Tanto ormai l’abbiamo capito: nomen omen è una massima che non val più da tempo. Dopo i manchesteriani doc che non suonano hip hop ora ci toccano gli adulti che Tokyo non l’hanno nemmeno mai vista. E’ il triste destino di un mondo in cui nulla è più quello che sembra. Nell’era del disimpegno, del divertissement puro, della pubblicità che fa sensazione e dell’importanza della prima (spesso unica) impressione, come non fare affidamento su un nome?
Ci hanno provato anche le quattro signorine (più uno) che fondano i Teenagers in Tokyo. Vengono da Sidney, fanno pop elettronico mischiato a post-punk, e l’unica attinenza alla realtà del sol levante è una vocalist dall’apparenza nipponica. Col primo singolo hanno già fatto parlare di sè tanto che Peter Pan è stato pure scelto dagli Horrors per cimentarsi con un remix. Nei live in terra patria hanno fatto il tutto esaurito. E sono finiti a spalleggiare i concerti dei Gossip, degli !!! (Chk Chk Chk), di Midnight Juggernauts e via indie-poppeggiando. I dati fin qui snocciolati hanno fatto sì che David Kosten, producer dei Bat for Lashes, si accorgesse del loro talento e decidesse di darsi da fare con la band.
Nella pletora di buone band dell’emisfero australe sono tra le poche a non esser rimaste vittime della sindrome insulare, riuscendo a valicare i confini di un continente vastissimo e lontanissimo. Sono approdati a Londra per lavorare all’europea e gli sta andando bene, tanto che suoneranno a un pò di festival britannici interessanti (e si spingeranno anche a Roma a Maggio).
E si sente subito dai suoni leggermente raffinati: con “Long Walk Home” si vira su sonorità decisamente più chilled. I sintetizzatori accarezzano di più i controcanti e i coretti. Decisamente più pop, anche i testi. Suona meglio e più originale “Isabella”, ancora punkettona e new wave (almeno nell’impianto). Che troppo zucchero fa cariare i denti.
Insomma, sono modaioli quanto basta, scemini al punto giusto (fin dal nome) e accattivanti tanto da richiedere un ascolto. Ci direte.
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