Immaginate di essere proiettati in uno scenario retrofutiristico con scenografia noir anni ’30, Mercedes 300SL del 1960 volanti, grattacieli altissimi e comparse vestite con completi gessati stile epoca del proibizionismo ma tutti muniti di palmari con schermo olografico. Un mondo in cui piove sempre, ed è sempre notte. “Kombinat” di Clizia è la colonna sonora perfetta, o almeno è quello che vedo io se chiudo gli occhi mentre presto l’orecchio a questo splendido esercizio di stile assolutamente riuscito.
Roba rara, materiale per ascoltatori insonni e dai gusti difficili. Andrea De Witt (Clizia) riversa tutta l’esperienza accumulata in quasi venti anni di carriera in cinque tracce per andare a toccare le corde più nascoste degli animi più tormentati. Il tutto inciso su di un elegantissimo vinile nell’ormai sempre più raro formato 10″, in edizione limitata a trecento copie.
Non mi metterò a fare un elenco dei singoli brani, descrivendoli uno ad uno, perchè anche dopo l’ennesimo ascolto ho la netta sensazione che sia un lavoro da gustare sempre tutto d’un fiato, un piatto unico. Primo, secondo, contorno, dolce e caffè tutto nella stessa ciotola. Ritmiche frammentate, suono geometrico dagli spigoli arrotondati, glitches a non finire. Da notare la bellissima elaborazione e reinterpretazione del suono dei pianoforti presenti in “Remain”, ” Distance” e “Refpoint”. Un lavoro perfettamente eseguito, che ha permesso a De Witt di inserire uno strumento acustico all’interno di un contesto sintetico. Accuratissimi noises originati, forse, ma senza dubbio gestiti attraverso l’utilizzo di strumenti digitali (un promemoria per ricordare che il “vintage” non è l’unica via), stendono un sottile velo di piacevole pessimismo su tutto il mini-album. Il tutto appoggiato su una struttura dell’andamento molto lento. Ma non una lentezza qualunque. La lentezza di quando ormai è troppo tardi per avere fretta.
Quando un disco mi piace in maniera sconsiderata, forse tendo ad esagerare negli elogi, ma dato che ho appena messo le mani avanti, posso anche dirlo: questo è un capolavoro! A voi l’ascolto e l’ultima parola.