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[tab title=”Italiano”]In occasione dell’imminente uscita su Aus Music di “Donna”, il suo album di debutto, abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole via Skype con Cassy. La chiacchierata, nonostante la connessione ballerina, è stata piacevole e interessante. Per un po’ più di mezz’ora abbiamo avuto la possibilità di conoscere più a fondo una donna forte, una dj tra le più importanti di sempre e una mamma amorevole. Prima a firmare la serie di compilation uscite su Ostgut Ton dedicate al Panorama Bar (Panorama Bar 01) e prima a diventare resident della consolle del club più famoso d’Europa, Cassy ha saputo farsi strada con la sua musica inconfondibile e con il suo modo di fare gentile e genuino. Dopo l’esperienza berlinese, ha conquistato il Trouw di Amsterdam, il Cocoon all’Amnesia e ora fa parte dei dj fissi del Circoloco, dimostrando come, nel corso degli anni, sia riuscita ad affermarsi nei club più importanti del nostro continente. Oggi cerchiamo di raccontarvi meglio una carriera ricca di EP e soddisfazioni musicali che ora prende una nuova piega grazie alla maternità e a questa nuova fatica chiamata “Donna”.
Cominciamo dall’inizio: la tua biografia racconta di una bambina nata in Inghilterra e cresciuta in Austria da genitori che erano in costante contatto col mondo della musica, soprattutto con musicisti jazz. Come tutto questo ha influenzato la donna che sei diventata? In qualche modo la musica è entrata a far parte della tua vita fin da subito e ci è rimasta…
A dire il vero i miei genitori non erano in contatto col mondo della musica, erano semplicemente persone di larghe vedute che non facevano musica ma alle quali piaceva la musica. I miei genitori avevano amici che nella vita facevano i musicisti jazz e dai quali sono rimasta fortemente affascinata quando ero piccola. Ho ascoltato molta della loro musica e di conseguenza posso dire di esserne stata influenzata.
In passato hai abitato in alcune delle più importanti città europee: Londra, Ginevra, Berlino, Parigi e Amsterdam. Come mai la necessità di spostarti così frequentemente senza scegliere una “casa base” come fanno in molti?
Ho provato a mettere le basi in ognuna di queste città, ma alla fine non ci sono mai riuscita perché non mi piaceva la situazione o perché semplicemente non volevo veramente stare lì. Penso mi sarei dovuta trasferire a New York, sarei dovuta probabilmente stare là, ma non l’ho fatto. New York è l’unica città che mi sia veramente piaciuta e nella quale avrei voluto mettere radici, ma non l’ho fatto perché ritenevo fosse troppo lontana. Non penso fosse possibile un trasferimento, o quantomeno non è mai stato presa in considerazione l’idea. Che poi in verità l’idea c’era, ma forse ero troppo spaventata all’idea di andare a vivere Oltreoceano. Ora che tutto è cambiato, con la mia famiglia abbiamo vissuto a New York per qualche tempo: ora mi vedo perfettamente integrata e inserita nella città dove vissuto fino a gennaio, ma dalla quale ci siamo già ci siamo spostati.
E adesso dove ti trovi?
Al momento sono a Vienna, ma vorremmo spostarci a Ibiza già questa settimana. L’isola è fantastica, un posto magico e può essere davvero un buon posto dove stare, soprattutto per la sua internazionalità.
Abbiamo saputo che sei recentemente diventata mamma, credi che crescere tuo figlio a Ibiza possa essere una buona opzione per lui e per te?
Bè sicuramente può essere una buona opzione per far crescere il bimbo fino ad una certa età, poi tocca cambiare.
In che modo la nascita di tuo figlio ha inciso sulla tua carriera professionale? Hai trovato nuova ispirazione?
Credo di essere più concentrata adesso. Ho sempre preso sul serio il mio lavoro, ma ora penso di essere focalizzata come mai prima d’ora. Sto prendendo più seriamente anche me stessa: cerco di spingermi sempre più in là evitando di farmi bloccare dalla paura. Penso questa sia la mia occasione di dimostrare chi sono e se voglio fare soldi continuando a lavorare con la musica devo darmi da fare ed essere il più creativa possibile.
