Sono diversi gli album che in questi giorni festeggiano anniversari importanti, basta pensare al capolavoro degli ATCQ, a “Screamadelica” dei Primal Scream o a “Nevermind” dei Nirvana, giusto per citare tre cose diametralmente opposte che hanno festeggiato il quarto di secolo. Ma non serve andare così lontano nel tempo per trovare un’annata in grado di rievocare emozioni fortissime: nel 2006 infatti sono usciti degli album incredibili, dai suoni scuri di Burial al testamento musicale di J Dilla. Per molti, sottoscritto compreso, probabilmente una delle annate preferite. Se i dieci pezzi dancefloor di quell’anno non vi sono bastati, abbiamo scelto alcuni tra gli album che abbiamo ascoltato di più in quel periodo ed estratto il brano per noi più rappresentativo. A guardarli in fila non ci si crede, che annata il 2006!
Ellen Allien & Apparat – Orchestra Of Bubbles
Ellen Allien e Sascha Ring dosano nel migliore dei modi lo stile che li contraddistingue e firmano un piccolo capolavoro di tredici brani. Senza scadere nel banale andiamo diretti su “Jet”.
Burial – Burial
Prima ancora di Four Tet, Thom Yorke e tutto il resto: puro, scuro, Burial.
Thom Yorke – The Eraser
Il 2006 sembrava già il 2016.
Nightmares On Wax – In A Space Outta Sound
Trip-Hop e Warp. Questi sette minuti di “Passion” spiegano alla perfezione perché siamo ancora qui a parlarne.
Booka Shade – Movements
Un album in grado di rendere alla perfezione sia in cuffia che in pista. “In White Rooms” la nostra instant classic.
Dj Shadow – The Outsider
Probabilmente l’album che nessuno di noi avrebbe pensato di citare. Dopo dieci anni però siamo ancora qui a far suonare questo pezzo.
Fujiya & Miyagi – Transparent Things
Terzo album del gruppo, potremmo definirlo una raccolta di singoli. Intramontabile.
Junior Boys – So This Is Goodbye
Sembravano destinati a fare cose enormi, e magari per un periodo ci sono anche riusciti, sicuramente dieci anni fa quando pronunciavi il loro nome l’effetto era sicuramente un altro.
J Dilla – Donuts / The Shining
Donuts e The Shining, due facce della stessa medaglia, così come “Bye.” e “So Far To Go”. Probabilmente l’album più significativo di questa nostra selezione. “Donuts” è stato composto in ospedale, The Shining è uscito dopo la morte di Dilla.
Beach House – Beach House
Un concentrato di Slowdive e Spiritulized in questo disco che ci ha portato per mano dentro l’inverno più rarefatto ed elegante che riusciamo a ricordare.
Phoenix – It’s Never Been Like That
“North” fa parte di quelle strumentali che i francesi disseminano qui e lì nei loro album, a differenza della maggior parte degli altri brani di INBLT, parla d’amore ma non usa le parole. Feticcio nel feticcio.
Hot Chip – The Warning
Si dice che il secondo album per una band sia quello decisivo, la storia dice che gli Hot Chip sono riusciti a centrarlo in pieno.
Peter Bjorn and John – Writer’s Block
Recentemente la band ha svelato che le rullate iniziale di “Young Folks” sono state ispirate da “Robot Rock” dei Daft Punk, motivo in più per amare un brano che abbiamo ascoltato e successivamente odiato alla follia.
Uffie – Pop the Glock
Prima del singolo con Pharrell o la collaborazione con i Justice la musa di mezza Ed Banger ammaliava la blog generation con questo mischione tra rap e electro. Banger.
The Knife – Silent Shout
Complice anche una cover di Josè Gonzalez (in uno spot leggendario) il terzo album dei fratelli svedesi ha raggiunto una fetta di pubblico molto più ampia, portando questo concentrato di dark pop e accenni techno in vetta alla classifiche mondiali.