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[tab title=”Italiano”]Nella sua autobiografia, la cantante statunitense Billie Holiday dichiara quanto segue: “La gente mi chiede sempre qual è il mio stile, da cosa è derivato […]. Quando ti capita una melodia con dentro qualcosa non c’è affatto bisogno di seguire tanti stili, la senti e basta […]”. Da tale affermazione si può partire per tracciare un ponte immaginario con un tema trattato in questa chiacchierata con Catherine Britton, nota nel mondo della musica elettronica sotto lo pseudonimo di Cassy, secondo la quale una grande forza della musica consiste tout court nell’assenza di confini delimitati da etichette stilistiche. Il punto di vista di Cassy si focalizza inoltre sul presente della scena elettronica, nello specifico italiana in vista della sua partecipazione a ISF2014, al fine di rimarcare la sua idea di espressione musicale carismatica, capace di armonizzare gusto estetico e abilità tecnica in un set incentrato principalmente sul vinile.
Di recente hai avuto l’opportunità di inaugurare la rubrica “100% Vinyl Series” di Mixmag. L’intero set è stato registrato in un negozio di dischi di Berlino cui sei molto affezionata, Hard Wax. Parlaci di questa tua ultima esperienza: ti sentivi a tuo agio davanti la telecamera?
Sì, completamente. Per me è stata la migliore esperienza che ho avuto come performer, anche se è difficile da dire perché è molto diverso: non suoni per la gente ma per te stessa, mettendo solo quei dischi che vuoi veramente ascoltare. Ovviamente suoni anche per le persone alla fine perché chiunque ascolterà il tuo set online, ma è questo ciò che rende stimolante questa esperienza, pur avvertendo la sensazione di non esibirti per un vero pubblico. Al contrario, sei cosciente del fatto che questa è un’occasione d’oro che devi sfruttare al massimo per suonare musica ancora più speciale e fare qualcosa solitamente non faresti.
In che modo il lavoro ad Hard Wax ha contribuito alla tua formazione musicale, artistica e (perché no) sociale? Quali altri negozi di dischi consiglieresti?
Il mio sviluppo sociale, interessante! Certamente, incontri molte persone e questo è sempre un bene quando lavori in un negozio come quello. Sul piano musicale, avere quel lavoro, è stato chiaramente anche lì molto importante sia come dj che come persona, mi ha aiutato molto. I negozi di dischi che consiglierei sarebbero troppi da menzionare in così poco tempo, comunque cito volentieri Halcyon a New York e Gramaphone Records a Chicago. Amo Rush Hour ad Amsterdam e mi piace molto anche Ultrasuoni a Roma.
Lo scorso 19 Aprile è stato il Record Store Day. Perché il vinile riesce a rimanere, nel tempo, un supporto così speciale per te?
Preferisco il supporto del vinile perché penso che gli strumenti che usi chiunque tu sia, un artista, un musicista o un fotografo, rappresentano ciò che ti piace usare o ciò che senti avere una risposta immediata ad una ispirazione, un’idea o un’emozione che possiedi. Se qualcuno è così bravo a suonare vinili e sa come usarli risulta molto più affascinante. Per non parlare del suono molto più caldo e corposo.
Il tuo primo passo professionale nella musica elettronica fu come vocalist. In seguito come è avvenuto il passaggio da cantante a dj?
Non fu una vera e propria transizione. Stavo cantando su una traccia di un amico e pensai che ciò era veramente affascinante e volevo approfondire questo discorso della musica elettronica. Poi ho iniziato a imparare l’arte del missaggio e a diventare sempre più interessata nel djing, figurandomi professionalmente in quella figura. Fu un lungo processo che durò qualche anno in effetti. Ciò che vuoi veramente fare è sempre molto difficile a mio parere, se non è così allora forse non è davvero interessante come sembra. Qualsiasi carriera, o qualunque cosa tu voglia intraprendere non è mai facile e devi lavorare duro per raggiungere i tuoi obiettivi.
Negli anni sei riuscita a conquistare personalità e gusto dietro la consolle, difficilmente inquadrabile in uno stile univoco. Questo grazie anche a una meticolosa ricerca musicale. Com’è cambiato il tuo modo di fare ricerca?
Sfortunatamente, la cosa che è veramente cambiata è che abbiamo molto meno tempo per fare ricerca. Ciò è seccante perché hai poco tempo per controllare i dischi, tenere d’occhio le nuove uscite e dedicarti a tutto ciò che ti soddisfa a pieno. Diventa sempre più difficile più viaggi e più lavori. Tuttavia dipende, perché non mi dispiace andare in un posto dove c’è un negozio di dischi che conosco e mi piace e se la cosa è fattibile nel senso che ho tempo per ascoltare dischi e tutto perchè no? Altrimenti non mi piace per niente andare quando sono di fretta e ho tre secondi. Non avrebbe senso.
Invece, come è cambiato il tuo modo di intendere il dj-set?
Il mio stile adesso è caldo e avvolgente, anche se al momento, sto suonando differenti tipi di techno e house, ma preferisco molta più techno del solito. Dipende anche da dove sto suonando, non puoi mettere techno ovunque. Prediligo quel tipo di sonorità quando penso che sia il momento e il posto giusto. Faccio del mio meglio nel leggere la pista.
In parallelo all’attività di djing porti avanti personalmente anche la tua etichetta…
Non più in effetti. Ho pubblicato tre dischi e penso di fare altre cose di nuovo in futuro, ma adesso non c’è un particolare motivo, non ho prodotto più niente anche perché non possedevo uno studio mio e quindi ho smesso di fare le cose che ho iniziato. Ciò non vuol dire che ho smesso di produrre definitivamente, solo che non sto usando la mia piattaforma.
E, perché il nome Cassy?
Il mio nome deriva da una mera casualità, più di un amico lo scelse per me. È un mix tra il mio vero nome e un altro pseudonimo e le persone iniziarono a chiamarmi così per puro caso. Non c’è nessuna particolare ragione dietro di esso.
Ad Agosto hai rilasciato il 71° episodio della serie del Fabric. Ciò è da considerarsi come uno dei tuoi traguardi artistici?
Penso che in tutto ciò che faccio ci siano cose simili, è solo il modo in cui esprimo la musica, la maniera in cui la vedo. Credo che se un artista fa un mixato con la musica di altre persone comunica cosa ne pensa in primo luogo che è la stessa cosa di quando uno produce delle tracce. Ci sono alcune somiglianze che la mia “espressione musicale” ha in comune. È musica che parla a me stessa e penso che abbia molta anima. Secondo il mio parere non importa se una traccia è più techno o house o non ha del groove ma possiede energia e così via. Esistono una miriade di pezzi che possono andare insieme anche se appartengono a stili diversi. Questo è il fattore interessante della musica: non ha confini.
Qual è la tua opinione in merito alla presenza sempre più costante del mondo femminile nella club culture. Ti senti sempre un estranea?
Si, è vero ci sono sempre più donne sulla scena ma molte di loro potrebbero essere più attive. Mi spiego meglio: penso che tutti dovremmo essere più attivi e meno passivi in generale. Tutto dovrebbe essere più proattivo e in questo senso ognuno dovrebbe assumersi le sue responsabilità. Penso di aver visto molte ragazze in una posizione molto passiva, senza molta fiducia in loro stesse per seguire il loro istinto e fare quello che amerebbero fare. Quindi deduco che ciò si potrebbe migliorare in ogni campo, a partire da quello della musica elettronica. No, non mi sento un’estranea se non quando esco con soli uomini molte volte e per farlo mi sforzo di capire certe cose. Semplicemente poi penso che non ci sia nulla da capire. È come ogni altro lavoro: hai a che fare ogni giorno con questa mentalità chiusa e anche con persone ignoranti.
A dispetto delle tue residenze nei club più rinomati del globo, ti sei esibita per grandi eventi quali il Coachella e questa estate ti vedremo al festival Infestazioni Soniche qui in Italia. Sei cosciente del diverso gusto musicale che può avere il pubblico italiano?
Si, lo sono. Dipende anche in quale città ti trovi. Penso che in Italia in generale le persone amino sonorità più techno. Per esempio Roma è molto speciale, conosco alcuni amici che hanno fatto tanto lavoro per costruire una solida scena musicale. È un posto molto affascinante e ha sempre avuto una fantastica scena e molti bei party. Tuttavia è decisamente molto più complicata di altri posti come Napoli, dove c’è ancora più voglia di techno, dato il forte background di quei ritmi. Si suonerò anche Puglia questa estate e non vedo l’ora di esibirmi lì anche perché il Sud Italia è un posto meraviglioso.