La tua storia è avvincente e affascinante e ne si evince la tua tenacia e la tua forza. Immagino però che, come ogni essere umano, anche tu abbia avuto i tuoi momenti bui. In che modo questo si è riversato sulla tua musica? C’è stato un momento nel quale hai pensato “adesso basta, mollo tutto”?
La vita è una costante di alti e bassi, soprattutto quando sei molto concentrato a raggiungere i tuoi obiettivi. Quando inizi a rifugiarti nelle cose, nella carriera, nel fare musica, quando ti rifugi nelle persone, allora in quel momento perdi di vista il vero obiettivo, non capendo cosa stai facendo per te stesso o per imparare dagli errori, per crescere e far fronte alle cose. Credo comunque sia una cosa normale, fortunatamente per tutti. I momenti difficili non sono sicuramente i migliori, ma sono proprio quelli dove impari di più e dove riesci a fare maggiori progressi, quindi qualunque cosa sia successa, so che è quella che mi ha portata ad essere come sono ora e ad imparare quello che ho imparato fino adesso.
Parliamo ora del tuo album di debutto che arriva adesso dopo tanti anni. Come mai hai deciso di aspettare così tanto tempo prima di far uscire un LP?
Non stavo aspettando, stavo soltanto cercando di iniziare a lavorarci, ma non era mai il momento giusto: non avevo la giusta inquadratura e non riuscivo a trovare le persone adatte con cui lavorare. Non è semplice avere tutte le cose a posto ed allineate, non stavo aspettando, ma è un processo che richiede tempo e è proprio così che succede. Anche il modo di pubblicare è un processo a sé stante: il mio album era pronto già a marzo 2015, ma richiede tempo anche trovare le giusta giusta circostanza e la giusta situazione per far uscire un album. Ci ho messo un po’ a trovare la label adatta e non è semplice perché finisci qualcosa, ma vuoi che tutto sia perfetto, capisci? Posso solo dire che in qualche modo tutto deve essere perfetto: se vuoi che il lavoro abbia presa sulle persone, c’è la necessità che tutto ciò che lo porta al successo sia perfetto, non è una questione di attesa.
“Donna” è una parola italiana ed è il titolo che hai scelto di dare al tuo album. Come mai l’hai scelto, volevi raccontare una storia in particolare?
Non racconta una storia precisa, parla semplicemente dell’agire umano, degli errori che tutti facciamo e di come è la vita. Parla degli stati d’animo nelle differenti situazioni, non tratta di una particolare storia, può essere quella di chiunque. Non è qualcosa da prendere troppo seriamente quando se ne parla.
“Donna” esce il 24 giugno su Aus Music, label che propone un suono sicuramente diverso rispetto ad una Perlon o una Ostgut Ton che hanno firmato alcune delle tue uscite più importanti. Come mai questo cambio di rotta?
Non lo definirei un cambio di rotta, penso invece si tratti di uno sviluppo, ma ascoltando i brani puoi comunque riconoscere che si tratta di me, la base è sempre connessa a quello che ho fatto prima. È solo che il tempo passa e io sono andata avanti e quindi non lo vedo come un reale cambiamento, proprio più come uno sviluppo del mio essere musicista.
Facciamo adesso un salto nel passato. Dopo Ginevra, dal 2003 al 2010 hai vissuto a Berlino, ottenendo anche la residency in quello che poi col passare degli anni si è confermato il club più famoso del nostro continente, il Panorama Bar. Quali sono i ricordi più belli legati al club e come l’hai visto cambiare nel corso degli anni?
È cambiato parecchio: prima di tutto c’è meno gente di Berlino e molte più persone che vengono da ogni parte del mondo. Inizialmente, proprio all’inizio inizio, c’erano praticamente soltanto berlinesi e non era così frequente vedere tanta gente alla domenica mattina, la maggior parte delle persone infatti andava al venerdì sera. Col passare degli anni è successo che il momento più interessante per suonare è ormai diventato la domenica mattina. Anche il dj booth è cambiato e alcuni componenti dello staff e anche le facce che si incontrano dentro, ma in fin dei conti è sempre lo stesso posto.
