Durante i primi giorni di novembre Torino diventa la città dell’arte contemporanea, con tanto di nomenclatura ufficiale Contemporary Art Week torinese,. Immancabili mostre da ammirare come Artissima all’Oval Lingotto o Paratissima alla Cavallerizza Reale. E in questo contesto il C2C, che per noi resterà sempre il Club To Club, si incastra perfettamente come asset principale della settimana di eventi culturali. Lo fa orgoglioso del successo della scorsa ventesima edizione, forte del nuovo sold out consecutivo alle porte (35.000 partecipanti partecipanti previsti) dell’attuale ventunesima edizione. Che vuole essere una conferma di cosa è diventato il C2C, ovvero un festival in grado di far risuonare tutta l’evoluzione della musica elettronica e le contaminazioni che può intrecciare, come ci aveva dimostrato il successo dello scorso anno.
Lo farà a casa sua, nell’enorme e funzionale Lingotto per le serate di punta di venerdì e sabato, e alle più piccole, ma comunque intime e e suggestive Officine Grandi Riparazioni, Ogr, per giovedì e domenica, senza dimenticare e il Teatro Regio che ospiterà C2C Talks, ma osando di più in termini di composizione line up rispetto allo scorso anno, spaziando nei generi tra artisti acclamati, graditi ritorni, perle nascoste, piccoli misteri e qualche vecchia conoscenza che ancora si difende.
Negli anni sul palco del C2C è passato chi ha fatto storia della musica nella sua forma più ricercata come Aphex Twin, Kraftwerk, Franco Battiato e Thom Yorke, quindi non poteva essere altrimenti che non puntare su una line up di altissimo profilo anche per la ventunesima edizione, potendo sfoggiare show esclusivi su suolo italiano e confermando la cura del lavoro fatto in questi anni di crescita del festival come trasversalità di proposta. Il concerto di King Krule, ovvero Arcy Marshall, è l’orario della timeline più atteso in termini di curiosità vista la vena artistica del cantautore londinese. Racconterà i suoi svarioni tra storie di vita vissuta e dubbi esistenziali su una base di suoni che in teoria ci azzeccano poco ma lo fanno benissimo, svariando in scioltezza tra jazz, post punk e elettronica. Se vi piace il disordine creativo spero abbiate i biglietti per sabato sera, perché lui in questo senso è il meglio in circolazione. Non dubito che tra un mese, quando sarà tempo di elencare i dischi migliori dell’ultimo anno, il suo “Space Heavy” sarà presente in molti articoli, così come “Praise a Lord Who Chews but Which Does Not Consume; (Or Simply, Hot Between Worlds)” dell’eccentrico Yves Tumor. L’americano scalderà il palco a King Krule, e ci sta bene essendo anche lui un mescolatore di incontri musicali, tra glam e l’r&b e post punk.
Stesso discorso sulle classifiche di fine anno da copiare e incollare se si parla di “Desire, I Want to Turn Into You”, l’album di Caroline Polachek uscito lo scorso febbraio. La Polachek è un artista misteriosa, molto incensata dalla critica di nicchia musicale e quindi c’è chi guarda con sospetto ad un’artista pop. Viene facile definirla “la Dua Lipa degli hipster”. Allo stesso rappresenta l’emblema più riconoscibile del concetto di avant pop tanto ricercato dagli organizzatori del festival. Il suo pop impegnato è in grado di catturare l’attenzione. Inoltre questa data italiana di Caroline ha anche connotazioni romantiche, essendo l’album di cui sopra ispirato ad una vacanza in Sicilia, pieno di riferimenti a palme, mare, vulcani e amori sofferti, ribelli e giovani. Il suo concerto al venerdì, a cui va aggiunto il dj set alle OGR al giovedì, sarà sicuramente vivisezionato nei dettagli, ma in grado di avvolgere il pubblico di C2C.
La presenza di questi tre artisti chiacchierati nel solo 2023 è una dose di freschezza e attenzione ai nuovi suoni, ma C2C non dimentica le sue origini da dancefloor con una proposta variegata in grado di accontentare tutti i gusti. C’è il gradito ritorno di Flying Lotus, presente a Lingotto nel 2012 con una performance audiovisiva. Ci sono gli Overmono, con la loro techno e breakbeats a cui aggiungere più accessibili melodie pop. C’è l’energica e divertente Avalon Emerson. C’è anche Tiga. Si, proprio quel Tiga, quello di “You Gonna Want Me” (quanto vi state sentendo vecchi in questo momento?). Al sabato allo Stone Island Stage si festeggerà il 15esimo compleanno della PAN, etichetta d’avanguardia divisa tra Berlino e Atene, con le esibizioni del suo fondatore Bill Kouligas, Honour, Sangre Nueva (ovvero l’unione tra Florentino, DJ Python & Kelman Duran), Bambii, Crystallmess e Tzusing. Evian Christ farà tanta venire voglia di saltare con la sua trance che in una città che apprezza la gabber come Torino non stona mai. Anche i buffi e criptici Two Shell, il cui vestirsi mascherati preannuncia un viaggio imprevedibile. E non dimentichiamoci del vecchio zio Moodyman, uno che fa ballare folle da vent’anni con nonchalance. Insomma, il festival sarà anche cambiato come proposta artistica rispetto ai tempi in cui faceva a cazzotti con Movement, ma al Club To Club si continua a ballare. Per dire, anche la quota più rock del festival, i Model/Actriz, che apriranno le danze alle OGR il primo giorno faranno venire tanta voglia di lasciarsi andare sotto le luci stroboscopiche e la potenza degli impianti.
Insomma dopo due decenni il C2C vuole confermarsi più vivo che mai e con l’ambizione di far pensare che sia destinato a crescere ancora. Un luogo chiuso che scalda, in contrasto con l’atmosfera autunnale dove ha luogo, adatto ad ospitare un pubblico composto sia da chi ha un palato musicale più particolare che il curioso di passaggio più interessato a muoversi a tempo di bassi aggressivi. Ora viene il difficile, confermare questo status di “festival da non perdere” continuando a sorprendere e e coccolare il suo vasto pubblico tra suoni corposi e variegati, con il volume delle casse al massimo ovviamente.