Siamo alle porte della seconda edizione del Time Warp Italy: l’anno passato abbiamo portato sulle nostre pagine Carl Cox, quest’anno, invece, abbiamo avuto il piacere di ospitare Chris Liebing (Giessen, Germania, classe 1968, tanto per ricordare che Christopher sembra un ragazzino… ma non lo è!). Dopo qualche domanda sul passato, sugli albori della techno e sulle sue prime storiche dimore, siamo passati a parlare del presente e del futuro di questo movimento. Al contrario di altre volte, qui, parlando di novità tecniche e novità legali, risalta una visione del presente a due facce: Chris è uno che il presente lo vive senza guardare con rammarico al passato; ogni epoca ha i suoi pregi, i suoi difetti e i suoi speculatori e l’artista ci ha permesso di capire in maniera molto chiara i lineamenti del momento a noi contemporaneo.
Ciao Chris! E’ veramente un piacere poterti ospitare qui su Soundwall, sono sincero. Da dove ci rispondi? Si respira aria techno lì dove sei ora o tutt’altro?
In questo momento sono a Toronto. Mi sto rilassando un po’ in albergo prima della serata di questa sera, quindi mi vedo costretto a dirti che non mi circonda un’atmosfera molto techno per ora… Al contempo so che cambierà tutto drasticamente nel giro di poche ore quindi, prima che mi portino alla venue, mi ritaglio un po’ di tempo per rispondere alle vostre domande.
Quando si dice “la pace prima della tempesta”! Iniziamo: informandomi un po’ sulle tue origini, ho letto nella tua biografia ufficiale che provieni da un ambiente musicale diverso da quello del four-on-the-floor: inizialmente i tuoi generi erano più che altro l’Hip-hop, il Soul… Parlaci dei tuoi primi significativi approcci passivi (ascolto) e attivi (suonare, produrre) alla musica.
Beh sì, iniziai a fare il dj nel 1990 ed effettivamente è vero, ho suonato praticamente tutti i generi prima di arrivare ad inserire produzioni con un vero four-on-the-floor nei miei set. Da lì in poi ho iniziato a sentir crescere sempre più una forte passione per questo nuovo genere di musica elettronica e non ci volle molto perché io mi lasciassi alla spalle i generi che hai menzionato e che iniziassi a suonare house, techno e musica elettronica in generale. La scena era ancora molto giovane e relativamente poche persone producevano quel sound. Proprio per questo motivo ricordo molto bene i suoni e i dischi che segnarono quel periodo della mia vita. Impiegai molto poco a capire che non volevo solo ascoltare quel genere di musica ma che volevo anche produrlo, delinearlo in maniera personale.
Parlaci meglio di questo avvicinamento alla techno: quali sono stati i tuoi primi contatti significativi con questo genere?
Ero abbastanza vicino a Francoforte, dove potevi andare in alcuni club veramente grandiosi (come ad esempio il leggendario Omen), quindi i miei primi contatti con il genere li ho vissuti in veste di clubber. Una notte, intorno alla metà degli anni ’90, un mio amico che suonava regolarmente all’Omen, essendosi ammalato, mi chiese di suonare al suo posto. Per farla breve, io mi divertii così tanto e la gente sembrò apprezzare così tanto quello che feci che divenni il resident di quel club mozzafiato! Questo è stato senza ombra di dubbio uno dei momenti più importanti dell’evolversi della mia carriera.
Continuando a parlare dei tuoi più importanti contatti con il genere, ritengo non si possa non parlare del Tresor. Abbiamo visto “SubBerlin – The Story of Tresor Club”, film in cui affermi di aver capito cosa fosse realmente la techno proprio nella vecchia sala sotto il livello delle strade. Ti va di condividere con noi i ricordi che hai di quel posto: la tua prima esperienza al Tresor, l’aria che si respirava, l’importanza che quel luogo ha per te?
Il Tresor di Berlino era una di quelle manifestazioni di vita che ti facevano capire realmente cosa si intendesse con la parola “techno”. E’ un po’ difficile chiarire questa cosa a parole a chi non ha vissuto tutto sulla sua pelle, ma ciò che posso fare è raccomandare a tutti di vedere il documentario che hai menzionato, in quanto non ho mai visto nulla che facesse parlare i protagonisti della scena originaria in quel modo, che riuscisse a dare un’immagine così vivida di quel periodo.