Tenendo conto di quanto ti muovi, dove ti sposterai presto?
Cerco sempre di muovermi. Adesso voglio provare a vivere fuori dall’Europa, dove ho vissuto tutta la mia vita quindi, penso sia qualcosa che non voglio più fare perché quella parte l’ho già approfondita abbastanza. Mi sentirei meglio se vivessi al di fuori dei confini europei per un po’. Per me è venuto il momento di andare via e vivere in posti dove non so niente sulla cultura locale ad esempio. È importante sperimentare cose diverse.
Un ultima curiosità: cosa tratta il tuo progetto audio/video “Meditations On The Dancefloor”?
Ho appena avuto un appuntamento con la direttrice artistica di questo progetto e mi ha comunicato che tutto è stato portato a termine. Gli ultimi ritocchi e il progetto è pronto per essere reso pubblico. È una sorpresa.
Si vociferava di un progetto per Planet E co-prodotto con Kirk Degiorgio. Riusciremo a vederti alle prese con un vero e proprio album in futuro?
Quelle voci erano totalmente infondate. Fu tutto uno sbaglio la notizia su RA. Al momento non posso rivelarti niente di più ma sto lavorando a della nuova musica, il che è sempre bello dato che passo tanto tempo in studio.[/tab]
[tab title=”English”]In his autobiography, the American singer Billie Holiday declare as follows: “People always ask what is my style, where it comes from […]. When it happens a melody with something, there is no need to follow many styles, you just feel it […]”. From this statement we can start to draw an imaginary bridge closely linked to a topic handled in this interview with Catherine Britton, known in the world of electronic music under the pseudonym of Cassy, according to which a big force of music consists in the absence of boundaries outlined by stylistic labels. The point of view of Cassy also focuses on the present of the electronic music scene, especially the Italian one in occasion of her attendance to ISF2014, in order to emphasize her idea of charismatic musical expression, able to combine aesthetic taste and technical skills focused mainly on the use of vinyl.
Recently you had the opportunity to opening the “100% Vinyl Series” by Mixmag. The whole set was recorded in a record shop in Berlin that you’re very fond of, Hard Wax. Tell us about this last experience: did you feel at ease behind the decks?
Yes, completely. For me it was the best dj experience I had in ages. I mean best, is also difficult to say because it’s so different: you don’t play for people you just spinning records that you really want to listen to. And obviously you’re playing for people in the end because everyone is going to hear the set so it makes it more exciting even if you have the feeling to not play for everyone. On the contrary you know that this is something super special that will be heard and you have to use the opportunity to play even more special music, doing something that you wouldn’t usually do.
In the past how has the work for Hard Wax helped in your musical, artistic and why not social growth? Which other record stores would you recommend?
My social development, interesting! It was very helpful because you meet a lot of people and is always good if you work in a business like this. On the musical side, it was extremely important for me as a dj and as a person to have this job and it really help me a lot. The record stores I recommend are quite many to mention enough but there’s Halcyon in New York, Gramaphone Records in Chicago. In Amsterdam I really love Rush Hour and I also like Ultrasuoni in Rome.
On April 19th, it was the Record Store Day. As a vinyl lover why this instrument still remains a such special and timeless element for you?
I use to play vinyl because I believe it is always the tools you use that makes the difference as an artist, as a musician or as a photographer. It is what you like use or what you feel for your immediate response to any ispiration, any idea, any emotion you have. If someone is really good on spinning some vinyls and understand how to play them well is just really amazing. It is also the warmer and more beautiful sound.
Your first professional step in electronic music was as a vocalist. How did it happen the ”transition“ from singer to dj?
Well it wasn’t a proper transition. I was doing vocals on a track by a friend and I thought was really interesting musically speaking. It was like many years ago when I started to learn how to mix and then become interested in djing and started to imagine myself in a professional base. It was a long process that took many years. I don’t know what is hard or not. Everything you want to do is difficult and if it is not like that, is not really interesting. Any suitable career, you have to work harder to achieve your final goal, is difficult.
