L’Italia di Mancini lo ha dimostrato: si può diventare campioni d’Europa (quasi) senza campionissimi, senza giocatori stra-magnificati dall’hype e dalle attenzioni denarose delle big mondiali del calcio. Ci vuole gioco, ci vuole fiducia in se stessi, ci vuole spirito di squadra. E in questa maniera puoi fare meglio della Francia farcita di campionissimi pubblicizzatissimi, o della Spagna che è da mo’ che domina il calcio, o della Germania sempre affidabile e che abbiamo sempre guardato con un po’ di ammirazione (dimenticando che alla fine, se ce la mettiamo seriamente, li si batte quasi ogni volta). E’ un gioco, ma lo è fino ad un certo punto: abbiamo preso la nazionale che è scesa in campo nella partita finale contro l’Inghilterra, cambi compresi, e abbiamo provato ad immaginare degli “alter ego” in campo clubbing giocatore per giocatore. La squadra che ne viene fuori, beh, potrebbe essere vincente. Ed esattamente come per la nazionale di Mancini, molti altri altri giocatori (dj) sarebbero potuti scendere in campo: il risultato alla fine sarebbe stato probabilmente lo stesso. Perché quando c’è la squadra, e non i singoli individui, si diventa davvero forti. Contro ogni pronostico.
DONNARUMMA vs. JOSEPH CAPRIATI
Donnarumma è forse l’unica di questa nazionale ad essere entrato nella sarabanda della valutazioni mondiali senza senso (grazie, Raiola!). Ma invece di restare vittima di questa cosa – e avrebbe potuto – Gigio ha sfoderato un mondiale notevole, dove la parata finale su Saka è solo la ciliegina sulla torta. Allo stesso tempo da noi Capriati avrebbe potuto tranquillamente continuare nelle sue date da megastar strapagate di fronte a folle festanti (e magari un po’ ottuse), invece è da almeno un paio d’anni che sta lanciando segnali davvero interessanti (l’album, certe scelte artistiche, certe operazioni di spessore). Entrambi poi hanno affrontato con maturità una delle cose più difficili da affrontare: il litigio violento coi “propri” (tifosi o famigliari che siano).
DI LORENZO vs. ADIEL
Lo vedi, Di Lorenzo, e pensi che potrebbe essere l’attuale fidanzato di Belen (…no, si assomigliano e basta). Poi però guardi come si muove in campo, il modo in cui copre la fascia, l’intensità con cui rispetta i compiti assegnati – e già il cappello. Adiel stessa cosa: avrebbe potuto marciare sul suo aspetto fisico e su certi luoghi comuni di donna-techno-nerovestita, invece il suo amore per la musica e la sua voglia di progredire seguendo le vie della qualità e non dell’hype sono come certe partite di Di Lorenzo: onestissimi, totalizzanti.
BONUCCI vs. ILARIO ALICANTE
Ogni tanto paure un po’ troppo guappo, Bonucci, coi suoi proclami guerreschi. Ogni tanto sembra prometterti col sangue fedeltà eterna, poi vedi che il giorno dopo è al Milan, il giorno dopo ancora di nuovo alla Juve. Ma una cosa è certa: quando è in forma, non ce n’è. E’ il difensore totale: il primo gladiatore in interdizione, la prima mente quando c’è da impostare. Al tempo stesso Alicante è quello che in console, piaccia o non piaccia, non ha progiioneri: come la tiene lui, sapendo trovare l’equilibrio tra folla e ricercatezza delle scelte, in questo momento non la tiene nessuno. E pazienza se non è (più) underground.
CHIELLINI vs. DJ RALF
Ralf forse non amerà questo paragone, o almeno non lo amerà l’accanito interista che è in lui. Ma dovendo pensare ad un grande vecchio che pare non invecchiare mai, a qualcuno che con la forza della sola umanità guadagni un carisma gigantesco diventando naturaliter capitano, a qualcuno che può reggere in piedi da solo un reparto (o una serata) in difficoltà, la risposta è una sola: lui.
EMERSON vs. MATHAME
Il new deal con un gioco ibrido, dal respiro molto “internazionale” e quasi poco italiano: questo è Emerson, esattamente come i Mathame hanno saputo prendere la tech-house taleofusiana ed introdurre – con stile – degli elementi quasi EDM. Entrambi non considerati troppo dalla critica, stanno invece portando a casa risultati super.
(Florenzi vs. Dozzy) Una certezza di qualità, pur passando gli anni. Come passare da Roma e non esserne fagocitati, ma costruendo invece una carriera solida e rispettatissima – stando sempre pronti ad essere generosi, a mettere da parte gli ego e dare tutto per la squadra, per il risultato, per la bellezza
BARELLA vs. BAWRUT
La fantasia all’improvviso. Non gli davi molto, ma finire in un grande contesto (l’Inter per Barella, il clubbing a respiro internazionale per Bawrut) invece di far perdere l’efficacia ha, al contrario, moltiplicato capacità e risultati. E tutto questo senza snaturare nulla del proprio gioco; anzi, se possibile, migliorandolo pure un sacco.
