Ha ovviamente suscitato molta attenzione l’articolo che abbiamo pubblicato sul Cocoricò che resta chiuso, per un provvedimento comunale, a Capodanno, come titolato da varie fonti locali e nazionali, in seguito alla sospensione della licenza per tre mesi con effetto immediato.
L’articolo lo potete trovare qui: lo rilinkiamo, perché il ragionamento a monte resta assolutamente valido. Siamo stati invece contattati da Fabrizio De Meis, che del Cocoricò è proprietario e deus ex machina, per alcune puntualizzazioni importanti: il debito iscritto a registro è sì di nominalmente 80.000 euro complessivi, ma la cifra è relativa non alla sola annata del 2018 ma anche a quelle del 2016 e del 2017; per queste due ultime annate sono stati già versati degli acconti per sanare le inadempienze, come regolarmente permesso (e abbattendo quindi di molto questi nominali 80.000 euro di debito totale, che sono insomma in realtà molti di meno).
Resta da sanare la posizione del 2018, ed è quella su cui ha trovato appiglio il Comune di Riccione per emettere concretamente – e con grande, sospetto zelo – il provvedimento di sospensione licenza di tre mesi (con conseguente chiusura anche a Capodanno): fondamentalmente, si tratta di esigere in tempo immediato una cifra leggermente inferiore ai 16.000 euro. Sanata questa pendenza immediata, non c’è nessun motivo per volere (ed mantenere…) il fermo amministrativo del Cocoricò per tre mesi. Il Capodanno quindi sarebbe salvo, al cento per cento. Ci sono altre pendenze di anni precedenti per quanto riguarda il Cocco ma, spiega De Meis, vanno fatto ricadere su precedenti gestioni del locale (e non possono quindi influenzare la gestione corrente, specifica).
La situazione quindi è più fluida e assai più risolvibile del previsto (e di quanto emerso inizialmente su varie testate, comprese quelle di rilevanza nazionale): molto meglio così. Qualora andasse tutto a posto, la serata di Capodanno si farà regolarmente e nel suo abbondante menù – techno e non solo – ve la potete studiare qui.
Nel frattempo è stato emesso un comunicato ufficiale da parte del Cocoricò, che con piacere riproduciamo qui integralmente:
Comunicato stampa
FAREMO FRONTE AI NOSTRI IMPEGNI. NON RINUNCIAMO AL CAPODANNO
Riccione, 17 Dicembre 2018 – “L’ordinanza del Comune di Riccione che ci impone la chiusura per i prossimi tre mesi in caso di mancata ottemperanza del pagamento della TARI, non mette a rischio il nostro Capodanno”, chiarisce subito Fabrizio De Meis, CEO della FDM la società che gestisce il Cocoricò. “Fermo restando che per rendere nulla questa ordinanza, come concordato con l’Ufficio Tributi del Comune di Riccione, faremo fronte ai nostri impegni e faremo inoltre immediatamente ricorso al TAR, ritenendo questo Regolamento comunale, incoerente ed incostituzionale”. “Stiamo inoltre con i nostri legali valutando anche la possibilità di richiedere un risarcimento poiché il danno economico che ci sta comportando è gravissimo, visto che il clima di incertezza sul Capodanno non favorisce la prevendita delle prenotazioni”. Entrando nel merito delle motivazioni che sostengono l’ordinanza del Sindaco di Riccione, De Meis sottolinea innanzitutto che “appare assai sconcertante una decisione così radicale dopo che la FDM ha da tempo avviato un percorso virtuoso con l’Amministrazione Comunale proprio per chiudere il vecchio contenzioso, relativo agli anni regressi di sua specifica competenza, concordando con l’Ufficio Tributi del Comune di Riccione un piano di rateazione che, in sintonia con quanto richiesto, abbiamo rispettato alla lettera”. “Per quanto riguarda poi il mancato pagamento di 15.500 euro della TARI 2018, che motiva di fatto l’ordinanza, su indicazione, se pur assolutamente informale degli stessi uffici comunali, avevamo predisposto un pre-accordo di rateazione, versando in via preliminare la somma di 3.000 euro come primo acconto, concordando quindi il saldo della prima rata entro la settimana prossima, in attesa di una risposta all’accordo di rateazione delle ulteriori spettanze 2018. Un segno che ci sembrava di assoluta responsabilità verso i nostri obblighi erariali pur considerando che vi è un’anomalia di imposizione alla fonte dovuta ad un evidente errore del calcolo delle superfici tassabili e non considerando inoltre che il Cocoricò che è considerata un’azienda stagionale che servita la sua attività non superando le 60 giornate all’anno”. “Resto ancor di più sconcertato”, continua quindi Fabrizio De Meis, “se considero infine il fatto che oggi al Cocoricò vengono riconosciuti ampi meriti per i tanti e tanti interventi ed investimenti sulla sicurezza e sulla responsabilità oggettiva che abbiamo fatto in questi anni per rispondere in pieno alle esigenze e alle indicazioni ricevute dalla Questura di Rimini e dallo stesso Comune di Riccione. Un impegno che abbiamo e stiamo onorando con grande rispetto e professionalità”.
“Ci tengo a ribadire”, sottolinea ancora De Meis, “che questo ennesimo atto contro il Cocoricò non metterà certo a repentaglio il futuro della nostra attività. Le scelte innovative e la strada della responsabilità che abbiamo intrapreso per il rilancio del Cocoricò nel mondo non si interromperanno per un’ordinanza che ritengo incostituzionale e contraria ad ogni ragione di buon senso. In questi anni abbiamo affrontato e superato momenti difficili. Supereremo anche questo”. “Così come non posso infine non far notare”, conclude Fabrizio De Meis, “come questa ordinanza, voglia in sé essere un segnale di intransigenza amministrativa e che il Cocoricò era ed è il miglior veicolo per la sua diffusione”.