…e nulla, anche a Ferragosto le polemichetta (o polemicona) da social non manca mai. A farla detonare è stata Salmo: aveva preannunciato un concerto (a favore della Sardegna devastata dagli incendi? O per puntare il dito sull’immobilismo delle istituzioni rispetto alla musica live e al ballo? A parole la prima, nei fatti più la seconda), e un concerto ha fatto. Senza distanziamenti. Senza mascherine. Senza Green Pass. Annunciato last minute ma, visto che si era tra l’altro nella “sua” Olbia, ha radunato comunque un 5000 persone, tutte belle assembrate sotto la ruota panoramica di Piazzale Brin, zona portuale (ma anche porta d’ingresso al centro storico della cittadina, dove lo struscio c’è già di suo). Ecco una foto dall’alto:
Chi per un attimo si è distolto da spiagge, passeggiate in montagna o visite a città interessanti per volgere lo sguardo ai social, si è trovato davanti una discussione infiammatissima, dove fin da subito – per creare la tempesta di engagement perfetta – è entrato anche Fedez. Ad esempio dicendo questo: “Contribuire ad alzare il livello di rischio sanitario di una regione sostenendo pure di farlo per aiutarla, fa di te un narcisista, e anche del tipo più pericoloso, perché evidenzia che in te mancano l’empatia e la maturità necessarie per proteggere la collettività. Prenditi le tue responsabilità, sei adulto e vaccinato (spero)“. La polemica fra i due si è fatta più fitta ed anche più personale, come da tradizione dei dissing rap, ma il nucleo del ragionamento di Salmo è stato che “...alcuni dei miei colleghi non l’hanno pensata come me, ovviamente ognuno è libero di esprimere la propria opinione. Ma sappiate che per voi è una sconfitta artistica. Perché questa cosa dovevate farla anche voi. Perché io mi sono battuto per cercare di andare contro delle regole ridicole. E questa cosa riguarda anche voi“.
Le prime reazioni – anche e soprattutto degli addetti al settore – sono state tutte negative nei confronti dell’iniziativa di Salmo. Questo per i motivi già citati prima: rispetto delle regole anti-Covid attuali pari a zero. Poi però è arrivato De Gregori, non propriamente un trapper alle prime armi ed un incendiario irresponsabile:
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Ora: fatevi voi la vostra idea (se non ve la siete già fatta). Soppesate i pro e i contro. Ma fatelo davvero: perché ci sono pro e contro in entrambe le posizioni. Schierarsi tipo curva ultrà dicendo che il Male e l’Errore sta tutto da una parte non contribuisce granché ad analizzare davvero la questione.
Fateci però dire che Salmo ha giocato a carte scoperte. “Ora sarò sincero con voi, ragazzi: sapevo benissimo di andare incontro ad una marea di merda ma non me ne fregava un cazzo. Ora che io abbia fatto una cazzata è discutibile, perché il live è stato fatto sotto una ruota panoramica, a dieci metri dal corso, dove, visto che è una zona turistica, ci saranno minimo diecimila persone al giorno in giro, tutte ammassate, senza mascherina, anche perché l’obbligo della mascherina in pubblico non c’è più. Se io fossi andato al corso e mi fossi affacciato a una finestra sarebbe stato uguale. Quindi quali sono le regole che ho infranto? Quali sarebbero le regole previste per un concerto all’aperto senza recinzione, senza ingressi, senza biglietti, accessibile a tutti, accanto al centro, in una zona turistica?“: queste sono le sue parole.
Ha sbagliato a creare un evento a forte tasso di assembramento generando un potenziale rischio sanitario? Forse. Ha (involontariamente?) insultato e deriso tutti quelli che stanno cercando di far svolgere eventi live rispettando alla lettera tutte le regole? Probabile. Ha messo nella merda tutta la categoria del live e del divertimento “giovane” rinforzando il pregiudizio che sia un settore ingestibile ed irresponsabile? Può essere.
E non sono colpe da poco, se si confermano tali.
Ma una cosa va sottolineata: Salmo ci ha messo la faccia. Ha giocato a carte scoperte contro le istituzioni, contro le leggi e contro le regole. Una rarità, nell’Italia di oggi. E noi amanti del clubbing lo sappiamo bene, no? Via le ipocrisie, dai: quanti dj set ci sono in giro? Quanti nostri amici dj – e intendiamo dj marcatamente da dancefloor – stanno suonando comunque? Quanti nascosti dietro il salvacondotto dell’essere o essersi inventati “ristorante” o “stabilimento balneario” stanno facendo quasi il cazzo che gli pare, qualche volta anche senza “quasi”?
Salmo ci ha messo la faccia. Magari ha sbagliato. Magari ha sbagliato gravemente. Ma è meglio lui, o è meglio chi invece già da tutta l’estate fa esattamente quello che ha fatto lui ma fingendo di non farlo, o non dicendo di farlo?
Noi un’idea ce l’abbiamo.
Voi?
…una cosa è certa: alla domanda del titolo “C’è davvero bisogno di Salmo?“, la risposta è comunque un netto “Sì“, sia che si condanni la sua azione sia che la si ritenga in qualche modo utile e giusta. perché il vero male dell’Italia – e ancora di più di molta Italia clubbara – resta l’ipocrisia. Nella discussione sulle discoteche che non riaprono, in tal senso si raggiungono delle vette davvero lunari da parte proprio dei diretti interessati – gli addetti al settore. I quali non sono stati capaci di esprimere una posizione unitaria e si sono mossi in ordine tristemente sparso, in un confuso affastellarsi di “Vergogna, tutti riaprono e noi no“, “Che schifo, al calcio tutto è permesso ed a noi nulla” che si sovrapponeva – in qualche caso tramite le stesse identiche persone – ad una attività che pare quella di una estate normale, o giù di lì. I calendari delle varie venue nelle città di mare sono lì davanti a tutti.
La verità è che non esiste una soluzione semplice. Partendo da questo presupposto, agire in maniera chiara e dichiarata è il modo più corretto per confrontarsi, o iniziare davvero a farlo: questo per essere alla fine un interlocutore consapevole e credibile di fronte alle istituzioni, piuttosto che seguire di nuovo l’arte dell’arrangiarsi di antica memoria, con cui grattare fatturato, costi quel che costi.