Clarian North, un nome non nuovo per noi di Soundwall. Tempo fa parlammo con lui e con il suo partner musicale Addy Weitzman riguardo al progetto Footprintz, fugace espressione di due talenti canadesi che probabilmente si ripresenteranno nella scena in futuro, magari come prima, magari sotto altre forme. Clarian è ragazzo giovane e creativo, molto, forse a volte troppo, soprattutto con le parole. In questi tempi è in uscita con il suo primo EP da solista su Visionquest, “Chemical Gardens”, prima record in solitaria dopo le sue uscite come Footprintz e le varie collaborazioni con l’amico Guy Gerber e la crew Life & Death. Per chi non lo conoscesse rimanete concentrati perché le sue parole non son sempre di immediata interpretazione.
Ciao Clarian, è passato molto tempo dalla nostra ultima chiacchierata. A quei tempi eri nel bel mezzo dell’esperienza Footprintz, come son stati quei periodi? Cosa ci puoi dire riguardo quell’esperienza? Sei ancora legato al tuo partner musicale Addy Weitzman?
Ciao ragazzi, siete stati i primi ad intervistare i Footprintz e ora siete i primi ad intervistarmi come solista. Mi da un un po’ di nostalgia sta cosa. Gli ultimi anni sono stati come un sogno agli occhi di uno sbandato che sta sopra ad un oceano di musica e nebbia. Footprintz è una collaborazione synth pop tra me e Addy, io come solista rappresento un modo di esprimermi nel modo più sperimentale possibile, senza pensare troppo alla normalità.
In questi anni dopo la tua prima release su Visionquest “Utopia”, hai avuto una seconda collaborazione con quei ragazzi “The Favorite Game”. Cosa puoi dirci riguardo ai tuoi rapporti con questa label? Come è iniziata?
Questi ragazzi sono una delle label più innovative, d’avanguardia e divertenti che ci siano in circolazione. Mettono molta passione e tempo all’interno di quell che fanno, condividendo una visione collettiva tra loro e gli altri artisti. E poi sanno assolutamente come tirar su un party. Li ho incontrati attraverso Addy e da lì siamo diventati buoni amici. Individualmente sono tutti artisti che si può facilmente apprezzare. Come collettivo sono come un transformers profondamente deep.
Il tempo sta passando e tu stai provando nuove esperenze, come la carriera da solista. Perchè questa scelta? Come sta cambiando la tua visione in ambito musicale?
Non lo so. Ho iniziato a comporre musica da quando ho cominciato a suonare il piano da bambino. Poi ho preso le percussioni e una chitarra e da li son diventato un pò più punk. Poi quando ero un pò smarrito ho preso in mano i synth e la drum machine. Ora sono un mix e mi piace mischiare un pò tutto questo. Oltre ai lavori per sopravvivere e ai fatti della vita la musica è stata l’unica cosa sempre presente in modo consistente. La mia fuga dalla realtà. É come una droga che ti puoi fare e trasformare da solo e poi puoi darla e prenderla insieme agli altri immerso nell’audio cult globale. É pazzesco. Prima che cominciassimo il periodo Footprintz componevo album folk insieme ad una band e lavoravo in uno studio di elettronica. Che sia suonare il piano, un sampler in una warehouse o cantare sotto la doccia come uno zombie, non fa differenza, sono dipendente da sta cosa e la mia visione musicale è in continua espansione.
In questo senso possiamo parlare del tuo primo album da solista che sta per uscire su Visionquest, “Chemical Garden”. Che cosa puoi dirci riguardo a questo album?
Dopo un’estate di woah a Berlino e di wow in New York sono tornato a Montreal un pò scazzato e depresso, ma ispirato. Stavo dormendo sul pavimento in casa di un amico perchè il materasso ad aria aveva un buco e non volevo svegliarli con un rumore infernale (anche se comunque non gli ha fatto piacere). É stato li che ho concettualizzato la maggior parte della registrazione. Quel mese è stato uno dei più oscuri periodi del mio essere o come volete chiamarlo. Ho finito l’album nei due mesi seguenti a Los Angeles nel garage di un amico, bei momenti. In sostanza, tempi oscuri + momenti felici = equilibrio dell’EP. Un tipo insonne seduto sul pavimento che usa campioni riciclati di bassa qualità più la future folle versione della stessa persone che sfreccia sui Sunset Boulevard verso il concerto di Matthew Dear in una Chevy Corvette. In Los Angeles avevo accesso ad un grandioso studio in un garage dove potevo produrre le mie acid sequence con una SH – 101 e processarle con il mio bell’hardware. La combinazione di tutto questo è il suono di Chemical Gardens, ed è lo stesso suono che sentireste mettendo uno stetoscopio sul mio petto. Mi piace.
