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[tab title=”Italiano”]Prima di scrivere quest’intervista abbiamo fatto un giochino divertente: ci siamo andati a riguardare due classifiche tanto diverse per spirito e gusti di pubblico come la top100 di DJ Mag e quella di ResidentAdvisor, e ci siam messi a contare quanti nomi in comune hanno i primi 50 posti. Beh, abbiamo scoperto che ce n’è soltanto uno. Un solo dj oggi è in grado di convincere due frange di pubblico come quella DJMag e quella RA. Il suo nome è Carl Cox. Un ragazzino presente sulla scena più o meno da una trentina d’anni, rispettato da tutti come uno dei migliori dj che puoi avere il piacere di vedere oggi. Uno che a cinquanta e passa anni è ancora headliner in festival come l’Awakenings o il Movement. Uno che ha ancora la forza di portare avanti la serata Revolution allo Space di Ibiza e perfino di prolungarla alla bellezza di quattordici serate. Uno che sa bene cosa significhi essere un dj, qual è la vecchia scuola e come funzionano i tempi moderni, e che sa parlarti di mestiere e passione, di onestà e finzione, di tecnica e tecnologia, di house e techno, di Marco Carola, Nina Kraviz e Martin Garrix. Uno di quelli che, anche se ci hai parlato solo per dieci minuti, non dimentichi più.
Dunque, per questa estate il tuo nome è già nell’Awakenings, nel Movement Detroit e nella tua più lunga stagione di sempre allo Space di Ibiza. C’è altro?
Eheh già, sarà un’estate pazzesca. All’Awakenings quest’anno mi han chiesto per la prima volta di essere presente per due giorni: il primo giorno sarà nel main stage e ho tutta l’intenzione di offrire al pubblico i loro momenti migliori, mentre il secondo giorno sarà Carl Cox & Friends, sarò con John Digweed, Jon Rundell, Karotte, Pan-Pot e Maceo Plex. L’Awakenings sarà assolutamente uno sballo, nelle ultime edizioni sono stato sempre lì ed è stato fantastico. Per quanto riguarda lo Space di Ibiza, invece, quest’anno mi son ritrovato a pensare al fatto che questo sarà il mio quattordicesimo anno lì. Sono felice e onorato di poter ancora mantenere una serata così incredibile e così credibile, mentre intorno a me, sempre a Ibiza, nascono continuamente nuovi party e nuove proposte. Quest’anno farò 14 serate consecutive, per ragioni di pura richiesta di pubblico: la gente vuole davvero che io sia più presente nell’isola. Son partito con sei, poi son diventate dieci, dodici, ora quattordici. È un impegno non da poco, ma son felice di vedere che questo è ciò che vuole la gente.
Alla grande. Non ti resta che svelarci qual è il tuo elisir di eterna giovinezza.
Ahah. Beh è vero, ho 52 anni ma non mi sento per niente un cinquantenne. Nella mia testa sono ancora un ragazzino che passa le serate tra un club e l’altro, in consolle. Penso che ci siano cose nella vita che non invecchiano mai: sono le cose che fai divertendoti. A me piace proprio fare il dj, adoro condividere la mia musica con tutti. E finché la musica resta così potente e i party funzionano, per me posso continuare fin quando avrò sessant’anni. Mi diverto ancora come fosse il primo giorno.
“Non inseguite le mode, non fate ciò che fanno gli altri, trovate dentro di voi ciò che vi rende unici e la gente vi rispetterà per questo.“
Sei riconosciuto come uno dei più grandi dj al mondo, quindi questa cosa ci tocca chiedertela: qual è la vera essenza del djing?
Guarda, oggi è facile per un ragazzo venire a Ibiza col suo controller e improvvisarsi dj. È facilissimo. Ma deve prima acquisire carisma. Deve avere personalità. Deve scoprire la passione genuina per quel che fa. So benissimo che molta gente è delusa dalla facilità con cui chiunque può arrivare in consolle. Ma per fortuna ci sono anche altre realtà. Prendi Marco Carola: lui ha carisma, passione, mette tanto impegno nei suoi set, cura bene la sua selezione musicale, e la gente continua a seguirlo per questo. Un grande dj si misura sulla lunga distanza, negli anni, quando la passione resta immutata.
C’è qualcosa che ti sentiresti di dire ai ragazzi che oggi vogliono diventare dj?
Seguite ciò in cui credete. Che sia deep house, tech-house, drum’n’bass, dubstep, se credete in ciò che fate la gente vi seguirà. Non inseguite le mode, non fate ciò che fanno gli altri, trovate dentro di voi ciò che vi rende unici e la gente vi rispetterà per questo.
Sei anche riconosciuto come uno dei dj più abili tecnicamente, fin da quella serata che ti battezzò come “il mago dei tre decks”. Come li vedi i giorni d’oggi, con la tecnologia che ha cambiato così tanto la pratica del djing?