Però ormai sembra che tutti raggiungano la capitale tedesca più per visitare i club e far vedere di esserci stati più che per sentire la musica, non credi?
Sì, capisco cosa vuoi intendere, però credo che alla fine questa sia una cosa buona perché puoi suonare della buona musica e la gente è intenzionata comunque ad ascoltarla. Non è un male perché alla fine puoi essere il miglior promoter del mondo facilmente perché non devi stare a vendere i biglietti, il club in sé già chiama gente e tu non devi fare fatica per riempire il locale. Questo non significa che tu non possa far sentire alla gente musica cantata e che questa non possa apprezzarla, però sì, capisco cosa intendi e non è la stessa cosa.
Come ben sai Berlino è ormai avvolta da un hype talvolta fin troppo eccessivo. Tu ci hai abitato durante gli anni che a detta di molti sono stati i “migliori”, soprattutto per una questione di stimolazione artistica…
È stato molto bello vivere in quegli anni e vedere i cambiamenti della città, ma sono sicura che molte altre persone ti direbbero che gli anni migliori invece sono stati quelli tra il 1989 e il 2000. Personalmente ritengo che probabilmente, prima del 1989, Berlino Ovest stesse vivendo il suo momento più interessante. Credo che dipenda da quale prospettiva guardi la situazione e che cosa avresti voluto vivere e che tipo di esperienze avresti voluto fare e perché volevi trovarti lì proprio in quel momento, perché ritengo che anche i tempi della Love Parade e della techno fossero davvero belli.
Nel corso degli anni, non è stata tua soltanto la consolle del Panorama Bar: sei stata resident al Trouw di Amsterdam, al party di Cocoon all’Amnesia di Ibiza e ora sei una delle dj di punta del Circoloco. Come è cambiata Cassy da una consolle all’altra?
Eh tutte queste esperienze mi hanno portata ad essere il più indipendente possibile come dj e mi hanno aiutata a trovare la mia strada, cercando di essere abbastanza coraggiosa per prendere le decisioni migliori per me.
Sei una donna e questo per molti versi, soprattutto nel mondo della notte, un tempo era visto quasi come un limite, associando la figura del dj principalmente al sesso maschile. Ti trovi d’accordo con questa affermazione? Ritieni che le dj donne abbiano dovuto “sgomitare” di più per riuscire ad affermarsi tanto quanto gli uomini?
Ci sono sempre state brave dj donne e forse erano anche meglio in alcuni set visto che erano più creative e più “personaggi” per il loro stile durante le performance, noi ci avventuriamo di più nel sound. Adesso ci sono molte dj donne molto forti che hanno un sacco di cose in corso ed è stato difficile per loro dimostrare chi fossero, in un certo senso si sono dimostrate più forti e uniche. Ringraziando Dio al giorno d’oggi ci sono molte dj donne e ovviamente la maggior parte di loro sono di successo e molto brave, questo è un cambiamento.
Hai dichiarato che in gioventù eri una ragazza timida e questo ti faceva sentire inadeguata al ruolo di dj perché pensavi che la timidezza sarebbe potuta essere un limite. Come sei riuscita a sconfiggerla? Ogni tanto hai ancora qualche timore ad esibirti, oppure sei riuscita a superare del tutto questo ostacolo?
L’ho sempre voluto fare: ero sempre molto nervosa prima di suonare ma sono sempre stata abbastanza coraggiosa da andare oltre questo stato d’animo. Ero timida, ma ero anche disposta a suonare, quindi… e ora che ho più esperienza questa cosa passa in secondo piano.