Certo, immagino non sia facile. E’ anche naturale che i tempi cambino, che i locali chiudano e che ne aprano in continuazione di nuovi, ma se pensi agli anni ’90, al primo decennio di vita della techno, ci sono delle cose che ti mancano? Ad esempio immagino non si possa dire che nel nuovo Tresor si respiri la stessa aria che si respirava nella vecchia sede…
Penso che il far parte dell’inizio di un movimento e il far parte, 20 anni dopo, di quello stesso movimento nel periodo più stabile, nel momento in cui tutto si è affermato ed evoluto, non potrebbero mai essere le stesse cose. Alcuni dei primi giorni di quel periodo sono stampati a fuoco nella mia mente, come qualcosa di veramente unico, come qualcosa che non potrà ripetersi mai più, ma, ed è qui che viene il grande MA, la techno si è evoluta prendendo moltissime vie e una buona parte di queste hanno portato a risultati estremamente positivi. Penso che le migliorie nella qualità del suono e nelle possibilità tecniche offerte dalle macchine di oggi siano una gran cosa se comparate a quelle del primo periodo. Il modo in cui suono oggi è profondamente differente da quello dei primi anni ’90 − e sono più che felice di avere a disposizione le possibilità tecniche offerte dal presente. Apprezzo il tempo in cui vivo per molti motivi differenti, non sono uno di quelli che guardano indietro e si lagnano continuamente dicendo “Eh, i cari vecchi tempi”. E’ un ottimo momento per la techno e io sono orgoglioso di farne parte e felice di poter fare quello che faccio.
Parlando di cambiamenti, ora ci sta decisamente a pennello una bella domanda sulla GEMA [la corrispondente della SIAE italiana, ndr] che, per ovviare ai problemi legati alla pirateria (almeno così scrivono i giornali), ha deciso di aumentare vertiginosamente le tasse che i club devono pagare in base agli orari di apertura, al numero delle tracce suonate (il che fa sorridere se si pensa ai set da 14-15 ore al Berghain e alla provenienza delle tracce che spesso vengono suonate). Al contempo è innegabile che i diritti d’autore stiano vivendo un periodo particolarmente difficile. Qual è il tuo pensiero riguardo tutto ciò?
I diritti d’autore stanno decisamente passando un periodo molto difficile e ce ne sarebbero di cose da dire a riguardo, ma ciò che sta facendo la GEMA, al momento, è coprire con un po’ di fumo nero una serie di nuove regole allucinanti ed ingiuste. La cosiddetta “Riforma GEMA” non sta facendo assolutamente nulla di buon per i club, per gli artisti o per l’intera scena in generale. Io ritengo che l’unica cosa chiara, a questo punto, è che coloro i quali guidano la GEMA stiano speculando sul cambiamento dei tempi al fine di chiedere, con motivazioni e modalità ridicole, somme di denaro ai club e agli organizzatori, denaro che ti assicuro non finirà nelle tasche degli artisti che realmente producono quella musica; finirà invece nelle tasche di quelle poche figure di punta che fanno parte della GEMA e che non hanno assolutamente nulla a che vedere con la musica suonata nei club. E’un pericolo molto serio per l’intera realtà del clubbing ed è proprio per questo motivo che ogni volta che posso cerco di far capire alla gente che è necessario firmare la petizione contro la riforma.
Tornando a te, una cosa che ho notato è che dai molta importanza al dar vita alle tue piattaforme, ai tuoi spazi. Mi riferisco ad esempio al club Spinclub, all’etichetta Audio, ai tuoi radio show (Evosonic Update)… Tutti progetti che hanno avuto un periodo di vita definito, ad eccezione di alcuni che hai ripreso successivamente sotto altre vesti (vedi gli eventi Spinclub ad Ibiza). Poi è arrivata la CLR, una piattaforma che ad oggi ha più di 10 anni. Secondo te, come mai con la CRL hai trovato la tua stabilità e perché da qualche hanno hai scelto proprio le parole “Create, Learn, Realize” da sostituire a “Chris Liebing Recordings”?
E’ vero, ho sempre amato lavorare ai miei progetti personali e alle mie piattaforme, soprattutto perché è lì che solitamente ho avuto maggior libertà. Ho ridefinito la CLR in quel modo perché non mi è mai piaciuto che il mio nome costituisse quello dell’etichetta. Volevo liberarmi del mio nome in quel contesto e volevo che quello nuovo fosse aperto a tutti gli artisti che avessero avuto del talento. Per me è come se tutta la mia vita fosse stata costituita dal “Creating, Learning and Realizing”, quindi ho pensato che sarebbe stato un ottimo modo di dare un nuovo significato alla CLR e smettere di marchiare tutto con la mia figura. Sono veramente felice dell’evoluzione che ha avuto l’etichetta da quei giorni, quindi sono ancora più soddisfatto e convinto della mia scelta.
