Mentre tutti stanno parlando dell’annunciata chiusura del Watergate (ci arriveremo anche noi, l’idea è quella di dare un commento un minimo ragionato), c’è un’altra notizia triste, anzi, decisamente molto più triste e drammatica che probabilmente passerà abbastanza sotto silenzio. Come letto su Faze, non è più tra noi Sören Bodner. A molti questo nome non dirà molto; ma già se iniziamo a svelare il suo moniker Monkey Maffia, le cose cambiano decisamente.
Sì, proprio lui, una delle metà del meraviglioso progetto Wighnomy Brothers (assieme a lui, Robag Wruhme). Una delle poche unit artistiche che sia nelle release che ancora di più nei dj set ha dato veramente dignità al genere minimal, tirandolo sempre fuori dalle sacche del prevedibile e dell’esercizio di stile per mostrare invece la potenzialità, l’intensità, le mille possibili declinazioni della materia (che, sviluppata a modo e capita nell’attitudine, è ben altro che che suonini e ritmetti, anzi, può essere un caravanserraglio di sorprese, scoperte, scelte estreme).
Questa notizia ci lascia davvero sgomenti, atterriti. Non sono al momento note le cause del decesso, ed amici e colleghi stretti stanno matenendo in tal senso un rigoroso riserbo. Ma l’idea che non sarà possibile intercettare la magica follia di Bodner, né da solo né in coppia con Wruhme (dopo lo scioglimento del sodalizio, c’era stata qualche anno fa una reunion estemporanea), è terribile. Ancora di più in anni di musica elettronica fatta col bilancino. Consuetudine iniziata purtroppo proprio con l’ondata minimal tedesca, ma in realtà proprio in essa si nascondevano talenti supremi e veri innamorati della musica, non solo e non tanto della carriera.
Vogliamo ricordare Monkey Maffia con un video praticamente amatoriale girato in una situazione un po’ così, sì, ma che proprio per questo comunica meravigliosamente la sua energia, la sua attitudine, il suo cazzo-me-ne-frega, il suo genio. Un clubbing, di cui lui era spericolato alfiere, che è lontano mille miglia dall’odierna oliatissima macchina industriale dove tutto è perfetto, tutto è levigato, tutto è sincronizzato, tutto è prevedibile, tutto è inquadrabile. Ci manchi già Sören, ci manchi già tanto.
Ecco invece il toccante ricordo di Robag Wruhme, andato on line poche ore fa: