Lo so, forse quanto segue avrà il retrogusto tiepido della banalità, ma Amsterdam realmente non è e non potrà mai essere un posto come gli altri. E ciò che la rende unica non è solo il tessuto urbano inimitabile del suo centro storico, con il nobile portamento delle sue costruzioni arrampicate sull’acqua contrapposto al caotico sciamare di turisti di ogni sorta in cerca di tutto quello che la pancia della città può offrire. E’ soprattutto la libertà di essere e fare ciò che meglio ci rappresenta: dal bere un caffè seduti sul bordo di un canale al dare libero sfogo alle più torbide perversioni nel distretto a luci rosse, dal partecipare ad un ricevimento in frack degustando vini di grande spessore fino a giocare a ping pong in venti sullo stesso tavolo in un centro sociale con persone provenienti da ogni angolo del globo. Amsterdam è uno di quei luoghi della Terra dove semplicemente c’è posto per tutto e tutti (anche se vi auguro di non dover mai cercare casa da queste parti) e ad ogni angolo può nascondersi una sopresa magnifica, un piccolo ed inaspettato momento di gioia e curiosità che renderà la vostra esperienza sempre nuova.
L’Amsterdam Dance Event porta con se, ovviamente, una grande quantità di eventi, installazioni e curiosità che si insediano in punta di piedi nella quotidianità urbana e rendono la città dei canali, per qualche giorno, ancora più speciale di quanto già non sia. Per raccontare Amsterdam e l’ADE sulle nostre pagine abbiamo intrapreso strade diverse nel corso degli anni: questa volta ho deciso di prendere cinque luoghi – famosi e non – e raccontarveli attraverso un brano scelto per farne idealmente da colonna sonora al momento in cui ce li si trova di fronte.
La piazza dello Spui, situata strategicamente a pochi passi da Dam nel cuore del centro, è più che un simbolo; è l’essenza vera del perchè oggi Amsterdam è uno dei luoghi più divertenti e liberi della Terra. E la statua del “monello” (Het Lieverdje) rappresenta tutti i ragazzi olandesi, “sempre pronti a farla grossa ma accomunati da un cuore d’oro”. Questo punto di Amsterdam è diventato famoso in quanto è stato il luogo di ritrovo di COVO, il movimento anarchico che negli anni ’60 lottò con forza contro l’establishment per dare voce ai giovani e che ha contribuito a plasmare quella che oggi è l’anima libertina della città. Dalla ribellione è nata una gemma e non crediamo ci possa essere miglior metafora di ciò che anche la musica elettronica ha saputo rappresentare in luoghi ostici come Detroit o Berlino. Per questo ho scelto gli Octave One come ideale trait d’union fra la lotta per far sentire la propria voce a prescindere da quale sia il mezzo utilizzato per raggiungerne lo scopo.
Un altro grande simbolo della riqualificazione di Amsterdam è il lavoro impressionante che sta avvenendo nella parte Noord, divisa dal mare dal resto della città e per anni grande agglomerato portuale cittadino. Il processo di ammodernamento della zona, come avvenuto in altre parti della città come ad esempio West, sta cambiando in maniera importante lo stereotipo secondo cui Noord fosse semplicemente un posto da evitare, specialmente la notte. Oggi, a pochi passi dalla stazione centrale, possiamo prendere un traghetto che in pochi minuti (e gratuitamente) ci lascerà nella modernissima zona di Overhoekplein dove possiamo trovare locali rinomati come Shelter, Tolsthuin e Paradiso Noord, oltre che l’Eye Museum dedicato al mondo del cinema dove da poco è terminata una mostra bellissima dedicata a Martin Scorsese. A poche centinaia di metri sorgono gli NDSM Docks, autentici magazzini portuali divenuti famosi per essere stati teatro di alcuni dei migliori warehouse party della città. Un luogo affascinante e che può cambiare totalmente forma da un incrocio all’altro. Si dice che nel giro di qualche anno diverrà uno dei quartieri più cool della città. Quel che è certo è che durante l’ADE sarà uno dei punti nevralgici per chi intende far festa fino alle prime luci dell’alba ed oltre. Come la vera rave culture richiede. Per questo la scelta musicale per affacciarcisi vira prepotentemente sul suono ruvido ed arrugginito di un’etichetta che ha scritto la storia di Amsterdam e non solo. Un monumento alla costante ricerca del nuovo come R&S.
