A Seth Haley, musicista e designer newyorkese, l’ironia non manca. A partire dal suo ultimo pseudonimo in musica “Com Truise” (chiaro rebus a cambio), fino ad arrivare al suo marchio sonoro distintivo a confine tra umori hypnagogici e sana intelligent dance music vecchio stampo: una sorta di riattualizzazione di quel suono elettronico anni ’90 – sinonimo di musica d’ascolto – immerso dal nostro in un brodo chill-funk-wave assolutamente coinvolgente. L’impressione è di ascoltare un padrino dell’idm in sala-giochi a cimentarsi in una partita a un classico sci-fi.
Un EP d’esordio “Cyanide Sisters”, svariati remix per nomi altisonanti (Daft Punk su tutti), e l’ultimo disco sulla lunga distanza “Galactic Melt”. Una produzione che inizia ad essere importante. Ti senti già una rockstar?
Tutto è accaduto molto velocemente. Produco musica da 13 anni, ma ho sempre considerato quest’attività soltanto come un hobby. Non sentivo la necessità di costruirci sopra una carriera professionale, di lucrare su qualcosa che amo tanto. Sono molto felice di aver lavorato su progetti meravigliosi in un lasso di tempo relativamente breve, non vedo l’ora di scoprire quello che il futuro prossimo ha in serbo per me.
Con “Galactic Melt” le intuizioni abbozzate nell’ep d’esordio divengono più concrete, forse meno chillwave e più idm, con un risultato, se possibile, ancora più entusiasmante. E’ stato un processo voluto oppure è una naturale evoluzione del tuo stile?
E’ stato il frutto di un lavoro di affinamento delle mie capacità, ma allo stesso tempo di una naturale evoluzione del mio stile. Ho subito molte pressioni dalla mia nuova condizione di esposizione mediatica e ho dovuto comprendere in breve tempo come incanalare al meglio queste sollecitazioni. L’album suona come un prodotto “caldo”, ma anche “glaciale”, almeno per come lo percepisco io. E’ stato prodotto durante uno dei mesi più freddi dell’anno. Sono curioso di scoprire quali altre sfaccettature verranno a galla col tempo.
Hai definito il tuo stile musicale “mid-fi synth-wave slow-motion funk”. Solitamente i musicisti odiano certe determinazioni che circoscrivono la propria arte. Sei ancora d’accordo con questa definizione? E’ ironica ma anche assolutamente calzante.
Mi piace eccome. Ho voluto darne io stesso una definizione, per quanto possibile, la più aderente alla mia sensibilità. Mi fa piacere essere confinato all’interno di un ambito preciso, certamente quello nel quale mi sento più a mio agio.
Nella tua musica la componente funk è un motore incessante che tiene insieme l’intero collage sonoro, ma si sente anche qualcosa di “cinematico”, come se si trattasse di una colonna sonora di un film immaginario. Cosa puoi dirci a tale proposito?
Rientro sicuramente nella categoria dei nerd delle colonne sonore. Mi piace la semplicità dei temi classici del cinema. Penso che il mio amore nei confronti di questo tipo di sonorità abbia influenzato non poco la produzione di Galactic Melt.
Gli addetti ai lavori difficilmente riescono a stare dietro a tutte le uscite discografiche attuali; probabilmente è ancora più difficile per un musicista impegnato con la propria produzione e con l’attività live. Quali sono i tuoi ascolti recenti?
VHS Head in primis, ha recentemente licenziato un ottimo EP. Ho anche ascoltato con piacere Oneohtrix Point Never, Prince, Jacob 2-2, Teeel e il nuovo disco dei Neon Indian.
Ci sono musicisti con i quali ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe collaborare con alcuni cantanti poco noti, ma anche dividermi al synth con Alan Palomo dei Neon Indian. Poi ci sono alcune nuove collaborazioni che ho già in cantiere!
La title track di “Galactic Melt” è contenuta solo nella versione in vinile, ci puoi spiegare questa operazione? Immaginiamo sia per il fatto che tale formato rimane quello più “alta fedeltà” di tutti e quindi gli acquirenti vengono premiati con un bonus.
So che è singolare includere la canzone che da il titolo all’album nella sola versione in vinile del lavoro, ma è una chicca per i nerd di questo formato. Poi se consideriamo il fatto che sta tornando di moda, il tutto acquista di maggiore senso.
Il tuo primo ep “Cyanide Sisters” è stato distribuito per un tempo limitato sull’etichetta “AMdiscs”. Cosa ne pensi del download gratuito e più in generale dei nuovi processi di distribuzione musicale che evade dagli standard su supporto fisico?
Mi piace dare via la mia musica gratis, ma era meglio quando questa non faceva parte integrante del mio lavoro. Avendo un po’ trascurato la mia carriera di designer/pubblicitario non mi dispiace più intascare qualcosa attraverso di essa. L’industria musicale sta cambiando, il vinile ed i nuovi servizi di download come Rdio e Spotify stanno conquistando fette sempre maggiori di mercato. E’ un processo irreversibile con il quale si deve fare il conto.
Come si concilia il lavoro da designer con quello di musicista? Da quello che abbiamo capito deve essere abbastanza impegnativo.