Un altro lato della tua carriera da solista è legato a Life And Death, qual’è il tuo rapport con questi ragazzi? Cosa puoi dirci riguardo a questa label?
I Tale Of Us sono tra I miei preferiti, sia come persone, alieni e dj act. Li incontrai a Miami due anni fa, nel periodo in cui la label stava emergendo, ma in quel momento di fatto parlammo solo di videogames. La loro label ha un bellissimo vibe e una filosofia che va d’accordo con alcuni miei pensieri e produzioni. Condividiamo delle idee e cerchiamo di tenerci in contatto quando possiamo.
La tua esperienza da solista è collegata ad un nuovo partner, oggi tu e Guy Gerber siete molto legati musicalmente parlando. Come è cominciata? Cosa ne pensi di lui come artista?
La prima volta incontrai il duca a Miami come fan. Penso che dovremmo parlare di quando io e il duca ci siamo scambiati della musica e di quando lui rimase davvero ispirato. Traduzione: Guy stave lavorando al CD per il Fabric mi mandò alcune parti di cui io mi innamorai subito. Gli risposi con alter idee e da li cominciammo a lavorare insieme e a scherzare sul duca. Ho vissuto e fatto musica in New York e Los Angeles con lui per un po’, ora è come un fratello per me.
Tu e Guy siete molto attivi nella scena Americana. New York, Los Angeles, in particolare quest’ultima. Com’è l’atmosfera in queste cittò?
Los Angeles è come la bat caverna. Anche se la caverna è una caverna di cristallo in Messico e il pipistrello è una sirena con un cosue da Halloween. C’è una storia incredibile e misteriosa dietro la pittoresca perfezione e al colorato senso mainstream della città. E’ una zona crepuscolare in cui puoi incappare o rimanerci dentro per sempre. Guardate David Lynch e capirete meglio cosa intendo.
Non sto di certo dimenticando la tua terra natale, il Canada. Com’è la scena musicale lì?
La scena musicale in Canada è canadese. Nasconde moltissime forze aliene segrete. La gente è congelata sotto l’inverno gelato, ma quando arriva la primavera la tristezza si scioglie e gli uccellini cinguettano dolcemente tra gli alberi. E poi certo, se non avete una coperta calda avrete i brividi per tutta la notte.
E rigurado l’Europa? Cosa ne pensi della scena europea? Ti vedremo esibirti in Europa nei prossimi tempi?
Mi è piaciuto vivere a Berlino quest’estate. Mi è piaciuta anche Barcellona e la prima volta al DC10 ad Ibiza, l’isola ha cambiato un pò la composizione biochimica. Bucarest come città mi ha rubato il cuore. Sono stato sorpreso nel vedere una scena elettronica così sviluppata in Tunisia. Quei ragazzi ne sanno davvero. Penso ci sia molto di più in Europa che in Quebec, ma non dite a Pauline Marois che ve l’ho detto. Ci sono molti talenti emergenti anche da queste parti, e a dire la verità non sono totalmente canadese, ma questa è un’altra storia.
L’ultima domanda è un classico per noi. Vogliamo sempre sapere qualcosa di segreto riguardo agli artisti. Sappiamo che hai un album che deve uscire e forse è presto per parlare di nuovi progetti, ma a parte questo, cosa hai in mente per il futuro?
Sto imparando come comunicare con il gatto grasso del mio amico attraverso video su Youtube. Sto seguendo strani avvistamenti nel paese e devo dire che le cose stanno diventando parecchio strane qui. Non so esattamente cosa sia ma so che è la fuori, vi farò sapere di più e al più presto. Sto anche lavorando ad un album.
English Version:
Clarian North, not a new faces for us. Times ago we talked to him and his musical partner Addy Weitzman for the Footprintz project, fleeting expression of two Canadian’s talents that probably we would meet again in the future, maybe in other forms, maybe not. Clarian is a creative young guy, very creative, sometime too much, especially with words. In these times is coming out in Visionquest with his new solo EP “Chemical Gardens”, first solo record after the collaboration with is friend Guy Gerber and the Life&Death crew. For all of you that don’t know him I recommend you to keep concentrate just because his words are not always easily understandable.
Hi Clarian, it’s been a long time since we had our last chat. At that point you were right in the middle of the Footprintz experience, so how was that time? What can you tell us about that experience? Are you still linked to your music partner Addy Weitzman?
Hey guys, you were the first to interview Footprintz and now the first to interview my solo stuff. This is almost nostalgic for me. The past few years have felt like a dream through the eyes of a drifter on an ocean of music and blur. While Footprintz is a synth pop collab with me and Addy, my solo stuff is just a way for me to be as experimental as possible without thinking too much about sanity.
In these years after your first release “Utopia” you had a second collaboration with the Visionquest crew, “The Favorite Game”. So what can you tell us about your relationship with this label? How it started?
