Chi vi scrive non è mai stato un grande amante dei Noisia: sì, ok, rispetto, per carità!, comunque hanno traghettato la drum’n’bass nella contemporaneità e/o nel mercato e l’hanno fatto in maniera più che dignitosa (molto più dignitosa di quanto possano averlo fatto i Pendulum, per dire), cosa mai facile. Nulla da dire insomma sull’impatto della loro musica e delle loro performance; poi chiaro, un po’ il sospetto che si giocasse solo ed unicamente agli “effetti speciali” ed ai calcinculo senza troppe sottigliezze, beh, è sempre stato qualcosa che ha accompagnato il personale giudizio sul trio olandese. Ma di nuovo: se è vero che Noisia sta alla drum’n’bass come l’EDM sta alla house (ed un po’ è vero), comunque i tre olandesi non sono mai scaduti troppo. E hanno vinto, meritatamente, millemila battaglie.
Che però fosse un meccanismo che (li) ingabbiasse in una costante ricerca della hit “bombastica” è stato testimoniato dal collasso del gruppo, avvenuto ormai più di un anno fa, per “divergenze artistiche”, come ammesso esplicitamente in prima persona con non scontata sincerità. E se da un lato c’è chi è andato direttamente in bocca all’EDM (Thijs De Vlieger e il suo correre incontro a Skrillex), c’è anche chi ha provato delle strade alternative, come Nik Roos, altro componente del trio. Ora: sinceramente la sua “scappatella house” a nome Body Ocean (in coppia con Jeremy Glenn) lascia un po’ il tempo che trova, prodotta da dio ma in realtà non troppo significativa, una volta che togli il maquillage delle frequenze pompate. Ma nel momento in cui è saltato fuori che dietro al (semi)misterioso progetto Sleepnet c’è lui, beh, le cose cambiano. Ascoltare per credere, prima di tutto. Poi, sotto completiamo il discorso.
Tutta la retorica “gigantista” dei Noisia qua viene completamente decostruita in favore di un corpus musicale complesso ed urticante, potente ma anche abrasivo. Anche i trick produttivi da alta scienza del suono – vedi ad esempio certi passaggi di “Void Song” – sono giocati non per guadagnarsi l’ovazione delle folle e le trombette da stadio ma più per provocare sconcerto e senso di inquietudine. Differenza non da poco.
La cosa fondamentale è che ascoltando questo “First Light” ci si ritrova (finalmente!) di fronte ad un’idea di musica che guarda al futuro e che al tempo stesso scardina ogni possibile retromania e canonicizzazione. Certo, citazioni e riferimenti non mancano (anche alla dubstep “storica”), ma in una musica elettronica che o si rifugia in ambient, noise o downtempo quando vuole “uscire dal seminato” o quando vuole colpire nel senso sui dancefloor segue sempre dettagliatissime “istruzioni per l’uso”, questa sortita di Roos a nome Sleepnet scompagina veramente tutto quanto. E vince tutto.
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Anche il modo in cui questa release è stata annunciata, ovvero da questo post, fa capire lo spirito del tutto. C’è un senso di “ritorno alla vita” che, ci piace pensarlo, è anche un modo per dire che in primis ci si era rotti le scatole delle messe cantate dei festival, della drum’n’bass sotto steroidi che piace alle folle più o meno EDM, delle strade già battute. Roos garantisce che per completare questo album ha utilizzato anche parecchio materiale creato originariamente per Noisia e mai utilizzato (presumibilmente perché troppo “irregolare”). Materiale che però è ancora vivo, eccome, parafrasando il post di Instagram di cui sopra, e che riesce ad esserlo in prima di tutto grazie ad un notevolissimo lavoro di perizia tecnica come produttore.
In una musica elettronica sempre più pericolosamente avvinghiata alla retromania anche per quanto riguarda i dancefloor più intelligenti e progressisti, questa release è insomma un salutare scossone. Dovreste decisamente appuntarla tra i vostri ascolti. Se poi sarà solo una parantesi scura tra le parole “reunion” e “Noisia” da giocare a cachet triplicati non lo sappiamo, anche se il fatto che il disco esca per la Vision qualche piccolo dubbio lo dà. Ma a questo ci sarà modo di pensare, se mai accadrà. Ora, godiamoci della musica notevolissima, della musica “viva”, della musica coraggiosa.