L’anno scorso hai partecipato alla prima edizione del Time Warp Italy che il prossimo 29 settembre conterà la sua seconda edizione. Come è andato per te l’esperimento della prima edizione? Che ne pensi della decisione di esportare il Time Warp proprio in Italia?
La mia esperienza allo scorso Time Warp Italy è stata fantastica. La gente era così dentro il sound e ben disposta a passare un’ottima serata, che per me è stato veramente un piacere suonare lì. L’organizzazione è stata perfetta, come al solito. Ho solo ottimi ricordi di quel festival. Penso sia stata una grande idea quella di portare il Time Warp in Italia perché il vostro Paese ha un pubblico perennemente entusiasta e anche solo questo fa capire perché ha perfettamente senso celebrare in Italia un evento straordinario come il TW.
A volte mi viene da pensare che si crei un’affascinante contraddizione fra l’odierno legame tra tecnologia e techno e le origini del genere. O meglio, trovo sia interessante come sia cambiato il concetto di tecnologia che la parola “techno” racchiude. Possiamo dire anche che il lato puramente tecnologico prima riguardava fondamentalmente la produzione mentre ora riguarda anche, e molto, il momento dell’esibizione. Qual è il tuo rapporto con la tecnologia in ambito musicale: quanta importanza ha nei tuoi set e quanta nelle tue produzioni?
La tecnologia ha sempre giocato un ruolo fondamentale per la techno ed un ruolo essenziale nel mio modo di produrre. Specialmente le ultime evoluzioni in parallelo con la digitalizzazione della musica hanno aperto veramente moltissime vie, molte delle quali io sfrutto costantemente nei miei live e nei miei setup da produzione. Sono sempre stato interessato nel provare l’ultima novità ed è per questo che per me il presente è un gran momento, pieno di opportunità e cambiamenti in positivo. Le novità in ambito tecnologico sono perfettamente in linea con i nuovi modi di produrre e di riprodurre i suoni in studio o nei club. Penso che il livello di qualità che abbiamo raggiunto rappresenti l’elemento essenziale del successo dell’odierna musica elettronica.
E per quanto riguarda quelli secondo i quali la perdita del vinile corrisponde ad una grande perdita in termini di qualità audio?
Questa cosa l’ho già detta svariate volte in passato: per me è molto più importante ciò che esce fuori dagli speaker più che il modo in cui l’artista ha fatto si che quel suono venisse generato. L’approccio che ho oggi ad un set è completamente differente da quello che poteva essere quello di un set in vinile. Ora uso due computer in sincro e molti controller per manipolare e trasformare in continuazione le tracce che sto suonando. Creo nuovi arrangiamenti e aggiungo molti tipi di effetti. E’ molto raro che io suoni dall’inizio alla fine una traccia nel modo in cui è stata concepita. Quel che faccio è praticamente remixare le tracce in tempo reale, in maniera intuitiva, basandomi su quello che vedo e che sento, cercando di dar vita al flow che ho in testa in quel momento. Ancora oggi apprezzo e mi diverto a comprare vinili, ma sono profondamente soddisfatto delle possibilità creative offerte dal mio attuale setup. Non penso assolutamente che la perdita del vinile corrisponda necessariamente ad una perdita di qualità.
E sul futuro cosa ci puoi dire? Immagino tu non sia un mago, almeno credo… Ma cosa ci puoi dire sui progetti e collaborazioni che stai seguendo? Magari un nuovo album o un nuovo Collabs 302…
Attualmente sto usando il mio studio più del solito per aiutare a missare tracce di altre etichette e devo dire che mi sto divertendo veramente molto. Stanno per uscire due fantastici album sulla CLR, album che sono nella fase finale di produzione e vi dico già che è stato molto bello essere coinvolti in quei progetti. Un album è firmato Monoloc e dovrà uscire quest’anno, l’altro è firmato Drumcell e uscirà all’inizio dell’anno prossimo. C’è anche una compilation sia con artisti nuovi che artisti già rinomati e infine c’è l’ultimo capitolo della serie “Traversable Wormhole”. Stiamo lavorando veramente a moltissime cose attualmente, per rimanere aggiornati basta tenere sott’occhio clr.net.
Grazie mille Chris! Ci vediamo il 29 a Milano per Time Warp, siamo molto curiosi di ascoltare che tipo di viaggio hai intenzione di far fare al pubblico questa volta.
Grazie a te, sono molto eccitato e non vedo veramente l’ora di suonare al prossimo Time Warp!