Those guys are one of the most innovative and straight up fun labels out there. They put a lot of love and time into the concepts that shares a collective vision between them and their artists. And they know how to throw a party. I met them through Addy and since have become good friends. Individually, they’re all artists one can easily admire. Collectively it’s like the transformers of deepness unite.
Time is passing and you are trying new experiences like the solo career. So why this choice? How is changing your musical view?
I don’t know. I’ve been writing music since I started playing the piano when I was a little brat. Then I picked up drums and guitar when I was little punk. Then I picked up synths and drum machines when I was a little lost. Now, I’m a little mixed up and I like to mix it all up. Out of all the dead end jobs and life’s curveballs I’ve gone through and continuing doing to survive, music has always been the one consistency. My escape from reality. It’s like a drug that you can make and alter for yourself and then give and take with others in this massive global audio cult. It’s crazy. Before I started Footprintz, I wrote a solo folk album and toured with a band and I was working in an electronic studio. Whether it’s playing piano at a dive, a sampler in a warehouse, or singing in the shower like a zombie, I’m addicted and my musical view continues to expand.
In this sense we can talk about your first solo album that is coming out on Visionquest, “Chemical Gardens”. What can you tell us about this album?
After a summer of woah in Berlin and wow in New York, I returned to Montreal broke and depressed, but I was inspired. I was sleeping on the floor at my friend’s place because the air mattress had a hole in it and I didn’t like waking them up at night with the drill from hell (they didn’t like it either). That’s where I conceptualized most of the record. That month is part of the darker times of my lifestyle or whatever you call what I do. I finished it in LA 2 months following that in my friend’s garage – happier times. In a way, darker times + happier times = the balance of the Ep. A sleepless crazy person sitting on a floor using low-fi recycled computer samples plus the same future version crazy person who gets to drive down Sunset Boulevard to Matthew Dear concerts in a Chevy Corvette. In LA, I had access to a dope studio in a garage where I could play acid sequences on an SH-101 and process sounds with fancy hardware. That overall combination is the sound on Chemical Gardens, the same sound if you put a stethoscope to my chest, lately. I like that.
Another side of your solo career is linked to Life And Death, how is your relationship with these guys? What do you think about this label?
Tale of Us are one of my favourites both as people, aliens, and DJ act. I met them in Miami 2 years ago when the label was just kicking off and we bonded over video games. Their label has a beautiful moody vibe and a philosophy that agrees with some of my headspace and production. We share ideas and try to keep in touch when we can.
Your solo experience is linked to a new partner in crime, I mean nowadays you and Guy Gerber are very close musically speaking. How is started? What do you think about him as an artist?
I first met the Duke briefly in Miami as a mega fan. I think we had to talk about the Duke and then the Duke sent the Duke some music and that’s when the Duke got very inspired and that’s how it all went down. Duke Translation: Guy was working on his Fabric CD and sent me some parts and I fell in love with it. I shot some ideas back and we very loosely started working together here and there and making jokes about the Duke. I lived and made music with him in New York and LA for a bit. Now, he’s like a brother to me.
You and Guy are very active in the American scene. New York, Los Angles, in particular the last one. How’s the vibe of this cities?
Los Angeles is like a bat in a cave. But the cave is a crystal cave in Mexico and the bat is a mermaid in a crystal cave with a halloween costume. It has an eerie quality and history behind the picturesque perfectness and colourful mainstream of the city. A twilight zone that you can fall for or fall forever into. Watch David Lynch and you’ll get what I mean better.
I’m not forgetting your hometown, Canada. How is the musical scene there?
The music scene in Canada is Canadian. It harbours a lot of secret alien forces. All the people are frozen under the ice in the winter but when the spring comes it melts away the sadness and the birds song sings brighter and more sweetly through the pine. And yes, if you don’t have a warm blanket, you will shiver the whole night through.
And what about Europe? What do you think about the European scene? We will see you perform in Europe soon?
I liked living in Berlin this summer. I also liked Barcelona and Ibiza – DC10 for the first time had magic for me and the island changed my biochemical makeup just a little. Bucharest, as a city, stole my heart. I was surprised and happy to see such a developed electronic music scene in Tunisia. Those guys know what’s up over there. I think there’s definitely more happenings in Europe than in Quebec but don’t tell Pauline Marois I said that. There’s also lot of great talent emerging from these parts lately too. But truthfully, I’m not even really fully Canadian and that’s another story for another time.
Last question for us is a classic. We always want to know something secret about the artists. We know that you have an album that is coming out and is quite early to talk about new projects, but what do you have in mind for the future?
I’m learning how to communicate with my friend’s fat cats with Youtube videos. I’ve been following these strange sightings up in the countryside and things have been getting really strange around here lately. I don’t know what it is exactly but I know it’s out there and I’ll let you know more about it soon. I am working on a solo album too.
Pics by: Ross Laurence