La mia scuola è stata diversa. Non c’era il tasto sync, non c’era modo di mettere la musica in loop e per realizzare certi effetti dovevi essere organizzato, magari avere due copie dello stesso disco, dovevi avere grande manualità. E la manualità la raggiungevi solo se avevi talento. Dovevi avere bene in mente cosa volevi ottenere, allenarti, sapere cosa usare. La sfida non era tanto nella selezione, se mettevi hip hop, r’n’b o techno, era tutta questione di tecnica. Oggi hai i loop, hai i sample, hai 3 o 4 players in parallelo e questo ti permette ti essere più creativo, ti consente di concentrarti solo su come vuoi che suoni il tuo set. Questo può rendere più interessanti le produzioni e le performance live di oggi. L’importante però è avere sempre un’idea chiara di come la tua musica debba funzionare. Non deve essere una cosa preconfezionata, figlia degli effetti e dei sample, che sai già fin dall’inizio come andrà. Quella è una cosa che va assolutamente evitata. Ho un’enorme quantità di musica nel mio computer, ma non ho idea di cosa suonerò in una serata in particolare. Sono convinto che questo sia il modo migliore di agire, la gente deve sapere che tu stai lavorando unicamente per quel momento.
“Il tuo compito è far divertire la gente, se la prendi per il culo non funziona, garantito.“
Un bambino viene da te e ti chiede cos’è la house e cos’è la techno. Che gli rispondi?
Ahah, mamma mia! Per me la house è sempre stata fatta fondamentalmente di canzoni. Di come componi le canzoni, di come apprezzi le canzoni. E ancora oggi la house è tutta qui, che siano 120 o 180 bpm. Techno invece significa attraversare i confini, significa creatività. Significa pensare a quanto lontano si possa andare, investigare le potenzialità di un suono, scoprire come rendere le cose più interessanti di prima. Nella house ci sono dei confini ben precisi, la techno invece è proprio assenza stessa di qualsiasi limite.
Oggi vedi dj giovanissimi produrre un paio di tracce EDM e finire subito nei grandi festival come nuove stelle. Dacci il tuo punto di vista sui tempi moderni.
Sai, penso che alla fine sia il pubblico a decidere se sei o no un bravo dj, se lo stai facendo per una buona ragione o no, se hai talento o no. Lì fuori ci sono tantissimi dj che tentano di fregare il pubblico, scommettono sull’aspetto, pompano musica presa dalle classifiche e credono che la gente li amerà sempre. Ma fidati, alla lunga il pubblico capisce che quello è il modo sbagliato di fare il dj, e finirà che dovranno cercarsi un altro lavoro. L’unica cosa che conta in questo ambiente è la passione. Il tuo compito è far divertire la gente, se la prendi per il culo non funziona, garantito. È pieno di dj che cercano di fare i grandi dj e falliscono. Poi ci sono quelli che fanno realmente i grandi dj, perché sono grandi dj. Sei un grande dj se il pubblico ama quel che fai. E vale tanto per gli uomini quanto per le donne, come ci dimostrano professioniste come Maya Jane Coles, Nina Kraviz o Cassy. Anche loro hanno carisma, sanno come reggere la pista e la gente le adora. E per certi versi, è anche quello che sta accadendo con le nuove generazioni di dj. Prendiamo un ragazzo di cui si è parlato tantissimo quest’anno: Martin Garrix. Ha 17 anni, è sostenuto da dj come Tiësto, Hardwell e tanti altri nomi titolatissimi, ma alla fine quel che ha fatto è stato un pezzo come “Animals“. Quel pezzo è finito in heavy rotation e il risultato è che l’ha ascoltato un pubblico di ascoltatori della sua stessa età. Questo ha creato una complicità particolare con il suo pubblico, perché condividono la stessa visione. Ma in fondo è lo stesso che accade con tutti gli altri dj. Le nuove generazioni arrivano ogni volta che il pubblico chiederà qualcosa di nuovo, di fresco. Ci sarà sempre qualcosa di diverso da prima, che risponderà a nuove richieste di pubblico. È un processo naturale.[/tab]
[tab title=”English”]Before we wrote this, we wanted to make this funny game: we compared two so much different charts like top 100 djs of DJ Mag and the one of ResidentAdvisor and we counted how many common names they have in first 50 places. Well, we found out that it’s only one. One only dj is able today to convince two different types of audience like that. His name is Carl Cox. A little boy that has been on the scene more or less for thirty years, respected by everybody as one of the best djs that you can see today. A fifty years old man that is still headliner on festivals like Awakenings and Movement. That has still the passion to maintain the Revolution event at Ibiza’s Space, this summer even for 14 nights. Someone that really knows what is a dj, how was the old school and how modern times work, that can talk about profession and passion, honesty and pretence, technique and technology, house and techno, Marco Carola, Nina Kraviz and Martin Garrix. Somebody that, even if you talked with him just for ten minutes, you will never forget.
So, this summer you are already booked at Awakenings, Movement and on your longest season ever at Ibiza’s Space. Anything else?
