sul b-side, la bellissima “Balam”, sembra di venire catapultati nel bel mezzo di una foresta piena di animali selvatici e di essere lasciati a danzare tra le “insidie acide” e inaspettate che Villalobos e Butch hanno disseminato lungo la traccia. E’ la sintesi perfetta dei due: voci e piani sonori si rincorrono imprevedibili e senza sosta, mentre il beat – scarno come “ricardesimo” comanda – cresce solido e puntiforme senza comunque cadere nel tranello del glitchato. La bassline, poi, guida il dancefloor lungo una corsa che prende gambe e testa senza lasciar spazio a deviazioni o svolte prima del cartello di fine corsa.
Insomma questo nuovo Sei Es Drum è un disco ruvido e allo stesso tempo rotondo, essenziale e allo stesso tempo mai banale. Un disco da avere e suonare, fatene buon uso.