Per molti di coloro che negli anni hanno fatto clubbing durante l’ADE (e non solo) il Westerpark è stato – magari inconsapevolmente – teatro di tante, tantissime notti di baldoria. Si sia trattato della maestosità del Westergasfabriek (o Gashouder) per uno dei celebri Awakenings o delle atomosfere cupe ed industrial del suo vicino di casa WesterUnie, delle liriche jazzate del Pacific Park o dell’impianto poderoso dei party Dekmantel all’MC Theatre, tra gli alberi di questo piccolo gioiello a poche centinaia di metri dalla stazione centrale ci siamo passati un po’ tutti. Vivere la quotidianità della città offre anche la possibilità di vedere ciò che accade di giorno, godendo delle tantissime attività che lo pervadono lontano dai riflettori e prendendosi un attimo di pace facendo una corsetta in gruppo, una seduta di meditazione guidata o giocando ad NBA Jam dentro al TonTon Club in un cabinato originale degli anni ’90. La traccia scelta per accompagnarvi nella visita, la bellissima e sempreverde “Kong” di Bonobo, è un mix ideale per mettere insieme natura e modernità in un sol boccone.
A Roma c’è il Raccordo, a Milano la Tangenziale, a Bologna i Viali. Ad Amsterdam c’è il Ring, che delimita non tanto i confini cittadini quanto – in maniera netta e consapevole – il centro nevralgico della città dai sobborghi più o meno incantevoli che la circondano. Chiedere se si vive dentro il Ring è come dire “Ma..Milano Milano?!”. Dentro quella lunga striscia d’asfalto denominata A10 si disseminano la gran parte delle attività cittadine e dei quartieri più appetibili per chi cerca comodità e divertimento a pochi passi da casa. Per chi lo percorre ogni giorno non è nient’altro che quel posto dove ci sono i tutor e bisogna andare a soffrire mattina e sera per andare al lavoro. Ah già i treni, la bici, le mobilità alternative direte voi. Bè, io sono milanese e la macchina la prendo anche per andare dal divano alla cucina. E poi lo sapevate che anni fa Mido e Ibrahomovic ai tempi in cui entrambi militavano nell’Ajax si sfidavano di notte proprio sul Ring con le rispettive supercar per la gioia della Politie e delle casse della municipalità? Per descrivere dunque una figurativa terra di confine come questa serviva un suono borderline come quello di Legowelt. Uno che da ste parti lo conoscono proprio tutti. Dentro e fuori dal Ring.
La vostra esperienza con l’ADE, se siete in arrivo dallo stivale, necessariamente inizierà e terminerà in questo piccolo universo parallelo in grado di aprirvi figurativamente le porte del mondo (è tra gli scali più trafficati del globo terracqueo) ma anche di riportarvi mestamente a casa in preda ad un’inevitabile quanto prevedibile depressione post-viaggio dopo giorni di grande festa ed amicizia. Non è importante se stiate arrivando o tornando a casa, avrete comunque bisogno di un’adeguata colonna sonora per prendervi la mano e guidarvi sulla strada. Qualcosa che vi ricordi che, comunque vada, c’è una luce che non si spegne mai e che anno dopo anno sarà sempre lì ad accoglierci come accade da oltre due decadi e che noi tutti contribuiamo ogni volta di più ad alimentare. Perchè l’ADE siamo noi, gente. Gli Smiths ce la cantano e ce la suonano, ma noi ci mettiamo la faccia.