Eheh yes, this summer will be amazing. This year Awakenings asked me for the first time to be there for two days: on saturday I will be on the main stage and I really want to give people the very best time, whereas sunday will be for Carl Cox & Friends, I will play together with John Digweed, Jon Rundell, Karotte, Pan-Pot and Maceo Plex. Awakenings will be absolutely amazing, I was there on last editions and it was fantastic. About Space, this will be my 14th season with The Revolution and I’m happy and pleased to still maintain such a very good credible night, while so much new parties keep starting around me, in Ibiza. This year I will stay for 14 nights, just for a reason of public demand: people really want me to stay more in the island. In the beginning were six nights, then they became ten, twelve, now fourteen. It takes a lot of time of my life to do it, but I’m happy to see that this is what people want.
Perfect. Now you should only reveal to us what is your recipe for the eternal youth.
Ahah. Well, I’m 52 but I really don’t feel like that. In my mind I’m still like a young guy that goes club by club as a dj. There are things that never get older: the things that you do while enjoying yourself. This is really what I like to do, I love sharing my music with everybody. Until music is so good and the parties have success, I can easily follow until I’m sixty. I still have great fun like the first day.
“Don’t follow trends, don’t do just what the others do, find inside yourself what makes you unique, and people will respect you for this.“
You are recognized as one of the biggest djs in the world, so I have to ask you this: what is the real essence of djing?
Look, today it’s easy for a boy to come to Ibiza with a controller and start to dj. It’s really easy. But first you need to have charisma. You need to have personality. And you need to find the passion for what you’re doing. I can see that people is disappointed by how easy is for somebody to arrive and dj in front of you. But fortunately it’s not always so. Take Marco Carola: he has charisma, passion, he spends a lot of time in music selection and people keep following him because of that. You can see a great dj only during the years, when the passion is unchanged.
What do you would like to say to all boys that want to be a dj today?
Follow what you believe. It doesn’t matter if it’s deep house, tech-house, drum’n’bass, dubstep, if you just believe on what you’re doing, people will follow you. Don’t follow trends, don’t do just what the others do, find inside yourself what makes you unique, and people will respect you for this.
You are also recognized as one of the most technically skilled djs, since that night that has set you as the “wizard of three decks”. What do you think about how technology changed the practice of djing?
Well, I come from a different school. There was no sync button, there was no way of looping your music and if you wanted to realize some effect you had to organise yourself, maybe with two copies of the same record, you needed to acquire skills. And you cannot have skills if you have no talent. You had to focus on what you wanted, to know what to use. The challenge was not on music selection, if it was hip hop, r’n’b or techno. It was only a matter of technique. Now it’s different, you are able to loop the music, you have samples, you can use three or four different players in parallel and you can be more creative, you can focus on how you want your live to sound. This can make productions and live performances of today more interesting. But don’t forget how music should work for you. It’s not the result of effects, pre-programmed sounds, that you know since the beginning how is gonna work. This is absolutely bad. I have an huge bundle of music in my computer, but I have no idea of what I’m gonna play in some night. I’m sure that it’s the best way to act, people must know that you are playing uniquely for that moment.
“It’s all about how to make people have fun, if you cheat it cannot work, for sure.“
A child comes to you asking what is house and what is techno. What is your answer?
Ahah, wow! Well, for me house is all about songs. How to make songs and how to enjoy songs. Even today, house music is still all about that, no matter if it’s 120 or 180 bpm. Techno music is always about crossing the line, about creativity. It means to think about how far you can go with a sound, what you can do to make things more interesting than before. With house music you have some boundaries, whereas with techno music there isn’t.
Today you can see very young djs that make a couple of EDM tracks and play immediately in big festivals, like new stars. Tell us your point of view about these days.
You know, I think that in the end of the day, people decide if you are good or if you are bad, if you do it for the right reason or for the wrong reason, if you have talent or not. There is a lot of people out there that is trying to do it, trying to cheat everybody with a good look, taking music from the charts and thinking that people will always love them. But in the end, people know that you’re doing it for the wrong reason, and if it doesn’t work for you, you have to find another job. Because this music is all about passion. It’s all about how to make people have fun, if you cheat it cannot work, for sure. There are lots of djs that try to be great djs and they fail. And there are few djs that try to be great djs and they are great djs. It’s the same with women, like Maya Jane Coles, Nina Kraviz, Cassy. They have charisma too, they know how to hold the dancefloor and people love them. And it’s somehow what is happening with the new generation of djs. You can look to a dj that has been celebrated a lot this year. His name is Martin Garrix: he is 17, he came to the ranks of Tiësto, Hardwell and other well known djs, but in the end of the day he made a record like “Animals” and that record has put him to the spotlight. The result was that who listened that record has exactly the same age. This created a connection between him and his audience, because they share the same vision. But that’s what happens with everybody else, no difference. New generations arrive when people wanna see something new, something fresh. There will be always something different than before, that answers to what people want. It’s just normal.[/tab]
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