(Cristante vs. Younger Than Me) Gioco solido, con un pizzico di fantasia: un bel futuro davanti, ma il presente dà già delle soddisfazioni
JORGINHO vs. CATERINA BARBIERI
La bellezza e l’efficacia delle geometrie semplici ma perfette: Jorginho è quasi da Pallone D’Oro, Caterina pure. Entrambi poi non si agitano mediaticamente, non vanno in vacanza ad Ibiza (o se lo fanno, non lo strombazzano nei social) e sono venuti fuori solo dopo tanto, tanto, tanto lavoro e studio silenzioso.
VERRATTI vs. ELENA COLOMBI
Lo svolazzo e la ricercatezza, la rifinitura preziosa e il richiamo colto; e, ogni tanto, quando serve, giù una randellata. Bravissimi.
(Locatelli vs. Marco Shuttle) Il calcio, esattamente come la musica, è qualcosa che devi saper “leggere”; ma per renderla efficace, questa “lettura”, devi avere talento ed essere preparato tecnicamente. Di te in certi periodi si parla tanto ed in altri troppo poco, ma tu vai tranquillo per la tua strada. Le tue soddisfazioni, anche se al Sassuolo e non in Champions League o al Tomorrowland, arrivano
CHIESA vs. 999999999
Scendi in campo. Parte la partita. Hai un obiettivo, un obiettivo solo: andare dritto fino alla porta, come un proiettile. Palla avanti, e via a correre come non ci fosse un domani, come dipendesse tutto da quel singolo scatto o da quel singolo colpo di cassa e bassline acida ed urticante. Non sei molto vario nelle soluzioni? E chi se ne frega: sei tu quello che vince le partite, soprattutto quelle più complicate ed inutilmente limacciose.
(Bernardeschi vs. Massimiliano Pagliara) A qualcuno ogni tanto sembra troppo lezioso o che non prenda abbastanza sul serio le cose, quindi magari si finisce col panchinarlo o non metterlo ai vertici fra i più bravi, la verità è che di tecnica ne ha da vendere, di fantasia pure e le partite sì che te le svolta, anche quelle difficili
IMMOBILE vs. ENRICO SANGIULIANO
Non tutti ti amano, ma i risultati che hai ottenuto tu non li ha ottenuto quasi nessuno, negli ultimi anni; e per giunta li hai ottenuti sempre inserito benissimo nel gioco di squadra, pronto a sacrificarti anche per coprire a centrocampo, capendo l’importanza del pressing alto non per te e i tuoi lustrini, ma per la squadra. Qualcuno ti critica, ma senza di te il rischio era quello di arenarsi già al primo turno. C’è chi parla, c’è chi fa i fatti (e lo fa rispettando il gioco, le sue radici, il senso del collettivo, e facendolo con un livello tecnico spesso troppo sottovalutato nei vari commenti).
(Berardi vs. Marco Faraone) Sì, certo, ogni tanto si ha come l’impressione che si parli tantissimo di te come uomo-mercato ma poi in realtà i titani strapagati sono sempre gli altri; ma a occhio la consacrazione fra i top è giusto dietro l’angolo, dall’altro forse nemmeno ti interessa troppo – perché ami troppo il gioco, ami troppo stare sul campo, ami troppo disegnare trame spesso per nulla banali, molto più di altri giocatori molto più scoppiettanti e molto più lodati dalla critica “intelligente”.
INSIGNE vs. NU GENEA
Certo ogni tanto cami nome un po’ a cazzo o minacci di cambiare squadra, ma hai un amore per le radici e per la fantasia ad esso connesse che vince tutto e tutti. Certo, negli ultimi tempi il trucco pare quasi essere sempre lo stesso: il tiro a giro, il funk napoletano. Eppure, funziona sempre. Esalta sempre. Fa esultare sempre. E mette quasi in ombra il fatto che il tuo campionario tecnico sia invece ricchissimo, vastissimo.
(Belotti vs. Sam Paganini) Entra in campo, picchia, urta, spingi, sposta gli equilibri in campo, sposta gli umori della serata: ed ogni volta è missione compiuta. Sia che tu sia l’uomo mercato da 100 milioni di euro o da main stage del festivalone techno Drumcode, sia che l’attenzione mediatica sia un po’ scemata o un po’ cambiata – tu sei sempre uguale, e questo la dice lunga sulla tua onestà.
MANCINI vs. NOI TUTTI
Impariamo da Bobby Gol. Impariamo da chi ha preso una compagine priva o quasi di superstelle strapagate e stracommentate, e l’ha trasformata in una squadra imbattibile che quando serve è bella, quando serve è meno bella ma con una forza d’animo d’acciaio. Più forte di ogni polemica stupida, refrattaria alla luce della ribalta “pop”. Ma efficace, tremendamente efficace: CAMPIONI D’EUROPA. Non l’avrebbe mai detto nessuno, ma lo siamo diventati; ed anche il clubbing, su cui ormai si fa gara a sparargli contro, a criticarlo, a contestarlo nelle fondamenta (o, altra faccia della stessa medaglia, per non essere abbastanza paraculo e commerciale), potrebbe seguire lo stesso destino, se solo iniziassimo a giocare di squadra e a non confondere il calcio con PES, il clubbing con la portineria e i jet privati.