Mille analisi sulle discoteche e sui club, su come operano, come si muovono, come costruiscono le line up: le abbiamo fatte, ne faremo, continueremo a farne. Ma è diventato virale ieri il post pubblicato dal proprietario di una discoteca del varesino. Lo riportiamo qui sotto, integralmente. Prima, giusto la sottolineatura che effettivamente questa è una parte del problema, e nemmeno piccola: col fatto che le discoteche sono il luogo della libertà e del divertimento, spesso sono le persone che le frequentano a farsi prendere la mano e a comportarsi in una maniera fastidiosa, se non semplicemente inaccettabile. Questo è una fonte di fatica, di stress e pure di possibili problemi legali che è immensa, per chi gestisce le discoteche.
Se a queste ultime stiamo chiedendo da anni, su queste pagine, una maggior attenzione alle dinamiche culturali più interessanti, una capacità di non cadere nel vortice dei ricatti delle agenzie di booking, una voglia di valorizzare il prodotto artistico locale o comunque quello non inflazionato oltre ad una cura dell’ospitalità fatta di personale preparato e di beverage non bricconesco, forse non abbiamo mai sottolineato abbastanza che è anche il pubblico, la clientela (…brutto termine, ma è per capirsi), che dovrebbe prendersi una fetta di responsabilità per migliorare le cose.
Perché spesso se le discoteche sono “brutte”, è magari perché noi le vogliamo esattamente così. Le costringiamo cioè a diventare tali.
Chiaro, è un argomento complesso: ma ci sembra giusto buttare nel novero delle posizioni e delle argomentazioni anche questa componente qui, che spesso viene sorvolata.