Concludiamo la nostra intervista chiedendoti quale tipo di musica ti dà forza e ti ispira di più e chi sono i tuoi mentori…
La musica in generale mi dà forza quando non ne ho. Ho un sacco di mentori che vengono sia dal passato che dal presente, che dagli ultimi dieci anni, ma anche altri di quando ero piccola e penso siano tutti differenti. Sicuramente cito Chaka Kahn e Prince che è morto da poco. Ascolto molti generi musicali diversi dall’indie, alla musica classica, passando per il rock. Come artista comunque mi piace molto Chaka Kahn e probabilmente la mia cantante preferita è Pj Harvey che amo e rispetto.[/tab]
[tab title=”English”]On the occasion of the imminent release on Aus Music of “Donna”, her debut album, we had the pleasure of exchanging a few words via Skype with Cassy. The talk, despite the not very good internet connection, was pleasant and interesting: for more than half an hour we had the chance to learn more about a strong woman, the most important dj of all time and a loving mother. She was the first one that has signed the series of compilations released by Ostgut Ton dedicated to Panorama Bar (Panorama Bar 01) and the first one that has become dj resident of Europe’s most famous club. Cassy was able to build an important career thanks to her distinctive music and her kindness and genuineness. After the Berlin experience, she was dj resident of Amsterdam’s Trouw, Amnesia’s Cocoon party in Ibiza and now she is one of the top DJs of Circoloco, showing how over the years, she has managed to establish herself behind the decks of the most important clubs of our continent. Today we are able to tell you, in deep, her story, a career full of EP and musical satisfaction that is now turning to a new era thanks to the motherhood and to this new effort called “Donna.”
Let’s start from the beginning: you were born in England but you grow up in Austria and your parents were connected with the music environment, mostly with jazz musicians. How did u get influenced by this? Music starts to be in your life since you were born…
No, not really, they were a little bit a kind of open minded people in a sense but they were not. They had nothing to do with the music, they weren’t people that make music. They didn’t have a special connection with music, they liked music. Jazz musicians were my parent’s friends. I’ve been very impressed by them when I was younger, I’ve listened to their music so I’m sure it’s been an influence.
In the past you have lived in some of the most important cities in Europe: London, Geneva, Berlin, Paris and Amsterdam. Why you decided to move every time and you didn’t choose a base like many artists do?
I was trying to make a base in a city, but I couldn’t to make a base in a city, I didn’t like the situation or I didn’t want to stay really. I think I should have moved to New York. I would probably stay there but I didn’t. New York is the only city that I really liked as a base. If I would have moved to New York I would have stayed there but I didn’t do that because it was too far away. I didn’t think it was possible, it was not an option in my mind. Actually it was an option, but I was probably too scared to jump across the pond. I mean, we have lived in New York now because everything has changed, I can totally see myself living there. We were living in New York until January, but we already moved.
And where are you living now?
We are in Wien now, but we would like to move to Ibiza this week. It can be a wonderful place, for me it is a very spiritual place. It’s very international.
We know that recently you became mom. Do you think Ibiza could be the right place to grow up you baby?
Ibiza would be a very good place for a child to grow until a certain age, but not for long, than you have to change.
In which way your child’s birth has changed your career? Did you find new inspiration?
I am probably more focused now. I have always take my job seriously, now I think I am more focused than ever. I am also taking myself more seriously, I try even harder to push myself to do things avoiding to be scared. I think this is my chance and if I want to make money and continue to work with music I have to push myself to do as much as possible and to be as creative as possible.
Your story is compelling and fascinating and it shows your tenacity and your strength. Besides that, I can image that, like every human being, you have also had some dark moments. How these moments had an impact to your music? Did you ever thought “enough, I want to give up on everything”?
Life goes upside down, mostly when you focus very much on something, when you escape into things, escape into your career, escape into making music, escape into be with people, you lose your focus of what you actually have to learn or do for yourself and grow and to work on your personal issues and it’s something that I guess is normal, hopefully normal in everyone’s life. The hard time it’s not the best time but it is when you learn most and where you progress the most. So whatever has happened is something that just brought me more into who I am or what I have learned.
Let’s talk now about your debut album. Why have you waited so long to release your first album?
I wasn’t waiting, I was just trying to start working on it and it was never the right time: I never had the right angle, I didn’t find the right people I wanted to work with. It’s a process to get the whole things, I wasn’t waiting, this is just the process of how it happened, you know. Also how to release it is a process: my album was ready on March 2015 but it took a long time to find like more circumstances and more like situations that happened when you want to publish an album. It took me sometime to find the right label and it’s not so easy because you finish something and you also want to find the right home for it, you know?! I can just say that somehow it has to all be right: you want to go out to the people in the right way and now it finally came together so there was no waiting involved.
