Avete presente quella sensazione che si percepisce anche solo entrando in un luogo familiare, dove tutti i punti di riferimento che ci siamo dati dopo anni di frequentazione sono sempre al loro posto e non tradiscono e dove sentiamo di conoscere a menadito tutti i suoi angoli, sia quelli più luminosi che – soprattutto – quelli più angusti? È ciò che caratterizza i club che più abbiamo battuto – e ovviamente amato – da quando abbiamo alzato la saracinesca di Soundwall, tuffandoci in quest’avventura a metà tra giornalismo musicale e clubbing (più o meno sfrenato).
Invogliati da un bell’articolo uscito su Artwort e che vi consigliamo di leggere, nato da una collaborazione con Edison e che ruota attorno al concetto di “hygge”, parola danese che racchiude un insieme di elementi che, combinati insieme, generano uno stato di benessere diffuso che non si spiega, ma si vive, ve ne presentiamo cinque, di club con queste caratteristiche. Alcuni li conoscete di sicuro, ne siamo certi, ma ogni occasione è buona per tornarci; altri potrebbero essere per voi una scoperta da mettere sul taccuino.
ROBERT JOHNSON
Doveroso iniziare con un club che ha fatto la storia delle “nostre” musiche, ma lo ha fatto in un ambiente intimo, perfetto per creare subito una sensazione “di famiglia”. Dalle epiche serate con Zip e Ricardo alle nuove imprese della crew Hard Work Soft Drink, il Robert Johnson di Offenbach, alle porte di Francoforte, è per chiunque sia appassionato di dance di qualità “hygge” al 100%. Pagina Facebook ufficiale.
BERGHAIN
Ok, ormai quasi non se ne può più di sentirlo citare, lo sappiamo. Ma piaccia o meno, il Berghain è diventato davvero qualcosa “di famiglia” per un’intera generazione di amanti del clubbing. Cosa successa per mille motivi; uno di questi, spesso sottovalutato, è l’intelligenza dei giochi di luce del posto, coi suoi chiari (pochi, ma ben assestati) e scuri (molti, spesso affascinanti e misteriosi). Pagina Facebook ufficiale.
CONCRETE
Il club parigino è la declinazione più adrenalinica possiate immagine del concetto di “hygge”. Sta di fatto che, una volta che ci finisci dentro, non puoi non farti trascinare e non puoi non sentirti abbracciato da una comunità e in pace, euforica pace con te stesso. Il modo in cui il dancefloor regolarmente si infiamma ti porta sempre lì. Pagina Facebook ufficiale.
DRUGSTORE
Chi ci va a suonare, ne torna sempre entusiasta. Un po’ perché a Belgrado è molto facile trovare un’atmosfera vibrante, intensa, e un po’ perché l’edificio di per sé è suggestivo, nel suo iper-minimalismo industriale (con però una strana forma pentagonale). Metti insieme le due cose, metti insieme una qualità sempre alta delle line up, sta di fatto che con delle luci ridotte al minimo l’impatto è davvero altissimo, suggestivo – letteralmente, “ti abbraccia”. Pagina Facebook ufficiale.
PIKES
Questo posto a Ibiza è una leggenda: per la sua storia acrobatica e assurda (luogi dei gozzovigli di George Michael e Freddy Mercury negli anni ’80, poi caduto in disgrazia – con tanto di momenti di cronaca nera, tra omicidi e altre cose cupe – ora di nuovo splendido splendente), perché oggi ci trovi probabilmente i party migliori (tipo quelli del lunedì, Mercury Rising, con Dj Harvey deus ex machina), perché è tutto un posto pazzesco. Una casa arredata da Alice, con l’idea di andare perfino oltre il Paese delle Meraviglie – dopo aver assunto un po’ di sostanze lisergiche. Pagina Facebook ufficiale.