Una sede di fantasmagorica bellezza, l’impeccabile organizzazione targata C2C, con open bar, guardaroba gratuito e una line up d’avanguardia che vedeva Arca come headliner della serata – a pochi giorni dall’uscita del prossimo disco – il tutto in un evento gratuito con la formula del: registrati prima, ricevi mail di conferma e vieni a divertirti.
Sulla carta c’erano tutte le chance perché la serata nel nuovo Gucci Hub di Milano diventasse memorabile, invece no, non lo è stato e il sonoro mea colpa stavolta lo deve fare il pubblico che ha preso parte all’evento.
Complice l’attrattiva del brand che ospitava l’evento, quel Gucci più cool che mai sotto la guida alla “Luigi XIV” di Alessandro Michele, la serata è dominata da un pubblico modaiolo fatto di poser in “haute couture”, leggasi anche vestiti della festa addosso a facce annoiate per dogma, tanto lamentosi da rivendicare il diritto al vodka sour nell’open bar. Il risultato è che la pista presenta vuoti preoccupanti mentre l’area fumatori è stipata più dell’arca di Noè, con “pierraggio” da convention aziendale rappresentanti (mancavano solo i bigliettini da visita).
Un peccato, perché la serata offre performance di qualità altissima. Comincia Toxe ad infiammare pochi anonimi appassionati, con un’ elettronica violentissima che conferma quanto di buono si dice in giro di lei. Cambio veloce ed ecco Yves Tumor, che letteralmente violenta i “casuali” e cattura chi ne ha già sentito parlare con una performance energica, sudatissima, fatta di voci in super eco, diluvio di fuck sputati con rabbia, rumorismi techno, voce piccata “satanic nusoul”, cassona e ballo a coinvolgere un pubblico quasi spaventato da una delle performance più interessanti della serata.
Rimandiamo il successivo Gaika, che aveva iniziato molto bene per poi finire in un pallido dance hall elettronico che non è né carne né pesce e che ci conferma come il soprannome “Basquiat dell’elettronica” sia quanto meno azzardato e ci buttiamo sugli Amnesia Scanner. Su di loro niente da dire: live di livello, techno-noise, oscurità e violenza sonora come nelle previsioni, per uno show scolastico, forse, ma bellissimo. Inutile dire che durante il loro show in area fumatori non passa uno spillo.
È una serata iniziata presto, così poco prima dell’una è già tempo di Arca in formato dj, accompagnato dai visual di Jesse Kanda. Tacco dodici e calzino cangiante con fiocchetto su gamba nuda per il venezuelano che, accompagnato da immagini disturbanti (a memoria: un parto di serpenti, uno di un agnellino, un cane deformato da un tumore al muso, una visita otorinolaringoiatra a un cucciolo quadrupede, tutto ripreso a distanza ravvicinata), seduce, corteggia, elettrizza uno zoccolo duro di lovers con un set aperto dal live di “Piel” (sarà la traccia numero uno del disco in uscita). Arca con la sua performance passa in rassegna il meglio della musica “fracassona” sudamericana, tra samba, cumbia, salsa cubana e due salti nell’ r’n’b spanglish alla Jennifer Lopez. Arca si dimena, si diverte, manda baci, leva il SUO microfono a un Yves Tumor, imbucato sul palco e troppo su di giri, e dopo un’ oretta e mezza divertentissima va a concludere in maniera quantomai travolgente.
Zoccolo duro dicevamo: chi con coscienza ha partecipato alla trasferta milanese di C2C si sarà divertito un mondo, perché la serata è stata innegabilmente divertente, per tutti gli altri presenti che dire, dispiace. Dispiace perché in molti la serata se la son persa, mentre altri non l’han proprio capita, a sentire qualche commento da parte di qualcuna di queste fashion victim (“ma daaaaiii ma che muuuusiiiicccaaaa è questa” cinguetta la bionda in stiletto, platinata in stile varietà). È un peccato, ci permettiamo di aggiungere, che il mondo della moda (non quello dei vestiti ma quello di chi la moda la segue) non riesca a divertirsi come potrebbe, non apra i suoi orizzonti oltre il like su Facebook e la storia su Instagram, rimanendo ancorato ad un pallido presenzialismo stile statua del Canova che, fatevelo dire, ha fatto il suo tempo.