“Donna” is an Italian word that means “woman”. Why you choose to call your album like this? Is it telling us a particular story?
It tells a story in a very loose sense. It talks about human, mistakes and life and how it is. It’s mood, it’s different situations but it’s not a specific story, it could be anyone story as well. It’s nothing to take too serious when you talk about it.
“Donna” will be released by Aus Music on the 24th of June. The label surely offers a different kind of sound compared to, for example, Perlon or Ostgut Ton, which have signed some of your most important releases. Why this decision, do you think your sound has changed?
I didn’t change my sound, I think it’s just development but when you listen to the track you can still hear it’s me, the base it’s still connected of what I have done before and it’s just like time moves on and I move on and I develop. It’s not really a change it’s more a development.
Let’s make a step back. After you have lived in Geneva, you moved to Berlin, where you have lived from 2003 to 2010. In these years you also obtained the residency of a brand new club: Panorama Bar. Which are your best memories connected to the club and how do you think it has changed over the years?
It’s change a lot: there is less people from Berlin there and maybe more people that come from around the world. At the beginning, the very beginning, there were just Berliners but it was also maybe not too busy on a Sunday morning and it was more busy actually on the Fridays. Over the years this is change, that probably busy in all the time on the Sundays became the more interesting time to go and play and the dj booth has changed and some of the staff has changed and the faces that I see in there. But in the end it’s still the same.
But now it seems that this kind of people reach Berlin more to visit the clubs and show that they got in, instead of being interested in the music, do you agree?
Yeah I know what you mean. I think in the end is good because you can actually play good music and the people are willing to hear it, so… that is not a bad thing because it just makes you could be the best promoter in the world easily because you don’t have to sell tickets and that doesn’t mean that you can’t give the people lyrical music and the people wouldn’t appreciate the lyrical music. Yeah, I know what you think and it’s not the same thing.
As you know, Berlin is now surrounded by a very big hype. According to what most of the people say, you have lived in the German capital in its best years, especially for the artistic stimulation…
It was really good, it was really really good but like a lot of people would also tell you that from 1989 to 2000 was the best time and then I would probably think that before 1989 West Berlin was maybe in its more interesting time. So I guess it depends on what angle you are coming from, what you wanted to live or what period you were experience and why you were there because I think Love Parade and techno time were also very amazing.
Over the years you were not just Panorama Bar’s dj resident. You have been resident at Amsterdam’s Trouw, Amnesia’s Cocoon party in Ibiza and now you are one of the top DJs of Circoloco. How did you change through the residencies?
Yeah, all these experiences brought me to be more independent as possible as a dj and find my own swing which I am always trying to find and be. I try to be as more brave as possible to make my own things and take good decisions.
You are a woman and this, especially in the club environment, was once seen almost as a limit associating the character of dj mainly to the male sex. Do you are agree with this statement? Do you think that the dj women have had “elbowing” to be able to establish themselves as much as men?
There were always good dj women and maybe the dj women were even better in some sets but and even more creative more character, more style while they playing. We are more pioneers and adventures in sound. Now there are a lot of dj women that have strong things going on and it was hard for them to prove themselves and were in some sense probably tougher or more unique I would say and obviously today thanks God there are more women and obviously so many that are really really good and successful, that’s changed.
You stated that in your youth, you used to be a shy girl and this made you feel inadequate to the role of the dj because you thought that your shyness could have been a limit for you. How did you overcome this feeling? Are you still afraid to perform in front of the crowd, or did you go through this obstacle?
I always wanted to do it. I was extremely nervous to play but I was brave enough to go through this feeling. I was shy but I was also like willing to do it so, you know… I am more experienced now so this feeling comes more secondary, I guess so…
We conclude our interview by asking what kind of music gives you strength and inspires you the most and who are your mentors…
Music in general gives me strength when I don’t have it. I have many mentors from the past, mentors from now and from the last ten years and from when I was little, I guess is different. Chaka Kahn, or obviously Prince who died and a lot of different kind of music like for example indie bands, classical music and rock music. I really like Chaka Kahn as a singer as a musician and who is probably my favorite singer in the world is Pj Harvey: she is someone I really love and respect.[/tab]
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