English Version:
The second edition of the Time Warp Italy is upon us: the past year we hosted Carl Cox on our pages, this year we have the pleasure of hosting Chris Liebing (Giessen, Germany, born in 1968, just to remember that Christopher looks like a kid… but it is not!). After some questions about the past, about the origins of techno and its first historic homes, we talked about the present and the future of this movement. Unlike other times, here, talking about technical innovations and new legal aspects, different faces of the present stand out: Chris is one who lives the present without looking to the past with regret; every age has its own strengths, its flaws and its speculators and the artist has allowed us to understand very clearly the features of our contemporary moment.
Hi Chris, it’s really a pleasure to host you here on Soundwall, really! Where are you writing from? Is there a techno atmosphere where you are right now or not nearly?
I am actually in Toronto right now, relaxing a little at the hotel before tonight´s gig, so at this very moment there is not much of a techno atmosphere around me. That´s surely gonna change very soon, so I will take some time now to answer your questions before I get picked up to go to the venue.
When someone says “the calm before the storm”! Ok, let’s start: reading about your origins, I found in your biography that you come from a different musical respect the one of the four-on-the-floor: initially your genres were mostly hip-hop, soul and others. Tell us about your first important passive (listening) and active (playing, producing) approaches to the music.
Well, I began to dj in the year 1990 and it´s true that I played all kinds of styles before I came across the first four-on-the-floor records and started to incorporate them into my sets. From then on I felt an increasingly strong passion for this new electronic music and it did not take very long until I left the other mentioned styles behind and focussed almost exclusively on house, techno and electronic music in general. The scene was still young and comparatively few people were producing this sound, so I have very strong memories with many of the records coming out in those early beginnings of the movement. Pretty soon I also felt the desire to produce myself and to create my own definition of this new sound.
Tell us more about your landing on the Techno side: what were your first significant contacts with the genre?
I was born pretty close to Frankfurt, where you could go to some really amazing techno clubs like for example the legendary Omen, so my first contacts with the genre I basically made as a clubber. At some point in the mid 90s a friend of mine who was djing at the Omen was sick one night and asked me to fill in and play for him. Long story short, I had so much fun and the people seemed to like it a lot as well, so I ended up getting a residency at this amazing club. That was definitely one of the more significant early contacts I had with the genre and surely a milestone in my development as a dj.
Continuing to talk about your most important contacts with the genre, I guess we can’t avoid to talk about Tresor. We saw “SubBerlin – The Story of Tresor Club,” in which you claim you’ve figured out what techno really is in the old room below the street level. Do you want to share with us your memories of that place: your first experience at Tresor, the air you breathed there, the importance that Tresor has for you?
The Tresor in Berlin was one of those living manifestations of what techno was all about. It´s kind of hard to put that in words for people who haven´t experienced it themselves, but I can definitely recommend you to watch the mentioned documentary, as it more than anything lets the real protagonists of this time speak and gives you a vivid impression of this era. Playing there opened my eyes in many ways and it really felt as if the whole vibe of the club and the interaction with the crowd made me understand techno on a much broader level.
Of course, it is natural that times change, that some clubs die and others rise, but if you think to the 90’s, the first decade of Techno, are there things of that period you miss?
I think it’s never the same to be part of the beginning of a movement and to be part of an established movement that had time to grow and develop for a time-span of over 20 years. Some of the early techno days are surely engraved in my memory as something completely unique that will never be the same again, but, and here comes the big BUT, techno has developed in many ways, and a big part of this development is actually very positive. I think the improvements in the sound quality and the technical possibilities for djs and producers are a huge advantage compared to the early techno days. The way I am playing my music today is significantly different from the way I played music in the early 90s, and I am more than happy to have the technical possibilities I have nowadays. I appreciate the time I am living in right now for many different reasons, so I am not one of the persons who looks back and bemoans the loss of “the good old days”. It´s exciting times for techno and I am proud and very thankful to be able to do what I am doing right now.
Talking about changes, now a question about GEMA [the correspondent of the Italian SIAE, ed] it’s mandatory. In order to overcome problems related to piracy (or so the newspapers say), they decided to dramatically increase taxes that clubs must pay basing on opening hours, on the number of tracks played (things that make me “smile” if I think about 14-15 hours sets at Berghain and the origin of tracks that often are played). At the same time it is undeniable that copyrights are going through a very difficult period. What do you think about this situation?