Cerco di far procedere le due attività di pari passo. Avrei difficoltà a concentrarmi solo sulla musica. Mi viene naturale immaginare il flusso sonoro attraverso delle figurazioni mentali, spesso vedo il suono prima ancora che udirlo. So di essere fortunato nel potermi muovere nei due ambiti artistici, anche se lo sforzo per rimanere coerenti, ed anche professionali, a tutto tondo, è maggiore. Visti i risultati ottenuti fin’ora, direi che mi sto muovendo bene.
Ti senti di consigliare qualcosa ai giovani musicisti che vogliono intraprendere la sua stessa carriera di produttore/dj?
E’ importante fare sempre ciò che è nelle proprie corde, quello che ti rende davvero felice. Consiglio di fare attenzione con i campionamenti di roba altrui, ma soprattutto di divertirsi.
Che cosa possiamo aspettarci da te per il futuro prossimo?
Tanta musica. Attualmente sono in tour e ne avrò ancora per qualche mese, ma ho una gran voglia di scrivere nuova musica. Remix, speriamo qualche nuovo lavoro personale, progetti di design annessi e per ultimo, ma non di importanza, la realizzazione di colonne sonore.
English version:
Seth Haley, musician and designer of New York, is not without irony. Since his latest music pseudonym “Com Truise” (light puzzle-change), until you get to his distinctive sound mark, bordered between hypnagogic humors and old-fashioned intelligent dance music: it’s a kind of re-enactment of the ’90s electronic sound – synonymous with good music to listen- immersed in a broth of chill-funk-wave absolutely enthralling. The impression is to listen an IDM godfather closed in a playroom trying to work out a classic sci-fi game.
A debut ep “Cyanide Sisters”, a number of big-name remixes (Daft Punk at all), and the last disc in the long run “Galactic Melt.” A production that begins to be important. You already feel like a rockstar?
This all happened very fast for me. I’ve been producing music for the last 13 years, but I always saw it as a hobby and was a bit shy to the idea of making it a career or tying money so close to something I love so much. I am very happy to have worked on so many wonderful projects in this short time period and very excited about what the future has to offer.
With “Galactic Melt” intuitions sketched in the ep debut becomes more concrete, perhaps less chillwave and more idm, with a result if possible even more exciting. It’s been a refining process, or a natural evolution of your style?
It was a bit of refining and a bit of evolution. I think the main drive for the album’s sound was dealing with the pressures of exposure and being forced to understand that world so quickly. The album has a warm feeling but cold at the same time, at least to me. It was also a product of the colder months in the year. I’m excited to expand and see where I can take this project’s sound.
You define your own style of music like “mid-fi synth-wave slow-motion funk”. Usually musicians hate certain determinations that circumscribe their art. You still agree with this definition? It’s ironic but also very fitting.
I enjoy it, I made the description for the purpose of explaining exactly what I think my music sounds like. I like being in a box, a certain box. One I put myself in, one I feel comfortable expressing myself in.
The funk component in your music is a driving force that holds together the entire sound collage, but I also hear something “cinematic,” as if it were a soundtrack of an imaginary film. What can you say about this?
I’m definitely a film score nerd. I love the sound design of simpler times. I think my love of film scores was a major factor in the development of the ideas for Galactic Melt.
For journalists is not easy to keep up with all the current record releases, probably is even more difficult for a musician involved with its production and the live activity. What are your latest listenings?
I’ve been jamming a lot of VHS Head lately, he just dropped a new EP. I’ve also been listening to a lot of Oneohtrix Point Never, Prince, Jacob 2-2, Teeel and Neon Indian’s new record.
Are there musicians with whom you would like to collaborate?
Definitely some lesser known vocalists, I’d also like to synth out with Alan Palomo of Neon Indian. There are some other collaborations in the works!
The title track of “Galactic Melt” is contained only in the vinyl version, can you tell us why? I guess it’s because this format is more “high fidelity” and then all the buyers are rewarded with a bonus.
I definitely think it’s unique to have the title track as a vinyl-only bonus track. It makes it fun for the vinyl nerds, and with the resurgence of vinyl, it just made sense.
Your first EP “Cyanide Sisters” was distributed for a limited time on the label “AMdiscs”. What do you think about free download and more generally about the new processes of music distribution that evade from the standards of physical media?
I love giving away my music for free, but I loved it a lot more when music wasn’t my career. Being that I put my career in advertising/design aside to pursue music, making a little money is kind of nice. The music industry is changing, I personally see vinyl and music services taking control of the market, such as Rdio and Spotify, it’s a progression due to the actions of every single person that downloads and listens to music. We forced the change and we’re going to have to deal with the repercussions.
How do you combine the work of designer with that of a musician? I think it must be quite challenging.
It goes hand in hand. I couldn’t imagine only really having total control over just the music. I’m a very visual person, often times I can see the sound before I can hear it. I also believe that I know best what my sound looks like. I’ve very lucky to have both skill sets. It’s all about building an identity and taking that brand and identity very seriously. It can be stressful to handle both but the reward is well worth it.
You feel to recommend something to young musicians that want to begin your own career as a producer/dj?
Just do what feels right, what makes you happy inside. Be careful with sampling. And most of all, if it isn’t fun, why do it?
What can we expect from you for the foreseeable future?
Lots of music, I’m on tour right now and will be for the next few months, but I have an immense itch to write new music. Lots of remix works and hopefully some production projects, more design related projects and last but not least some film scoring.