You have been able to achieve a personality and taste behind the decks, not easy to place in an unique style. This is also thanks to a meticulous music research. How has it changed your way of doing research over the years?
Unfourtunately the fact that is really changed is that we have less time to do things. So it’s annoying to have less time to check for old and new records and to do anything you want to do and have a acceptable day. I guess it becomes more difficult the more you travel, the more you have to work. But, it depends if I go somewhere there’s a record shop that I know I like and it’s easy to do in the sense I have time enough to go and listen to records why not. I don’t like to go in hurry if I have three seconds, there’s no point really.
Instead how is changed your style of dijing?
My style now is warm and groovie. There are different types of techno or house that I’m playing. I prefer a lot of techno at the moment but it depends where I’m playing, I can’t play techno everywhere. So I play techno when I think It’s ok to play it or when I understand that people want to hear it. I do my best in reading the crowd.
In parallel to the activity of djing you run your own label, but you’re keeping it very personal…
Not really anymore. I had released three records and I might do some stuff again in the future, but there’s no particolar reason I just didn’t produce anymore, I did’t have a studio at that time. So I stopped doing the things I started. I’m just not using my label at the moment. But it doesn’t mean I’m not doing music anymore.
And, why you choose the name Cassy?
My name was born of a casualty, more than one friend chose it for me. It was like a mixture of my real name and another nickname and it was like people start calling me like this for accident. There’s no particular reason behind it.
In August you’ve released the 71th episode of the Fabric series. This is to be considered as one of your artistic goals?
I guess in everything I do there are similarities. It is just the way I express music, how I see it. I guess when a dj makes a compilation with other’s people music it express what he or she want to communicate, that is the same thing when they do tracks. There must be something that my ”musical expression“ have in common. It’s like music that really speaks to me and I believe has a lot of soul. To me it doesn’t matter that something is more techno or more housey, doesn’t have groove or a sort of energy. So many pieces can fit together even if they belong to different styles. That’s always been the interisting fact about music: you don’t have to segregate it so much.
What is your opinion about the increasingly constant presence of women in the world of club culture. Are you feeling always like an outsider?
There are even more women on the scene. But a lot of women could be very active. I think maybe we should be more active and less passive in general. Everyone should be more active and proactive and take more responsability for themselves. I think there’s pretty much women I saw in a very passive position and without enough confidence to go and follow their insticts or do whatever they like to do. So I guess this could be stronger too in every field and also in the club scene. I don’t feel like an outsider even if sometimes it’s more difficult hanging out with mens and try to be part of it or to understand something. Anyway there’s nothing to understand. It’s like any other job, you have to deal with this closed-mentality and also with ignorant people.
In spite of your residences in the most famous clubs on the globe, you performed for large events such as Coachella and this summer we will see you at Infestazioni Soniche festival in South Italy. Are you aware of the italian crowd’s different tastes in music?
Yes I am. It also depends in what city you’re in. I think in Italy people in general really appreciate techno music. For example Rome is quite special and some friends that I know had made a lot of work to establish a strong club scene. It’s a very interesting place with an amazing club scene and so many beautiful parties. But definitely It’s more complicated Rome than other places like Napoli where there is even more techno and a strong background of this sonorities. I’m also going to play in Puglia where i’m looking forward to go. Especially I actually looking foward anytime to go to South Italy. It’s so beautiful.
Given how much you moove quickly from one place to another, where do you‘re mooving next?
I’m always mooving somewhere and I wanna try to live outside Europe. That’s something I really want to do. I lived in Europe all my life so I think that’s something I don’t want to do anymore. I developed and explored this part of me enough. For me is time to leave and stay in different places where I don’t know the culture so much, in order to experience different things.
One last curiosity: what is your audio/video project named “Meditations On The Dancefloor”?
I actually have a meeting with the art director. Anything has been finalised. A few last thing has to be done but is basically ready and as soon as I know I will post it on my facebook page and make it public.
There were rumors of a project for Planet E co-produced by UK techno artist Kirk Degiorgio. In the future will we see you dealing with your first album?
It was all wrong. It was a mistake about the news did by RA on me and Kirk Degiorgio. I’m working on new music of course, and It’s always good spending a lot of time in the studio.[/tab]
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