Copyrights are surely going through a difficult period and there is a lot to be said about this topic, but what GEMA is doing right now is actually just a smokescreen covering up an incredible unjust set of new rules. The so-called GEMA “reform” is not doing anything good for the clubs, the artists and the whole scene in general. In my opinion it just shows that the people who run GEMA are taking advantage of the changing times to ask for ridiculous amounts of money from clubs and party promoters, money that will simply not go into the pockets of the artists who actually produce this music, but to the few best-selling GEMA members who have nothing to do with the music played at the clubs. It´s a serious danger for the whole clubbing scene and that´s why I use every possibility to encourage people to sign the petition against the reform.
Coming back to you, one thing I’ve noticed is how often you give life to your personal platforms and spaces. I’m referring, for example, to the Spinclub (the club), the Audio Recordings, your radio shows (Evosonic Update) … All projects with a defined period of life, with the exception of some you have taken up later creating something new (the Spinclub events in Ibiza, for example). Then the CLR came, a platform that now has more than 10 years. In your opinion, why did you find your stability in the CRL and why did you after choose the words “Create, Learn, Realize” to replace “Chris Liebing Recordings”
It´s true that I always enjoyed to work on my own personal projects or platforms, where I had maximum artistic freedom. I redefined the abbreviation CLR into “Create Learn Realize” because I never liked my own name in there anyways. I wanted to get rid of my ego in the name of the label and wanted to open it up for all kinds of talented artists and release more inspiring music by other people in general. It felt as if I had been creating, learning and realizing all through my career, so that seemed to be a good way to give it a new meaning without having to put my name on everything coming out of this imprint. I am very happy with the direction the label is taking since then, so I feel very good about this decision.
Last year you played at the first edition of the Time Warp Italy, that September 29th will have its second edition. How did it go for you the experiment of the first edition? What do you think about the decision to export the Time Warp precisely in Italy?
My experience at last year’s Time Warp Italy was really amazing. The people were just so into the music and up for a good time, that it made it a true pleasure to play. The organization was perfect as usual, so I only have great memories of this festival. I think it was a brilliant idea to export the Time Warp to Italy, as this country has an incredibly enthusiastic techno scene and it makes perfect sense to celebrate an outstanding event like the Time Warp in Italy.
Sometimes, I think there is a fascinating contradiction between the present-day link between technology and techno and the origins of the genre… Nay, I find interesting how it changed the concept of technology that the word “Techno” contains. We can also say that the purely technological aspect at the beginning has mainly dealt with the production whereas now it also concerns, and very much, the performing moment. What is your relationship with technology in music: how much is it important in your set and how much in your productions?
Technology has always played an important role for techno and also an essential role in my work. Especially the recent developments in the course of the digitalization of music have opened up so many new possibilities, which I am constantly using in my current live and production setup. I have always been interested in trying out the latest technological gear, so I consider the whole progress on this level a great opportunity and a very positive change. The recent news in technology are totally in line with the new ways of production and the reproduction of the sound in the clubs. To me the level of quality we have reached by now seems to be an essential part of the success of today´s electronic music.
And regarding people according to which the loss of vinyl corresponds to a big loss in terms of audio quality?
I think I said this many times before – to me it is way more important what comes out of the speakers than how the artist actually accomplishes it. The way I play music nowadays is a completely different approach from a vinyl dj, as I am using two synched computers and several controllers to manipulate and change the tracks I am playing all the time, creating new arrangements and adding all kinds of effects. I hardly ever play a track the way it was originally recorded from the beginning until the end. I am basically remixing the tracks in real time, which keeps it intuitive all the way, as I can react to the people and create the flow that I am feeling in this very moment. I still appreciate, enjoy and sometimes buy vinyl, but I am just very happy with the creative possibilities my current setup gives me. I don´t believe that the loss of vinyl necessarily means a loss of quality at all.
And what can you tell us about the future? I guess you’re not a magician, I think… But what can you tell us about projects and collaborations that you’re working on?
I am currently using my studio more than anything to help mixing down the music of other label artists, and I have to say that I am enjoying it very much. There are two amazing albums coming up on CLR, which are already in the final production phase, and it´s really fun to be involved with those kind of projects. One album is by Monoloc, which is still coming out this year, and one is by Drumcell, which is coming out by the beginning of next year. There also is a compilation with a lot of young and already well known artists coming up, as well as the final chapter of the Traversable Wormhole series. Apart from that I have picked out some label oldies of the past twenty years that we will re-release now with modern remixes and modern edits. There are a lot of things in the works right now and you only have to go to clr.net to find out about the most recent news.
Thank you very much, Chris! See you on the 29th in Milan for the next Time Warp, we’re really excited to hear what kind of voyage are you going to build up this time!
Thank you too, I am also excited and very much looking forward to play at this upcoming Time Warp!