Festival, gran bella faccenda! Negli ultimi anni ne abbiamo visti tanti nascere come funghi, altri cadere lungo la strada e pochi altri rimanere in piedi, belli come sempre, a continuare il loro percorso. Di tutti questi solo in pochi hanno la virtù, o il coraggio, chiamatelo come volete, di essere un passo avanti non solo negli allestimenti o nell’avere il miglior sound system sulla piazza o il miglior rapporto costo-qualità di una birra, ma anche nell’arte di saper coinvolgere il proprio pubblico semplicemente annunciando la line up.
Un esempio? Il Sónar. Ogni anno per presentare i nomi in cartellone si inventa una storia più o meno surreale/onirica che viene raccontata per mezzo di un video, anzi un corto cinematografico, con una sceneggiatura, dei protagonisti, tanti riferimenti visivi e molto altro. Perché un annuncio così importante come quello della line up merita attenzione. Merita di ritagliarsi il suo spazio e il suo tempo. Va seguito dal principio fino alla fine. Così la pensano a Barcellona, e ci sta bene. Così è anche per quelli del Primavera Sound: ogni anno la line-up viene annunciata sempre in modi poco consueti – lo scorso anno i nomi delle band sono stati svelati attraverso un videogioco scaricabile su smartphone; gli anni precedenti i nomi sono comparsi in un film o su dei cartelloni affissi sui palazzi di Barcellona. L’attesa per la line up della sedicesima edizione ci ha portati quasi all’esasperazione, per colpa dell’infinito live streaming sul canale ufficiale del festival su YouTube. Perché è abbastanza sadico far uscire di botto un conto alla rovescia molto molto lungo, se poi non si trovano conferme ufficiali da nessuna parte, con buona pace di chi è restato in piedi tutta la notte insieme alla sua fidata tazza di caffè per scoprire, circa dodici ore dopo, che l’attesa e le ore di sonno perse alla fine sì, ne sono valse assolutamente la pena. Un ultimo esempio, chiamiamolo estremo, è sicuramente quello dell’Unsound Festival, manifestazione di musica elettronica che si svolge a Cracovia, che per il 2015 ha deciso di svelare solamente metà line up in cartellone, oscurando arbitrariamente l’altra metà e lasciando in bocca l’amaro della consapevolezza a chi dovrà viaggiare fino alla capitale polacca per scoprire di persona chi suonerà (…a meno che non siete stati dei pigri o scettici rinunciando a tutti, quindi amen): gli organizzatori dell’Unsound hanno scoperchiato la pentola degli artisti e delle collaborazioni nascoste dichiarando il tutto solo qualche ora prima dell’inizio, sulla pagina fan ufficiale di Facebook. Evidentemente si fa strada l’idea che l’equazione annuncio della line up / tot biglietti venduti ormai non funzioni più. Bensì si deve instaurare, e in questi tre casi si è già instaurato, un rapporto di fiducia tra gli organizzatori e il proprio pubblico che va ben al di là delle tradizionali linee guida della comunicazione. Spremendo tutti e tre gli esempi presi in causa, è molto interessante notare come si cerchi un contatto “al di là dello schermo”: si cerca un rapporto di lealtà incondizionata, perché la qualità non è mai messa in dubbio quando parliamo di Sónar, Primavera e Unsound – quindi perché continuare a sparare il solito annuncio quando si può andare oltre l’ormai sterile annunciazione e virare verso una più intelligente, bella e furba operazione di marketing non convenzionale?
Un’ultimo esempio di marketing “avanzato” applicato ai festival che abbiamo scovato in questi giorni su Facebook riguarda tutte queste gif che attori mondiali dell’house e della techno che stanno al nome di Rodhad, Ben UFO, Palms Trax, Ricardo Villalobos, Robert Hood, Motor City Drum Ensemble, Midland, Ben Klock, The Black Madonna, Marcel Dettmann, Roman Flügel e altri ancora stanno condividendo in questi giorni sulle proprie pagine Facebook. Non una parola di specificazione e chiarimento spesa a riguardo, fatta eccezione per gli errori – voluti? non voluti? – di Robert Hood e Roman Flügel che hanno prima condiviso il link della gif citando il Dekmantel e un minuto dopo hanno rimediato all’errore cancellando il post in questione e ripostandolo senza frasi. Che accade? Beh, evidentemente loro faranno parte dell’edizione 2016, numero quattro, di uno dei festival più importanti d’Europa; ma soprattutto, abbiamo decisamente superato quel limite invisibile del “Prima io organizzatore del festival X rendo pubblica la line up e poi tu artista X la ricondividi”. Qui i ruoli si mischiano. Gli organizzatori del Dekmantel hanno scambiato le poltrone e hanno preferito dare l’opportunità agli artisti invitati di montare l’hype attorno al festival con queste gif. Intelligente! Molto intelligente!
Insomma, i metodi tradizionali per annunciare una line up al giorno d’oggi sappiamo tutti quali sono. E siamo tutti bravi a farlo. Ma chi è invece in grado di fare quel passo in avanti in più che consente non solo di annunciare i nomi in cartellone, ma anche far divertire il pubblico a casa, in ufficio, in metro, far divertire gli artisti e rendere il tutto più frizzante? Pochi, veramente pochi. Per chiudere vi lasciamo con un quesito: e se l’attesa del festival diventasse essa stessa parte dell’esperienza-festival?