In un viaggio tra le colonne sonore del cinema italiano, i ritmi tropicali degli anni Sessanta e le commedie d’autore di Pasolini e Antonioni, CAM Sugar da vita a “Tropicale” – When La Dolce Vita discovered exotica, calypso, mambo, samba and other tropical rhythms (1959-1969)”, compilation con brani rari e inediti. Dagli archivi della storica etichetta, bossa nova, samba, jazz latino e mambo del passato rivivono in una veste del tutto contemporanea, con Ennio Morricone, Piero Piccioni, Bruno Nicolai, Armando Trovajoli e altri compositori di culto a fondere sonorità latine ad un inconfondibile carattere italiano.
A bagnare la release sarà un party a Brilliant Corners, nel cuore di east London, con dj set della padrona di casa Donna Leake e degli italiani Bassolino e Daniele Mizar. Producer e pianista attivo nella scena jazz-elettronica già da diverso tempo, a darci un assaggio di “Tropicale” è proprio Dario Bassolino, speciale guida per scoprire più da vicino CAM ed i suoi storici archivi.
Passando inevitabilmente anche dal suo album di debutto, uscito in primavera. Scritto insieme al polistrumentista Paolo Petrella e con contributi del batterista Andrea De Fazio, LNDFK e Raffaele Arcella (alias Whodamanny), “Città Futura” racconta di un affascinante ponte che ci riporta ad una immaginaria Napoli degli anni Settanta, con riferimenti a gangster movies, la musica di Pino Mauro, la letteratura di Luigi Compagnone e Raffaele Viviani, il cinema di Francesco Rosi.
Per celebrare il fascino del cinema italiano per le sonorità esotiche, “Tropicale” sarà disponibile dal 5 Luglio, mentre noi nel frattempo riviviamo “Città Futura” attraverso cinque rarezze targate CAM selezionate da Bassolino, che hanno influenzato ritmi e linguaggi del suo debutto tra groove vesuviani, “Malavita” e storie di una “Napoli Visionaria”.
Riz Ortolani – Io Ho Paura (1977)
«È una delle colonne sonore che mi ha influenzato di più, da sempre. Il film è diretto da Damiano Damiani e con Gian Maria Volonté come protagonista, che interpreta un brigadiere che deve proteggere un giudice durante un periodo turbolento degli anni Settanta, quando certe figure venivano molto spesso prese di mira. La musica di Ortolani in questo film è semplicemente incredibile, e credo abbia contribuito a ricreare l’atmosfera più rappresentativa per quel momento».
Franco Campanino – L’Ambizioso (1975)
«Campanino è un altro maestro, perfino poco conosciuto. La sua modalità di scrittura mi ha influenzato molto. Su Discogs è un pezzo rarissimo, credo ce ne siano in vendita soltanto un paio. Tra gli altri suoi score di spicco poi includerei “Napoli si ribella” e “L’insegnante viene a casa”. Tutta la sua musica ha plasmato il mio sound, specialmente per quanto riguarda un certo tipo di arrangiamenti ed una particolare ricerca di certi timbri».
Carlo Maria Cordio & Franco Vinciguerra – Quips and Cranks (1980)
«Questo è pura music library, non una colonna sonora vera e propria. Ma rimane incredibile. C’è un pezzo in particolare, la title track “Quips and Cranks” del lato B, che ritengo davvero spettacolare. E di nuovo, Carlo Maria Cordio è praticamente sconosciuto, ma rimane un genio. Ha fatto altra musica come “Absurd” e “Shadows & Memories”, rarezze costose ma fantastiche. Anche la musica library è importante perché ha influenzato molto “Città Futura”, soprattutto nella struttura e nel mood».
Gianni Ferrio, Gino Marinacci – Lady Bossa Nova in Italy (1963)
«Disco abbastanza old school, ma bellissimo. “Un desiderio per l’estate” è un pezzo veramente romantico, tipico della Bossa Nova italiana. Ferrio è un grande compositore, e il brano per me ha un’atmosfera retrò fantastica. La musica brasiliana ha avuto una grande influenza anche sulla mia scrittura: questo titolo rappresenta perfettamente quella (ancora) sconosciuta e segreta commistione tra la Bossa Nova e la musica napoletana, che io amo tanto e che ho portato anche nel mio disco».
Stelvio Cipriani – Poliziotto Sprint (1977)
«È la colonna sonora del film interpretato da Maurizio Merli e diretto da Stelvio Massi. Un disco introvabile, un vero pezzo raro. La musica di Cipriani è molto energica, specialmente il pezzo “Speed Machine”. Ho sempre amato il genere poliziottesco, e qui viene rappresentato perfettamente il mondo sonoro che al tempo ne accompagnava le scene. È interessante perché nei miei primi anni di carriera suonavo in un gruppo chiamato Sbirro Funk, dove facevamo proprio musica ispirata ai poliziotteschi napoletani. Va da sé che questo disco per me ha un significato speciale».